L’efficacia dell’analisi personale per lo psicoterapeuta

Lo studio di Buckley, Karasu & Charles del 1981 Buckley, Karasu e Charles nel loro studio hanno esaminato le esperienze soggettive di gruppi di pazienti psicoterapeuti che si erano sottoposti essi stessi a psicoterapia. Questo gruppo sarebbe in grado di riportare in modo più accurato la natura della loro esperienza, data la loro conoscenza dei cambiamenti terapeutici che si possono verificare nel loro lavoro, con i loro pazienti, e sarebbero quindi in grado di identificare maggiormente le aree discrete di cambiamento di se stessi, molto più di quanto saprebbe fare un gruppo di pazienti casuale. Ci sono ovvie limitazioni nell’uso di resoconti soggettivi dei pazienti però, dato che questi da soli non possono essere intesi come misure oggettive per valutare i risultati.

L’ipotesi di lavoro degli autori è che i fattori non-specifici quali la qualità del rapporto tra paziente e terapeuta, risultano essere percepiti dal paziente come più importanti, e portano ad un esito positivo della terapia, rispetto alle tecniche procedurali come l’interpretazione. Lo studio è stato condotto presso il Department of Psychiatry of the Bronx Municipal Hospital Center, Albert Einstein College of Medicine. Un questionario è stato costruito e distribuito a 97 psicoterapeuti del centro e doveva essere compilato in forma anonima. Il gruppo è stato preselezionato in virtù del fatto che avessero avuto e completato una psicoterapia personale o una psicoanalisi e avevano un età approssimativamente tra i 30 e i 60 anni. Il questionario comprendeva 70 items coprendo così specifiche aree di trattamento psicoanalitico in termini di esperienze personali, le attuali opinioni e sentimenti e commenti aperti. Ciascuna delle voci del questionario è stata valutata su una scala a 3 punti da “per niente” a “moltissimo”.

Agli intervistati è stato chiesto di rispondere ad ogni item in relazione alla loro esperienza di trattamento e non in termini di un modello idealizzato della situazione di trattamento. Le informazioni degli intervistati includevano il tipo di trattamento completato e il tempo intercorso dalla loro ultima sessione. Sono state ottenute risposte medie e deviazioni standard per ogni item, inoltre i fattori selezionati sono stati comparati in termini di anni dalla cessazione della terapia. 7 Dei 96 psicoterapeuti intervistati, 71 (74%) hanno completato il questionario.

Gli intervistati erano tutti esperti psicoterapeuti, prevalentemente di sesso maschile (86%), con un’età compresa tra i 34 e i 64 anni, di cui il 76% avevano completato la psicoanalisi e il 24% la psicoterapia. Il periodo di tempo dalla loro ultima sessione di terapia variava da 1 a 18 anni. Ai fini dell’analisi dei dati, gli intervistati erano suddivisi in base alla lunghezza di tempo dal termine della terapia. Il 30% aveva completato il trattamento 1-4 anni prima, il 38% da 5-10 anni e il 32% da 11 a 20 anni. La domanda che è stata posta è “la terapia/analisi è stata in qualche modo dannosa?”, la risposta è stata positiva per il 21% degli intervistati. Misure riguardanti l’efficacia della psicoterapia sono le seguenti: migliore autostima è stata segnalata dal 94% degli intervistati, miglioramento delle funzioni lavorative dall’86%, miglioramento sociale/vita sessuale dall’86%, cambiamento di carattere dell’89%, riduzione dei sintomi è stata valutata moderatamente alta con solo il 73%, il più basso tra tutti i risultati ottenuti.

La correlazione tra questi elementi, caratterizzata in termini di qualità del terapeuta e di variabili tecniche, hanno rivelato che il fattore non-specifico “simpatia reciproca” era significativamente associato a tutte le categorie che sono state elencate sopra. L’importanza dei fattori specifici di “interpretazione” e “insight” sono significativamente correlati con il cambiamento di carattere positivo e con l’alleviamento dei sintomi.

di Federica Briganti

federica briganti

 

 

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