Lo sviluppo del cervello nell’adolescenza

Lo sviluppo cerebrale prosegue anche durante la pubertà con notevoli trasformazioni strutturali e funzionali. Si verifica una sinaptogenesi seguita da un’eliminazione di tipo competitivo, il Pruning, basata su livelli di attivazione. Nella prima pubertà avviene una iperproduzione di connessioni seguita da un processo di Pruning del tipo use or lose it soprattutto a carico di sinapsi di tipo eccitatorio. La maturazione procede dalle strutture inferiori a quelle superiori, dalle posteriori alle anteriori.

Connettività neurale o complessità sinaptica sono elemento cruciale della trasformazione cerebrale. Nell’adolescenza emergono numerose connessioni, mentre altre scompaiono culminando in una ridefinizione della struttura architettonica cerebrale, che si conclude all’ingresso nell’età adulta.

L’espressione genica aumenta durante l’adolescenza ed è legata alla riorganizzazione di strutture corticali, grazie alla presenza di ormoni sessuali (estrogeni e testosterone) che definiscono il timing delle trasformazioni adolescenziali.

La mielinizzazione dei circuiti si conclude col raggiungimento della maturità funzionale. Regioni corticali prefrontali ed area del corpo calloso, connessioni talamo-corticali, sono mielinizzate nella terza decade di vita, investendo soprattutto l’emisfero sinistro.

C’è una vulnerabilità cerebrale a sostanze quali cocaina, anfetamina, che colpiscono soprattutto i neuroni secernenti dopamina, danneggiando il circuito legato alla ricompensa.

Determinati circuiti mutano nel modo di processare gli stimoli ambientali, essendo legati al maggiore controllo svolto da corteccia pre-frontale. Essi sono:

Il volume dell’ippocampo aumenta con l’età delle ragazze (grazie agli estrogeni), quello dell’amigdala con l’età dei ragazzi (grazie agli androgeni).

Diverse concentrazioni nei lobi frontali e lobi temporali di sostanza grigia fra maschio e femmina, dipendono dall’esordio di trasformazioni puberali. Il picco evolutivo del cervelletto è verso i 19 anni con un volume maggiore nei maschi.

Nella schizofrenia ad esordio precoce si osservano anomalie nella citoarchitettura e nella densità neuronale della corteccia prefrontale. Essa è coinvolta nel controllo degli impulsi, nella inibizione ed attivazione comportamentale.

Adolescenti ed adulti processano le stesse informazioni usando circuiti neuronali diversi, e con differenti risultati: i giovani sono più rapidi ed intuitivi, ma gli adulti tendono a porre domande prima di esporre la propria valutazione, fornendo così informazioni più adeguate.

Strutture cerebrali dette nodi processano le informazioni di natura sociale:

  • nodo di detenzione, solco intraparietale regioni temporali ed occipitali, decifra proprietà sociali dello stimolo;

  • nodo affettivo includente aree limbiche, amigdala, ipotalamo, corteccia orbito-frontale, processa il significato emozionale;

  • nodo cognitivo regolatorio comprendente gran parte della corteccia pre-frontale è responsabile della teoria della mente, dell’inibizione degli impulsi, della pianificazione di comportamenti finalizzati.

Solo durante l’adolescenza queste strutture nodali giungono a maturazione, perciò il loro cervello è relativamente inefficiente in compiti di inibizione selettiva. Non essendo ancora mature, le reti neurali dal punto di vista fisiologico, gli adolescenti sono più suscettibili alla distrazione. L’immaturità dei lobi frontali rende meno competenti gli adolescenti in compiti di decision-making, che richiedono una decisione legata ad incertezza rispetto all’esito, sottostimando la probabilità di rischi nella guida e sovrastimando l’abilità nel fronteggiarli.

Nelle dinamiche di risk-taking (correre rischi) giocano notevole influenza gruppi dei pari, influenze sociali, motivazioni ed affettive.

Un buon predittore delle condotte in adolescenza non è lo sviluppo di un pensiero morale, ma la sensibilità individuale all’influenza del gruppo dei pari.

In sintesi, controllo degli impulsi, pianificazione delle azioni, valutazione di legami di causa-effetto, presa di decisioni sono connessi a capacità cognitive che emergono in relazione allo sviluppo cerebrale in adolescenza. Studi neuroendocrini dimostrano come fattori peritraumatici, co-occorrenti e post-traumatici, predisposizioni genetiche, svolgono un ruolo importante di mediazione nello sviluppo di sintomi psicopatologici.

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