Gruppi verticali e Gruppi orizzontali in Psicologia: definizione e significato

Gruppi verticali e Gruppi orizzontali

Le distinzioni delle tipologie dei diversi gruppi che permettono la realizzazione dei veri obiettivi in base alla loro struttura sono molteplici; in questa sede andremo ad analizzare in maniera macroscopica la differenza in generale tra gruppi gerarchici/verticali e clinici e gruppi orizzontali e non terapeutici.

La classificazione qui presa in considerazione è strettamente teorica, la terminologia “gruppo orizzontale” e “gruppo verticale” è utilizzata strettamente in campo economico, oppure è usata per descrivere la dimensione affettiva, comunicativa e del lavoro per il primo termine, la dimensione del potere per il secondo.

Tale distinzione non deve quindi essere presa alla lettera, anche perché un gruppo orizzontale e non terapeutico non implica il mancato successo nel raggiungimento di uno scopo benefico e finalistico, ma implica una distinzione di organizzazione e conduzione gruppale, in particolar modo per ciò che concerne la formazione del conduttore o la teoria e ideali di riferimento.

Quindi possiamo distinguere: gruppi gerarchici e gruppi orizzontali. I primi sono guidati da una figura terapeutica, da una figura professionale clinica che ha fondato la propria formazione nel campo della terapia gruppale, tale persona è fondamentalmente responsabile ed è l’unica alla quale spetta la presa in carico di decisioni o feedback restitutivi; come un manager o un dirigente, egli è quindi responsabile della funzionalità del proprio gruppo e la sua formazione è la “chiave di volta” per la conduzione. I gruppi orizzontali, descrivono un equità di potere e le decisioni formali vengono prese attraverso votazione; la caratteristica di questi tipi di gruppo è che sono comunque guidati da una figura, il conduttore o coordinatore o facilitatore che dirige gli incontri, ma che non “per legge” ha un curriculum formativo per tale scopo. L’idea base di fondo in questi gruppi è che ci aiutano a comprendere che la malattia e il disagio non sono solo un limite, ma possono diventare una risorsa per se e per gli altri1.

Prima di descrivere le caratteristiche di alcuni gruppi di lavoro, tendo a sottolineare che la peculiarità dei lavori di gruppo è il setting (insieme di condizioni materiali e mentali e processo esso stesso, luogo fondante a relazione clinico/terapeutica e luogo in cui la relazione stessa può essere analizzata; definisce gli aspetti simbolico e relazionali): il gruppo, qualsiasi sia l’orientamento sul quale è fondato, si fonda sul concetto di setting, esso rappresenta le regole della cura e il modo di concepire i vari cambiamenti che avvengono all’interno della circolarità.

Il gruppo e la struttura spaziale che lo rappresenta (setting) definiscono uno spazio, dove le emozioni invasive, distruttive e incapaci di essere assimilate trovano luogo; e un contenitore, che accoglie e trasforma. Esso fornisce riparo, ma anche la possibilità di riflettere su se stessi e di trovare la capacità di autodefinirsi.

1M.Tognetti Bordogna, (a cura di), Promuovere i gruppi di self-help, FrancoAngeli, Milano, 2005.

di Eleonora Caponetti

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