Attaccamento sicuro e insicuro: definizione e significato

Attaccamento sicuro: Madre recettiva, capacità di sintonizzazione legata alla funzione riflessiva del genitore che gli consente di riflettere sulle influenze che gli stati della mente esercitano su sensazioni, percezioni, comportamenti etc. Tale funzione ha un ruolo centrale nell’attaccamento sicuro in cui gli stati della mente degli individui sono in accordo emotivo. La capacità di recepire segnali si riflette sugli stati mentali è un requisito essenziale per lo sviluppo di relazioni sociali solide ed motiva mento coinvolgenti. In queste interazioni le componenti verbali sono centrate su esperienze di memoria autobiografica. Nell’infanzia lo sviluppo di relazioni di attaccamenti sicuro si basa sulla possibilità di condividere con un altro emozioni e processi legati all’elaborazione di informazioni attraverso la comunicazione verbale di rappresentazioni mentali, ricordi e narrazioni autobiografiche. Le loro narrazioni sono fluide e coerenti, rivelano capacità di parlare in maniera relativamente oggettiva del passato e di riconoscere le influenze che i genitori hanno esercitato sul loro successivo sviluppo. L’attaccamento sicuro può essere acquisito o continuo.

Attaccamento evitante: genitori che hanno comportamenti di trascuratezza o rifiuto, emotivamente distanti e relativamente insensibili ai loro(dei bambini) stati della mente. Il bambino traduce ciò in strategie organizzate di adattamento che tendono a minimizzare la ricerca di contatto e a ridurre le aspettative. Questa sensazione di distacco dagli altri è spesso dominante nelle loro esperienze e traspare chiaramente dal modo in cui descrivono le loro emozioni, strategie per ridurre il senso di frustrazione. Nel colloquio mostrano di non essere in grado di ricordare i loro primi 5 anni di vita e a volte anche adolescenza (amnesia), fanno descrizioni generali prive di riferimenti specifici e non rispettano le regole del discorso, le loro risposte sono brevi. Hanno una scarsa capacità di condividere gli stati della mente delle altre persone e le loro relazioni di attaccamento sono caratterizzati da libelli di sintonizzazione affettiva non ottimali. Negli adulti distanziato la coscienza autonoetica è poco sviluppata. distanza emotiva. Corteccia orbito-frontale dell’emisfero destro è un’area cruciale per i processi di attaccamentoà responsabile dell’integrazione di attività fondamentali come la regolazione delle emozioni e la valutazione si stimoli e l’attribuzione di significati e organizzazione delle comunicazioni sociali etc. Blocco totale dei ricordi riferita a relazioni interpersonali che coinvolge memoria autobiografica e semantica. Organizzazione mentale che esclude emozioni ed esperienze interpersonali è molto poco flessibile.

Attaccamento ambivalente: genitore cerca di entrare in connessione con il figlio con modalità che non corrispondono ai suoi segnali: le sue emozioni interferiscono con le sue capacità di percepire quelle del bambino. Nel bambino si genera un senso di disagio che non viene controllato dal contatto con il genitore; nelle coppie evitanti i bambini imparano ad ignorare lo stato mentale del genitore sviluppando strategie che disattivano i meccanismi di attaccamento, le relazioni ambivalenti inducono una sovra-attivazione di questi meccanismi e forzano il bambino a una continua attenzione nei confronti della figura di attaccamento. Bambinoà senso di insicurezza. Sensazione di non essere visti, generazione di un falso se. queste relazioni di attaccamento influenzano le percezioni e le aspettative del bambino nei confronti del mondo. Il passato del soggetto interferisce con il suo modo di porsi nei confronti del presente. La narrazione non rispetta le regole del discorso non è succinta e non affronta direttamente i temi sollevati dall’esaminatore. I processi della memoria vengono definiti stato-dipendenti: i ricordi registrati hanno maggior probabilità di essere registrati ed evocati quando tali stati si ripresentano. Esiste una relazione diretta fra le influenze che le esperienze infantili hanno generato sugli elementi della memoria impliciti e le modalità con cui essi vengono riattivati nel contesto della relazione genitore-figlio. Se l’adulto non è in grado di riconoscere questo legame rischia di riprodurre risposte emotive che diventeranno dominanti nell’atteggiamento nei confronti di suo figlio. Le relazioni emotivamente coinvolgenti possono evocare contesti correlati ad esperienze di attaccamento che inducono a libello della corteccia orbito-frontale l’attivazione di rappresentazioni autonoetiche à rappresentazioni emotivamente intense in cui si mescolano preoccupazioni per passato, presente e futuro.

Attaccamento disorganizzato/disorientato: Forme di comunicazioni insolite e conflittuali da parte del genitore che possono riassumersi con la frase “vieni qui e vai via”. Bambini che subiscono abusi fisici, sessuali o emotivi da parte dei familiari, la figura di attaccamento non induce tranquillità ma terrore. Difficoltà di natura cognitiva, sociale, emotiva e comportamentale. Maggiore probabilità di problemi psichiatrici. è spesso associato ad ambienti familiari gravemente disfunzionali. In queste coppie genitore-figlio l’esperienza del trauma può riguardare il vissuto di situazioni terrificanti o la perdita della figura di riferimento. Nell’attaccamento disorganizzato vi è scarsa capacità integrativa e di elaborazione del trauma. l’evento doloroso non viene integrato nella memoria e ciò crea condizioni che interferiscono con lo sviluppo di una mente coerente e favoriscono l’instaurarsi di tendenze dissociative.  à influenza l’esperienza emotiva, la capacità cognitiva e di adattamento. I ricordi impliciti riaffiorano più tardi sotto forma di immagini del genitore, improvvise variazioni degli stati della mente, attacchi di collera o risposte comportamentali nei confronti di altre persone. Incapacità di controllare stati della mente intrusivi dovuta alla mancata elaborazione delle esperienze traumatiche.

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