Psicodramma: le sue applicazioni nella Comunità Terapeutica

Lo Psicodramma nella Comunità Terapeutica

In questo capitolo verrà illustrata una concreta esperienza di comunità terapeutica aperta,impostata e realizzata sulla base della teoria e della metodologia psicodrammatiche.

4,1) Presupposti teorici alla base dell’esperienza

Verranno ora illustrati in dettaglio i presupposti teorico-metodologici basilari dell’esperienza,considerando i principali attori implicati in essa:gli adulti-educatori,i bambini ospiti e il gruppo.

4,1,1) Il personale educativo

L’educatore ha il ruolo terapeutico di colui che facilita il bambino a fluire delle esperienze nel modo più completo possibile,in base alle sue capacità.L’educatore pertanto non è uno schermo di proiezione dei fantasmi transferiali,ma una persona che interagisce con spontaneità e creatività nei vari ruoli che gli vengono richiesti da bambino(ruoli di:padre,madre,fratello,amico,consolatore,autorità ecc..),mantenendo sempre il suo ruolo determinante di conduttore-facilitatore e confine del gruppo.Il fantastma transferale e le pulsioni aggressive e sessuali non vengono mai orientate sull’adulto,ma agiti e incanalati in un’azione opportunatamente strutturata.Si parla in questo caso di acting-out controllato e strutturato.L’acting-in,invece,si centra nell’assunzione dei ruoli sopra citati da parte dell’adulto e del gruppo,e tende ad integrare nel “qui ed ora” il principio di realtà con il principio di piacere.L’educatore si pone continuamente nei panni del bambino(o del collega) per meglio coglierne il sentire,il bisogno,le richieste esplicite o implicite,i disagi,le ansie,le paure.Questo si ottiene tenendo presente il significato dell’Incontro e dell’Inversione di ruolo moreniani.Per ottenere questo gli educatori devono essere in grado di agire con spontaneità e creatività,per stimolare creatività e spontaneità nei bambini ( Luigi Dotti, 2010 ).

4,1,2) I bambini

Ogni bambino viene considerato come un’individualità speciale.Gli viene riservato lo spazio fisico,psicologico ed affettivo,che egli organizzarà in base alle proprie esigenze e in autonomia.Si tiene conto della sua storia personale e della suua evoluzione,come fonte di dati da verificare ed eventualmente modificare.In tale contesto ciò che il bambino è nella scuola o nella famiglia è marginale.

Le risorse del bambino vengono utilizzate per l’ulteriore sviluppo suo proprio e per l’ampliamento e la maturazione degli strumenti di comunicazione e di relazione degli altri. Viene stimolato il processo di appropriazione di parametri nuovi nella fruizione delle esperienze fondamentali della vita:il linguaggio,il gioco,l’alimentazione,il dormire.Ogni bambino del gruppo ha in tal modo la possibilità di apprendere ed agire ruoli nuovi.Alla parola come strumento di comunicazione non viene attribuito un valore assoluto; viene attribuito valore di apprendimento,sia affettivo che cognitivo,all’azione e alla parola-azione.In questo senso è considerato fondamentale tutto il complesso dei linguaggi non verbali ( Luigi Dotti, 2010 ).

4,1,3) Il gruppo

Le considerazioni seguenti valgono sia per il gruppo dei bambini che per quello degli educatori.Il gruppo ha valore terapeutico,formativo,socializzante e cognitivo; esso si struttura come contenitore,specchio,alter ego,che protegge e deve far “star bene”ogni suo membro.Il gruppo non è considerato come il campo di battaglia delle dinamiche di aggressività,competitività o prevaricazione.

Nel gruppo di sviluppano le interazioni sociali,quindi la situazione gruppare è in continua evoluzione e permette la sperimentazione di svariati ruoli sociali,affettivi,funzionali,psicomotori,organizzativi,fantastici.Il conduttore del gruppo ha il compito di cogliere la situazione agita nel “qui ed ora”,momento per momento.Egli facilita l’assunzione e l’azione di diversi tipi di ruolo; struttura situazioni che permettono di agire tutte le dinamiche del gruppo,anche quelle abitualmente considerate negative,perchè ognuno le sperimenti globalmente e le integri in termini utili alla propria personalità,senza essere soffocato da colpevolizzazioni o da frustrazioni.Ogni problema di relazione coordinatore-educatore ed educatore-bambino viene spostato sulla persona del conduttore(il coordinatore per l’educatore,l’educatore per il bambino),perchè questi rapporti sono asimmetrici.Il conduttore del gruppo infatti è la persona che detiene il potere e le risorse maggiori in quella situazione.Il conduttore deve allora analizzare se stesso(vissuti,ansie,aspettative,ecc.)per poter intervenire correttamente e tarapeuticamente sul gruppo.

4,2) Ruoli degli operatori

Verranno ora descritti brevemente i ruoli degli operatori del soggiorno sperimentale.

4,2,1) Il coordinatore della struttura

Il coordinatore svolge le mansioni di responsabile del soggiorno nei confronti dell’ente gestore.Egli deve dare chiarezza e sicurezza sugli aspetti burocratici e organizzativi(orari,riposi,contatti con le istituzioni locali..); è il punto di riferimento e il garante delle decisioni e degli accordi presi dal gruppo di operatori.Quando è presente nel gruppo dei bambini,lo è in modo discreto.

4,2,2) Il coordinatore psicopedagogico

Si occupa dell’aspetto psicopedagogico del soggiorno e conduce la supervisione e la consulenza sulle attività educative,oltre che le èquipe serali,con metodo verbale o d’azione,a seconda dei bisogni.Verifica gli atteggiamenti e i problemi relazionali tra educatori e bambini e all’interno della coppia degli educatori stessi.Coordina gli educatori nelle attività comuni e favorisce il coinvolgimento dei bambini nellìorganizzazione e nell’attuazione delle attività di grande gruppo.

4,2,3) Gli educatori

Essi hanno la responsabilitò educativa,psicologica,emotivo-affettiva,igienico sanitaria e fisica del proprio gruppo di bambini.Programmano le attività con il partner della coppia evolutiva e verificano le attività di gruppo nel corso delle supervisioni.Cercano di creare un gruppo di bambini integrato e affiatato.Devono essere in grado di integrarsi con la struttura e con l’esterno(negozianti,turisti,abitanti).Prestano attenzione ai problemi emergenti del gruppo e hanno un ruolo attivo nel grande gruppo di bambini.

4,3) La comunità terapeutica aperta

Per comunità terapeutica aperta si intende un ambiente umano e strutturale,che in tutti i suoi ambiti permette la soddisfazione dei bisogni dei suoi componenti.Essa è lo spazio protetto e che protegge,permettendo di sperimentare,richiando,ruoli e comportamenti nuovi senza il pericolo di subire frustrazioni e senza la necessità di attivare comportamenti difensivi.L’ambiente fisico viene organizzato sulla base delle esigenze del gruppo degli ospiti e a loro misura.Si cerca di stimolare la spontaneità,la quale permette di agire le situazioni in modo creativo.Questa situazione è terapeutica proprio perchè è attuata nella dimensione del gruppo,impostato secondo i criteri enunciati in premessa.La comunità terapeutica si differenzia dal gruppo famiglia,perchè non si limita alla stimolazoine dello sviluppo dei soli ruoli familiari,ma stimola la globalità dei ruoli che la persona può sviluppare.Essa si caratterizza per la molteplicità e per la qualità dei livelli di interazione in essa presenti: coppia(educatore-bambino,bambino-bambino,adulto-adulto);triade(coppia educatori-bambino);gruppo(piccolo gruppo,grande gruppo dei bambini e degli educatori,gruppo complessivo della struttura del soggiorno);comunità(interazione con la comunità locale).

Operativamente la comunità terapeutica tende al raggiungimento dei seguenti obiettivi specifici:

  • raggiungimento dell’autonomia;
  • socializzazione;
  • gestione dell’ansia;
  • divertimento;
  • apertura all’esterno

4,4) Superviosioni e riunioni d’èquipe

L’equipe operativa del soggiorno si è data questi due strumenti di lavoro,per favorire il superamento delle difficoltà gestionali del rapporto educativo e per mantenere integrato e funzionale il gruppo degli operatori.

4,4,1) Supervisione

Essa è compito del coordinatore psicopedagogico,viene svolta nel pomeriggio,durante la siesta dei bambvino,ogni tre giorni,con la coppia di educatori di ogni gruppo.Mentre gli educatori sono in supervisione,i bambini del gruppo svolgono attività espressive con altri gruppi,oppure riposano.Due sono ambiti cui si rivolge la supervisione: relazionale e psicopedagogico.

Gli aspetti considerati nella supervisione sono i seguenti:

  • garantire una spazio per gli educatori,che non sia inquinato dalla routine giornaliera,in modo che essi possano ripensare in modo critico a ciò che viene fatto;
  • garantire un osservatore esterno alla coppia,con funzione di stimolo,verifica e proposta operativa;
  • gestione dell’insicurezza derivante dai problemi posti dal gruppo e dal bambino con handicap(in caso ci fosse).

Queste osservazioni del bambino restano un documento significativo su come egli sa gestire le proprie risorse in un ambiente non abituale.

4,4,2) Riunioni d’èquipe

A questa attività si possono dedicare metodologie e atteggiamenti diversi.Per esempio,le sedute possono essere organizzare in modo che ognuna preveda un momento di riscaldamento integrante o un rilassamento più o meno profondo e un momento d’azione centrato sul gruppo o sulla situazione di gruppo.Attraverso l’azione di tutti i membri del gruppo si possono esplicitare i contenuti fantasmatici reciproci più rilevanti,lavorando con l’inversione di ruolo (Luigi Dotti, 2010 ).

 di Stefania Signorile

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