Cosa comportarsi con il Bugiardo Patologico: Sintomi, Diagnosi, Epidemiologia

 

Nel corso degli anni, è stato scritto molto poco sull’epidemiologia della Menzogna Patologica. Anche se la sua prevalenza nella popolazione generale non è nota, uno studio su 1000 minorenni recidivi ha riscontrato una prevalenza di quasi l’1%. L’approfondimento di 72 casi ha dato come esito che l’età media di insorgenza di un comportamento menzognero si colloca verso i sedici anni, ma l’età media in cui viene diagnosticata una vera e propria patologia è di 22,4.

Lo stesso studio ha inoltre messo in luce che la patologia è equamente distribuita tra i maschi e le femmine, che il quoziente di intelligenza (QI) di questi soggetti risulta essere nella media o leggermente sotto la media (con QI significativamente migliore nelle prestazioni verbali) e che nel 40% dei casi è presente una disfunzione al Sistema Nervoso Centrale caratterizzata da epilessia, risultati elettroencefalografici anomali, trauma cranico, o infezione al SNC.

Gli autori suggeriscono che il disturbo fittizio, la peregrinazione e le imposture sono manifestazioni comportamentali secondarie della pseudologia fantastica e che siano meritevoli di ulteriori studi107.

A partire da questo studio, Charles C. Dike, docente di Psichiatria all’Università di Yale, ha svolto un ulteriore approfondimento, pubblicato in “Psychiatric Times” nel 2008.

Secondo Dike, il dibattito sulla reale capacità dei Mentitori Patologici di riconoscere le proprie bugie come
un falso ha incalzato questo fenomeno per decenni. Parte integrante del dibattito è la confusione che scaturisce dall’interrogativo circa la reale capacità del bugiardo patologico di pensare secondo una logica. È stato infatti osservato che i Bugiardi Patologici credono nelle loro menzogne fino a diventare deliranti. Ciò che ne risulta è che la bugia patologica viene indicata come un “desiderio psicotico” e il bugiardo patologico descritto come impulsivo e disorganizzato.

Queste osservazioni hanno sollevato dubbi sulla capacità del Bugiardo Patologico di controllare il suo comportamento menzognero. La mancanza di un obiettivo per cui mentire, gli indefiniti benefici nel formulare false accuse o nell’auto-incriminarsi e la ripetitività delle bugie, nonostante le conseguenze negative per la sua reputazione e il suo sostentamento, costituiscono un ulteriore dubbio sulla capacità di controllo sul proprio comportamento.

Per contro, è stato osservato anche che attaccare risolutamente e persistentemente i Bugiardi Patologici può portarli a riconoscere parzialmente la loro falsità, e ciò suggerisce la presenza di un pensiero logico111. Tale premessa è coerente con una visione della bugia patologica come forma di bugia fantastica, un sogno ad occhi aperti comunicato come se fosse reale, detto solo per puro piacere del bugiardo.

Anche se le bugie fantastiche possono aiutare la fuga del Bugiardo Patologico da situazioni di vita di stressanti o compensare traumi avvenuti durante lo sviluppo, vi sono prove che evidenziano come queste persone dimostrino “reazioni di sensi di colpa” nella norma se sottoposte ad un test di lie-detection.

Forse si tratta di un tentativo di ridurre lo stesso senso di inadeguatezza che spinge i bugiardi patologici a credere alle loro menzogne, creando così una strana forma di doppio legame.
Un’ulteriore analisi dimostra che i bugiardi patologici solitamente danno prova di possedere un sano buonsenso in questioni che non riguardano direttamente loro stessi. Osservando il rapporto tra il comportamento del Bugiardo Patologico in associazione con altri comportamenti criminali, risulta che l’esame di realtà rimane intatto in circa la metà dei casi, avallando l’idea di un’impulsività comportamentale. I crimini associati alla menzogna patologica comprendono il furto, la truffa, il falso, e il plagio. Vale la pena notare, tuttavia, che alcuni bugiardi patologici sono professionisti di successo di cui non esiste notizia di commissione di reato.

di Francesca Baratto

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