Come Riconoscere il Ritardo Mentale lieve, moderato, grave e gravissimo

 

Quando parliamo di ritardo mentale è difficile non fare riferimento all’intelligenza. L’intelligenza è un concetto difficile da definire: si può pensare ad un insieme di operazioni psichiche utili a comprendere significati, stabilire nessi logici, risolvere problemi, che si riferiscono anche al pensiero, inteso come la funzione psichica che serve per conoscere la realtà, di formulare idee nuove, di risolvere problemi. La valutazione quantitativa di tale capacità dà la misura dell’intelligenza.

L’efficienza intellettiva, quindi, è data dal livello di complessità delle operazioni logiche che ogni individuo può formulare. Da sottolineare poi che l’atto intelligente risulta anche da elementi come l’affettività, le emozioni, le motivazioni, la capacità di apprendere, la capacità di astrazione, ecc. Insomma, esistono “intelligenze” diverse , cioè attitudini differenti atte a risolvere problemi diversi.

Cosa s’intende per QI?

A partire dagli studi di Binet, per QI si intende il rapporto tra l’età mentale e l’età cronologica espresse in mesi, e moltiplicando il risultato per100. L’età mentale è una valutazione di cosa sa fare il soggetto, le sue specifiche funzioni cognitive.

Normalmente il QI delle persone normodotate si colloca a 100, cioè quando un soggetto raggiunge al test un’età mentale uguale a quella cronologica, il valore medio del QI andrà da 90 a 110: al di sotto e al di sopra di tali valori, ci si discosta dalla media per eccesso o difetto.

La compromissione del QI si valuta da 70 (più o meno 5) verso il basso.

Per gli adulti, il livello intellettivo non si esprime con lo stesso tipo di rapporto: il grado di efficienza intellettiva raggiunto a completamento della maturazione psichica, non cresce più con l’età cronologica. Tuttavia anche nell’adulto si verificano delle modificazioni psichiche grazie alle esperienze, alla capacità di stabilire relazioni logiche, ecc, ma che poi, fisiologicamente proprio a causa dell’età possono subire una involuzione (malattie degenerative o infettive). Il processo per cui si giunge ad una perdita, una ridotta efficienza localizzata ad alcune funzioni psichiche si chiama deterioramento mentale, il cui quadro clinico prende il nome di demenza, mentre la mancata acquisizione di un patrimonio intellettivo nella norma durante l’età dello sviluppo è definito appunto, ritardo mentale o insufficienza mentale.

Il DSM IV definisce il ritardo mentale in base a tre criteri fondamentali:

  1. quoziente intellettivo inferiore a 70;
  2. esistenza di limiti significativi nei comportamenti adattivi; il comportamento adattivo è definito nel DSM IV in base a dieci abilità:
  • comunicazione;
  • cura di sé;
  • gestione della vita domestica;
  • abilità sociali;
  • gestione del tempo libero;
  • controllo e salvaguardia della propria salute e sicurezza;
  • capacità di auto-organizzazione;
  • conoscenza del funzionamento delle cose;
  • utilizzo dei servizi offerti dalla società;
  • capacità di svolgere un lavoro;
  1. comparsa delle manifestazioni prima dei 18 anni.

Inoltre, il DSM IV considera i quattro gradi di gravità del ritardo mentale, ai quali corrisponde una certa età mentale.

  • Ritardo mentale lieve: da 50-55 a 70 –> 9-13 anni;
  • Ritardo mentale medio: da 35-40 a 50-55 –> 6-9 anni;
  • Ritardo mentale grave: da 20-25 a 35-40 –> 3-6 anni;
  • Ritardo mentale gravissimo o profondo: < 20 –> sotto i 3 anni.

A questi gruppi si aggiunge quello di ritardo mentale di gravità non specificata che comprende tutti quei casi in cui l’esame clinico permette di fare diagnosi di ritardo mentale ma nei quali è impossibile per qualsiasi motivo eseguire un test psicometrico che fornisca il QI del soggetto.

Caratteristiche dei vari gradi di ritardo mentale.

Gravissimo: inferiore a 20-25

  • Assenza di linguaggio articolato, sostituito da fonemi.
  • Presenza di alterazioni somatiche e sintomi neurologici ( paralisi, epilessia, ecc.).
  • Manca ogni manifesta volontà di comunicare.
  • Non sono presenti espressioni affettive e tendenza a stabilire rapporti interpersonali.
  • Manifestazioni di indifferenza nei confronti dell’ambiente, apatia, mancanza di ogni iniziativa.
  • Qualche volta vi sono crisi di collera con tendenza a manifestazioni di violenza impulsiva e incontrollata.
  • Solo alcuni soggetti sono educabili, fino alla capacità di mantenersi puliti ed alimentarsi in modo autonomo, in seguito ad un assiduo apporto pedagogico.

Grave: da 20-25 a 35-40

  • Il linguaggio è ridotto ma acquisito: spesso è usato a scopo comunicativo.
  • Gravi difficoltà di apprendimento sia per difficoltà di concentrazione, sia per difficoltà di memorizzare, sia per difficoltà di stabilire collegamenti logici tra le nozioni, per cui non sono in grado di seguire un curriculum scolastico.
  • Possibili disturbi neurologici e alterazioni somatiche
  • Lo sviluppo psicomotorio è grossolano, goffaggine, poca coordinazione e precisione, incapacità ad organizzare sequenze gestuali.
  • L’uso dell’oggetto non è funzionale, ma è solo fonte di stimolazione sensoriale.
  • Difficoltà a stabilire relazioni affettive: spesso sono presenti gesti ripetitivi o stereotipie motorie, hanno atteggiamenti di chiusura e isolamento o autoaggressività
  • La scarica emotiva avviene con scatti corporei o pianti e vocalizzi.
  • L’autonomia è limitata, ma può migliorare con programmi adeguati.
  • Sono facilmente inseribili in un contesto sociale, quale quello familiare o quello d i un istituto, anche se raramente sono in grado di stabilire vere e proprie relazioni affettive.

Moderato: da 35-40 a 50-55

  • Gli apprendimenti scolastici sono compromessi a tal punto che solo alcuni apprendono scrittura e lettura (comunque a livello base).
  • Il ritardo più evidente è quello relativo all’apprendimento del linguaggio: esso risulta molto semplice: solitamente soggetto, verbo, oggetto. La comprensione è migliore.
  • L’assetto psicomotorio è caratterizzato da infantilismi, goffaggine, movimenti poco coordinati, conoscenza corporea scarsa.
  • L’elaborazione mentale delle emozioni è ridotta quindi spesso scaricano a livello comportamentale ciò che provano.
  • Manca in questi soggetti una maturazione del pensiero che vada oltre lo stadio preoperatorio.
  • L’autonomia è spesso ridotta ma tale che siano in grado di provvedere alla cura di se stessi e di compiere spostamenti in luoghi familiari, noti.
  • In ambito professionale si possono compiere lavori semplici, ripetitivi, che non necessitano né di iniziativa né della capacità di trovare nuove soluzioni a situazioni impreviste.
  • C’è mancanza di critica e di autocritica: incapacità di valutazione delle proprie capacità e impossibilità e incapacità di valutazione del comportamento di altre persone (possono essere facilmente oggetto di circonvenzioni o di abusi).

Lieve: da 50-55 a 70

  • È il più frequente (circa l’85%), solitamente cause non organiche.
  • Le capacità di astrazione sono ridotte, l’apprendimento è difficoltoso per problemi nei processi di sintesi e assimilazione; manca la capacità di compiere operazioni logiche complesse
  • Il pensiero è rigido e conformista
  • L’apprendimento è possibile, ma i soggetti necessitano di un aiuto individualizzato.
  • Solitamente imparano a leggere e a scrivere con maggior lentezza
  • Il linguaggio viene normalmente appreso
  • L’aspetto psicomotorio è solitamente evoluto, anche se vi sono difficoltà di conoscenza dello schema corporeo e di organizzazione spazio-temporale.
  • Frequenti i disturbi della condotta e dell’umore (in senso depressivo).
  • Questi soggetti sono in grado di raggiungere una capacità lavorativa sufficiente a garantire un’indipendenza economica.
  • L’inserimento sociale è buono anche se di solito è difficile il raggiungimento di maturità ed equilibrio affettivo.

Soggetti borderline, con QI ai limiti inferiori della norma (tra 70-75 e 90).

  • Segni del deficit sono poco evidenti.
  • .Stimlati sufficientemente e correttamente, possono acquisire anche titoli di studio di scuole superiori.
  • Sono in grado di inserirsi a pieno titolo nel mondo sociale e lavorativo.
  • Del gruppo di soggetti in questione le capacità intellettive limitate possono essere dovute a:
    • fattori ereditari o costituzionali;
    • pseudodeficit: la ridotta efficienza intellettiva va messa in relazione con fattori ambientali, socioculturali, affettivi, carenza pedagogiche: la recuperabilità in questi casi assume significato diverso da quello che gli si attribuisce nei casi precedenti, dove gli interventi pedagogici riescono a indurre un miglioramento dell’efficienza fino a permettere un inserimento sociale e lavorativo commisurato al deficit di base (recuperabilità sociale). In questi soggetti interventi pedagogici e stimolazioni ambientali positive possono indurre un recupero anche dell’efficienza intellettiva, misurabile con test psicometrici.
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