La Psicoanalisi dei gruppi secondo Foulkes

foulkesIl gruppo secondo questo autore è un insieme di reti di comunicazione secondo due livelli, uno conscio e l’altro inconscio o verbali e non verbali, denominata matrice di gruppo, che coinvolge tutte le relazioni e i rapporti che si instaurano tra i membri. La matrice è un insieme di relazioni e rapporti che si instaurano a partire dagli scambi interpersonali dei singoli membri all’interno. Il gruppo di Foulkes è lasciato completamente libero ed è proprio questa libertà che permette la proiezione di tematiche emotivamente significative per i membri. Il gruppo permette uno stato di regressione inteso come un rivivere situazioni emotivamente cariche: attraverso la co-partecipazione del gruppo e dei membri, la finalità ultima attraverso questo tipo di socializzazione è quella di far fronte a tale situazione con un esperienza emotivamente correttiva, provocando così un cambiamento radicale nel profondo della persona e quindi nella sua struttura di personalità.

Nei suoi studi sui gruppi Foulkes delinea la situazione terapeutica vera e propria, denominata “situazione T”: «c’è la comunicazione verbale liberamente fluttuante, portata a un punto estremo; c’è la massima riduzione della censura rispetto al contenuto dei contributi e all’espressione di sentimenti personali e interpersonali; c’è un atteggiamento del conduttore, il quale non solo coltiva e mantiene attivamente l’atmosfera di gruppo e la partecipazione attiva dei membri, ma anche si lascia trasformare in una figura transferenziale in senso psicoanalitico e accetta i mutevoli ruoli che il gruppo gli assegna»1.

Nella sua teorizzazione, Foulkes introduce due termini chiave, il primo, quello di “rete”, e il secondo, quello di “matrice”. La rete è formata dall’insieme di collegamenti consci e inconsci che si creano tra gli individui; le reti sono comuni nella vita e nei contesti quotidiani, basti pensare alla famiglia oppure all’insieme di impiegati di un ufficio o azienda. Ogni rete genera una matrice, ovvero l’ ipotetica rete di comunicazioni e relazioni in un determinato gruppo, si forma con il contributo di ogni singolo partecipante e a diversi livelli: il livello della vita quotidiana dentro e fuori al gruppo, il livello di transfert inconscio, il livello primordiale di fantasie mitologiche. Essa è terreno condiviso che alla fine determina il significato e la significazione di tutti gli eventi e su cui poggiano tutte le comunicazioni verbali e non verbali2.

Il gruppo si costituisce come una nuova rete di relazioni, che deriva da sottosistemi che derivano dai singoli membri, che a sua volta genera una nuova matrice, nel quale è possibile rispecchiarsi, l’altro diviene meno diverso e più simile: «Io sono un prisma con molte facce come le sei anche tu, a volte la mia faccia corrisponde esattamente alla tua ed io riesco a rispecchiarmi in essa, altre volte mostro un’altra sfaccettatura e sento di rispecchiarmi meglio in un altro membro del gruppo»3.

L’essere immersi in una nuova rete e in una nuova matrice permette l’esperienza correttiva. Il gruppo come totalità è un organismo a se stante, molto più ricco e complesso del singolo membro. In ogni gruppo si crea l’ambivalenza di fondo: il desiderio del nuovo e del cambiamento e la paura di ogni cambiamento, così si producono le difese e le resistenze, con il lavoro di gruppo si superano le resistenze arcaiche, in tal modo si rinforza l’Io del singolo e si effettua la maturazione del gruppo4.

Le situazioni descritte da Foulkes, e in parte anche da Bion, sono strettamente terapeutiche ed entrambi vengono considerati gli autori alla base della “gruppoanalisi”, che vedremo nello specifico più avanti.

di Eleonora Caponetti

1 S.H.Foulkes, Analisi terapeutica di gruppo, Boringhieri, 1969, Torino, p. 161.

2 G.Lo Verso, T.Raia, Il gruppo psicodinamico come strumento di lavoro, FrancoAngeli, Milano, 2008

3 S.H.Foulkes, La psicoterapia gruppoanalitica, Astrolabio, 1976, Roma, p. 32

4M.Zanasi, N.Cinasi,(a cura di), Manuale di Gruppoanalisi, FrancoAngeli, Milano, 1995.

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