Come Riconoscere la Menzogna dagli Indizi della Voce

Per quanto riguarda la voce, gli indizi che permettono di sospettare un inganno riguardano le pause troppo lunghe e frequenti, l’esitazione, le non parole (come «ehm», «uhm», ecc.) e le ripetizioni. La più importante è la latenza vale a dire il tempo che passa da quando la domanda viene formulata alla risposta; se la bugia è costruita si cercherà di dirla in fretta, se invece è spontanea il tempo è più lungo.

Indizi di falso – L’indiziato deve insospettirci se non usa metafore, se utilizza molte parole negative (indice di coscienza sporca), se alterna continuamente passato e presente, se non arricchisce il discorso con inserimenti contestuali, se manca di precisione nei dettagli.

Indizi di falso – Non è casuale se durante il discorso viene posto “quello” o “quella” di fronte alle espressioni “uomo” o “donna”: indica che si vorrebbe prendere le distanze dalle altre persone coinvolte nei fatti. Tutto questo potrebbe indicare che chi mente non ha preparato con precisione tutto il discorso. Secondo la documentazione di Ekman, l’elemento più importante è il tono della voce. Il segno vocale di emozione più documentato è l’acutezza97: circa il settanta per cento delle persone esaminate da Ekman, hanno il tono di voce più acuto in situazioni di turbamento, in particolare quando l’emozione che agita il soggetto è rabbia o paura.

Le alterazioni della voce prodotte dalle emozioni non sono facili da nascondere.

Se la bugia riguarda emozioni provate sul momento è molto probabile che trapeli la verità. Se la menzogna tende a dissimulare la paura o la rabbia, per esempio, la voce dovrebbe suonare più acuta e più forte e il discorso dovrebbe essere accelerato. L’opposto, invece, accade se i sentimenti che si cerca di nascondere siano di tristezza e dispiacere.

Tuttavia, la voce acuta non è segno di menzogna: è segno di paura, di collera, forse anche di eccitazione.

È pericoloso interpretare un qualunque segno vocale di emozione come prova di menzogna. Una persona sincera ma preoccupata di non essere creduta, può di conseguenza manifestare la stessa alterazione del tono di voce di un bugiardo che ha paura di essere colto in fallo. Questo potenziale errore di interpretazione viene denominato da Paul Ekman “errore di Otello”. Il segno vocale di un’emozione, come l’alterazione del tono, non sempre rivela una bugia; allo stesso modo l’assenza di questi segni non è necessariamente prova di sincerità.

di Federica Selvaggio

 

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