Le Cause del Ritardo Mentale

Cause del ritardo mentale

  • Fattori ereditari: l’ereditarietà del livello intellettivo è fattore ipotizzabile in tutti quei casi in cui il soggetto insufficiente è biologicamente sano e si possono escludere cause esogene, malformazioni o cause genetiche non ereditarie (es: alterazioni metaboliche). Rientra tra questi la maggior parte dei ritardo mentale di grado lieve: è da notare, comunque, che la discussione in merito alla rilevanza dei fattori genetici o socioculturali è ancora in atto. Oramai oggi si ritiene che il valore del QI non abbia un valore congenito e immodificabile: il ritmo di maturazione intellettiva non è lo stesso in bambini diversi, e nel singolo individuo può variare da un periodo all’altro. Questo però ha portato a sminuire l’importanza dei fattori ereditari in nome dell’importanza dei fattori socioculturali: in realtà, i vari autori attribuiscono chi maggiore importanza agli uni, chi agli altri. C’è anche l’ipotesi che sia ereditario non il QI ma una più generica disposizione ad apprendere, per cui il livello intellettivo sarebbe il risultato di una interazione tra tale disposizione generica e le stimolazioni ambientali, meglio utilizzate da chi ha maggior predisposizione all’apprendimento. Cause ambientali (deprivazioni affettive, carenza di stimoli sensoriali e pedagogici, ecc) possono determinare ritardi tradotti in ridotta efficienza intellettiva; cause ereditarie sono, invece, alcune forme di insufficienza a causa di caratteri genetici recessivi (presenti nei geni di entrambi i genitori), insufficienze per alterazioni cromosomiche come la Sindrome di Down, ecc.
  • Fattori acquisiti: sono fattori che agiscono prima della nascita, come le alterazioni precoci dello sviluppo embrionale (alterazioni cromosomiche come accade per la trisomia 21), oppure fattori tossici, come l’alcolismo materno, o fattori infettivi, come la toperoplasmosi, o carenze nutritive in gravidanza, ecc.
  • Fattori traumatici: si tratta di traumi da parto, per esempio, a causa del bacino troppo stretto o di manovre ostetriche scorrette, o a causa di anossia. Raramente questi fattori causano insufficienza mentale traumi durante la fanciullezza.
  • Fattori infettivi: sono le meningoencefaliti, solitamente complicanze delle malattie esantematiche.

Quadri clinici particolari

Sindrome di Down

  • La trisomia 21 è detta così perché al livello della coppia cromosomica 21 si rinviene un cromosoma supplementare (i cromosomi in questi soggetti sarebbero 47 e non 46). Il cromosoma supplementare può essere libero libero o associato alla coppia 21: può anche trattarsi solo di un frammento di cromatina supplementare a livello del cromosoma 21 o di presenza del cromosoma in più solo in parte delle cellule (mosaicismo). Da ciò ne deriva, anche per il restante patrimonio genetico di ogni singolo individuo, che ogni soggetto con trisomia 21 è un individuo unico ma con delle caratteristiche comuni agli altri affetti da tale alterazione cromosomica. Ancora oggi la mortalità infantile o giovanile dei Down è alta; ancora più accertata è la nascita di questi soggetti in donne in età ai 2 estremi dell’età fertile (molto giovani o molto in là con l’età).

Per quanto riguarda i sintomi somatici, i soggetti Down presentano i caratteristici occhi con la palpebra ristretta verso l’angolo interno (→ mongolismo), gli occhi piccoli, spesso strabici, arrossati; hanno il cranio piuttosto piccolo, la bocca semiaperta e la lingua voluminosa. Inoltre la statura è piuttosto piccola anche perché il loro sviluppo scheletrico è inferiore alla media: anche il tono muscolare è scarso e i movimenti risultano lassi.

Per quanto riguarda il piano psichico, si registra un ritardo nello sviluppo psicomotorio anche in relazione al linguaggio che spesso è disarticolato. Il livello di ritardo va dal grave al lieve ma molto può fare un ambiente stimolante. Inoltre, l’apprendimento in questi soggetti è ostacolato dall’instabilità e dalla difficoltà di ritenere ciò che imparano. Il carattere può essere molto docile, affettuoso ma anche molto reattivo fino alla disorganizzazione psicotica, soprattutto perché tollerano male la frustrazione e il rifiuto. Amano la musica.

Ritardo mentale nella sordità

  • In questa sede consideriamo l’eventuale ritardo intellettivo secondario ad un deficit dell’udito, secondario, a sua volta, alla mancata acquisizione del linguaggio. Questi soggetti risultano, di regola, carenti nella capacità d’astrazione e nelle capacità di stabilire relazioni spaziali: per il resto ottengono risultati simili a quelli del resto della popolazione nei test psicometrici. Il ritardo tende ad attenuarsi con l’età. Nel bambino sordo si notano problemi nella socializzazione, sul piano dell’affettività, a causa della mancata sicurezza e della frustrazione mal tollerata; la comunicazione rimane sempre piuttosto scarsa e rigida.

Ritardo mentale nella cecità

  • In maniera simile a quanto avviene nella sordità, il ritardo intellettivo è da mettere in relazione alla causa della cecità. Il minore cieco ha un pesante ostacolo all’esplorazione della realtà, per cui il suo sviluppo cognitivo è deficitario. Egli è caratterizzato dal verbalismo, cioè dalla tendenza a ripetere lunghi monologhi, frasi, parole con finalità autostimolatorie, da una forte ansia, dall’insicurezza, conseguenze anche dell’ambiente iperprotettivo in cui spesso vivono.

Superdotazione

  • Per alcuni è caratterizzata da un QI superiore a 120/130, per altri ha il minimo inferiore intorno a 140. Bisogna stare attenti a distinguere una vera e propria superdotazione da una semplice precocità dello sviluppo cognitivo, destinata a livellarsi nel tempo. Non è facile misurare obiettivamente l’eventuale superdotazione, per cui l’unico criterio sembra essere il test psicometrico. Alcune caratteristiche sono da considerare indice di superdotazione: un apprendimento precoce spontaneo, il sesso maschile, il ruolo di primogenito, l’apprendimento precoce della lettura e la tendenza a leggere molto, l’isolamento dal gioco. A livello di rendimento scolastico non c’è univocità: si può riscontrare un rendimento deficitario spesso derivante da problemi generali di adattamento, oppure la necessità di far frequentare al bambino classi più avanzate. Problematico resta il lato affettivo, perché alla superdotazione intellettiva non corrisponde quella affettiva: disarmonie ci sono anche tra sviluppo intellettivo e capacità psicomotorie: il bambino superdotato legge molto ma non è altrettanto precoce nell’apprendimento della scrittura.

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