Come fare l’Assessment della Memoria in Psicologia

La Valutazione Clinica e Neuropsicologica per la Riabilitazione della Memoria

La complessa natura e struttura che contraddistinguono la funzione cognitiva quale la memoria, rende assai difficile il momento dell’analisi e della valutazione, sia clinica sia neuropsicologica del paziente. Il terapista possiede innumerevoli risorse e strumenti per compiere la sua diagnosi, ma è bene fin dall’inizio considerare tutti gli aspetti che caratterizzano il quadro clinico del paziente.

Ciò che si richiede e che è indispensabile; è una buona conoscenza e padronanza della testistica, ma anche un occhio critico e attento nel cogliere le varie sfaccettature che rendono unico il paziente. Ponendosi dunque in una prospettiva aperta e comprensiva, ci aspettiamo l’istituzione di una vera e propria alleanza tra terapista e paziente, ma dall’altra parte è necessaria anche una partecipazione attiva dell’esaminato per raccogliere più dati possibili per la nostra anamnesi.

Assessment della Memoria in Psicologia

La valutazione della memoria, in quanto funzione specifica prevede come obiettivo primario la conferma o meno della presenza di un disturbo e disordine riguardo i suoi sistemi e processi; ma ci permette di evidenziare anche come l’alterazione prodotta dal deficit ha intaccato il funzionamento cognitivo in generale.

La valutazione iniziale è di fondamentale importanza in quanto grazie ad essa non indaghiamo solo l’aspetto cognitivo generale e specifico, ma anche tutti quegli aspetti che accompagnano il singolo quadro clinico: sociali, emotivi e il confronto del funzionamento cognitivo morboso con quello premorboso. Per stimare la gravità e la severità del disturbo è importante raccogliere quante più informazioni possibili sia riguardo al paziente che i caregiver (famigliari) e le figure più significative e vicine a lui. Raccogliere più testimonianze e voci ci permette di confermare quanto perviene dal colloquio clinico con il paziente e avere un riscontro concreto riguardo alla problematica esposta dall’interessato stesso. Dunque una buona valutazione deve essere al tempo stesso: globale, andando a toccare tutti gli aspetti sia funzionali che comportamentali, ma anche specifica rispetto la problematica e il disturbo lamentato. Per far ciò possiamo servirci di un insieme di test e batterie standardizzate che accompagnate da un’osservazione ecologica possono aiutare a confermare una diagnosi potenziale. L’utilizzo di test standardizzati ad hoc non esclude comunque la possibilità di personalizzare tale percorso e rendere l’analisi investigativa specifica a seconda del caso clinico.

di Chiara Spinaci

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