Perché non ricordiamo i primi anni di vita?

L’Amnesia Infantile è incapacità di ricordare primi anni di vita dovuta ad incompleta maturazione del senso di sé e del senso del tempo e delle capacità narrative del bambino è dovuta all’immaturità dell’ippocampo. E’ legata allo sviluppo tardivo della memoria episodica. Genitori con forme di comunicazione elaborative portano figli con senso del ricordo autobiografico. Genitori che si limitano a fatti concreti, portano a figli con minore capacità di ricordare. Le esperienze interpersonali hanno effetto diretto sulla memoria esplicita. I bambini in famiglie in cui si parla di sentimenti sviluppano interesse nel comprendere le emozioni degli altri.

La possibilità di dimenticare è un aspetto essenziale della memoria esplicita. Le esperienze che non hanno coinvolgimento emotivo e che sono non importanti sono facilmente dimenticabili; quelle che hanno forte coinvolgimento emotivo sono importanti  e facilmente ricordabili. Esperienze eccessivamente coinvolgenti e terrorizzati possono stimolare meccanismi di inibizione dei processi della memoria. Avvenimenti che si verificano una sola volta possono indurre alterazioni delle connessioni sinaptiche, esperienze ripetitive  hanno maggiore impatto su circuiti neuronali, le nostre interazioni hanno effetti diversi sulla nostra mente. Le relazioni fra memoria ed emozioni sono legati da meccanismi neurobiologici.

Esperienze altamente coinvolgenti da punto di vista emotivo possono produrre diversi effetti in base al grado di stress a cui sono connessi. Se invece c’è poco stress, il ricordo è facilitato, molto stress provoca il blocco di funzioni mnemoniche. Lo stress provoca alterazione dei ritmi quotidiani di secrezione di glucocorticoidi, che portano ad un’inibizione della crescita neuronale e processi degenerativi (a volte irreversibili, se perpetrati, invece portano alla morte neuronale!).

Tra i fattori che contribuiscono a facilitare il ricordo troviamo il significato personale e le sue caratteristiche. Quando le emozioni sono talmente intense da provocare un blocco della memoria vi può essere una compromissione della memoria autobiografica (amnesia psicogena), il ricordo implicito però rimane integro anche se non evocabile.

Un trauma psicologico che compromette le attività della memoria esplicita ha effetti negativi anche sulle capacità dell’individuo di consolidare il ricordo dell’esperienza in questione. I sogni hanno un ruolo importante nei processi di riorganizzazione dei ricordi e di rafforzamento delle relazioni fra memorie ed emozioni. Componenti implicite che derivano da eventi traumatici importanti possono continuare ad esercitare influenze notevole sulla vita dell’individuo senza che egli ne sia consapevole. I ricordi traumatici non  elaborati non raggiungono questa fase di consolidamento nella struttura narrativa più generale della memoria implicita ed esplicita.

Possono essere visti come elementi che rimangono in uno stato instabile di potenziale attivazione implicita e che tendono ad inserirsi in maniera invasiva e controllata alle esperienze interiori e nelle relazioni interpersonali dell’individuo. Prima che il ricordo traumatico possa essere richiamato possono passare molti anni à ricordo ritardatoà memoria esplicita è sensibile alle condizioni in cui avviene la rievocazione. La mente umana è suggestionabile, soprattutto quella del bambino. Processi che valutano la veridicità dei nostri ricordi possono essere distorti da una serie di fattori e condizioni particolari. Il fatto di essere convinti dell’esattezza di un ricordo non significa che questo sia preciso. I processi della memoria sono influenzati dal contesto sociale e il loro richiamo può alterarne il contenuto. Per capire le esperienze di altre persone bisogna comprendere i diversi livelli di memoria. Le relazioni interpersonali distruttive producono incoerenza all’interno della mente.

La memoria narrativa, riguarda i processi che permettono di immagazzinare e rievocare le esperienze sotto forma di racconti. Processi privati come il pensiero e riflessione su noi stessi. Come prodotti fondamentali dell’esperienze, le storie riflettono e includono regole e modelli culturali comuni, analizzando le cause del comportamenti umani e le conseguenze delle deviazioni dalla norma. Ogni storia è il risultato di diverse componenti che comprende le azioni e gli stati mentali di diversi personaggi. I processi narrativi svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di storie che possiamo condividere e possono influenzare in maniera significativa il nostro mondo interiore. Effetti diretti sulla modulazione delle emozioni e sull’organizzazione del sé. L’atto di raccontare prevede un’interazione socialeà chi racconta trasmette segnali verbali e non  verbali a chi ascoltaà scambio che può avvenire perché gli individuo hanno la capacità di identificare e interpretare segnali, condividere il concetto dell’esistenza di un’esperienza soggettiva della mente e di partecipare rispettando le regole socialmente accettate. I processi narrativi richiedono la presenza di un sistema mentale sociale integro. Le esperienze sociali contribuiscono allo sviluppo di una coerenza narrativa; le influenze dei processi narrativi si manifestano nei sogni, nell’immaginazione guidata. Identificare meccanismi di interpretazione narrativa anche nei nostri comportamenti, nelle modalità con cui ci relazioniamo con gli altri o prendiamo decisioni. Quando raccontiamo il nostro stato della mente riflette il contesto sociale e le aspettative di chi ascolta determinano il tono del racconto. Percepiamo il presente attraverso diverse dimensioni: il sé è il risultato della stratificazione di innumerevoli rappresentazioni.

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