Come Capire se Sei Dipendente dall’Alcol

La scienza medica si concentra sugli aspetti patologici legati al bere, in particolare la psichiatria e la psicologia associano l’alcolismo ai concetti di disagio e disadattamento; ma ciò che ci viene in mente prima di tutti, la domanda chiave è: cos’è l’alcolismo? cosa e chi può essere definito un alcolista? Qual è la soglia alcolica che divide piacere e compagnia dalla patologia? Bene, rispondere a queste domande non sarà semplice, non esiste purtroppo un dato che ci permettere di definire quanto alcol è giusto e quanto no, e non ci è consentito definire bere è bene e bere è male, poiché dichiarando la prima abbracceremo gli aspetti culturali salienti ma disconosceremmo tutte le patologie alcol correlate, se invece dichiarassimo la seconda considereremmo tutto l’alcol una patologia e non rispecchierebbe così la nostra realtà quotidiana.

Senza ombra di dubbio l’alcolismo, così come l’alcolista, sono scenari ben presenti e sono molte le spiegazioni e le definizioni che ne vengono date, prima comunque di entrare nello specifico è bene sottolineare che cosa è definibile come dipendenza e come abuso in generale.

Per l’ Organizzazione mondiale della Sanità (OMS):

il comportamento di chi è dipendente da una droga è caratterizzato da consapevolezza soggettiva della compulsione ad assumere una o delle droghe nonostante i tentativi di smettere o di controllare il consumo; dal desiderio di interrompere l’uso più che di continuarlo; dall’abitudine relativamente stereotipata di assumere la droga; da evidenti sintomi di neuroadattamento (tolleranza, astinenza); da uso della droga per attenuare o evitare i sintomi di astinenza; da salienza del comportamento di ricerca della droga rispetto ad altre importanti priorità; da rapida reintegrazione della sindrome  dopo un periodo di astinenza[1].

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la Sindrome da dipendenza  Alcolica, favorendo un interpretazione della tossicodipendenza in termini di malattia: uno stato psichico e normalmente anche fisico risultante dall’assunzione di alcol e caratterizzato da alterazioni comportamentali o di altro tipo che sempre includono una compulsione ad assumere alcol in maniera continuativa o periodica, al fine di sperimentare gli effetti psicotropi ed a volte per evitare il disagio della mancata assunzione; il fenomeno della tolleranza può essere più o meno presente.

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nella sua quarta edizione (DSM-IV), definisce la dipendenza come un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali e fisici indicativi del fatto che il soggetto continua a far uso della sostanza nonostante siano presenti problemi significativi ad essa correlati; sempre secondo il DSM, per fare diagnosi di dipendenza occorre che siano presenti almeno tre dei seguenti criteri e che persistano almeno un mese:

  1. Tolleranza intesa come il bisogno di dosi notevolmente più elevate della sostanza per raggiungere l’intossicazione o l’effetto desiderato e/o come un effetto notevolmente diminuito in caso di uso continuativo della stessa quantità della sostanza;
  2. Astinenza che si manifesta come una sindrome sostanza specifica conseguente alla cessazione (o riduzione) dell’assunzione di una sostanza precedentemente assunta in modo pesante e prolungato o nel senso che la stessa sostanza è assunta per attenuare o evitare i sintomi di astinenza (tale sindrome causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti);
  3. La sostanza è spesso assunta in quantità maggiori o per periodi più prolungati rispetto a quanto previsto dal soggetto;
  4. Desiderio persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza;
  5. Una grande quantità di tempo viene spesa in attività necessarie a procurarsi la sostanza, ad assumerla o a riprendersi dai suoi effetti;
  6. Interruzione o riduzione di importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa dell’uso della sostanza;
  7. Uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente o ricorrente di natura fisica o psicologica, causato esacerbato dalla sostanza.

La tolleranza e l’astinenza non sono considerati elementi necessari e sufficienti[2].

La sindrome di astinenza è rappresentata da una serie di sintomi conseguenti all’ingestione duratura di alcol: dopo una forte azione depressogena sul SNC, nel momento in cui l’alcol viene a mancare, accade un fenomeno di rimbalzo e opposto, una fase di eccitazione caratterizzata da tremori alle mani, sudorazione, insonnia, palpitazioni e allucinazioni nei casi gravi. La tolleranza invece è una forma di adattamento all’alcol, a causa di una maggiore capacità di distruzione dell’organismo umano e di un adattamento maggiore del cervello alla sostanza tossica, si verifica un bisogno sempre maggiore di bere di più per raggiungere spesso l’effetto desiderato.

Il DSM-IV-TR classifica l’alcol come dipendenza da sostante o effetti correlati ad esso, all’interno dell’ASSE-I (disturbi clinici), dal quale derivano Disturbi correlati all’Alcol , Intossicazione Alcolica, Astinenza alcolica; nel DSM-IV la patologia legata al consumo di alcol riguarda più aspetti: una serie di gravi difficoltà riscontrate nei più diversi ambiti di esistenza del soggetto (lavoro, affetti, salute etc.),  tali difficoltà sono di solito ben presenti al soggetto stesso che però, a dispetto di tutto, continua a fare uso della sostanza aumentando progressivamente le dosi fino a sviluppare una dipendenza di ordine psicofisico; un’importanza notevole alla cosiddetta “perdita di controllo” cioè alla comparsa di un desiderio compulsivo, irrefrenabile, di assumere alcol fino a raggiungere uno stato di ebbrezza; gli autori di lingua inglese definiscono questa condizione come “craving”: il termine  è stato concettualizzato come un forte desiderio compulsivo quasi incontrollabile di assumere sostanze psicotrope da parte di soggetti dipendenti durante le crisi di astinenza o in qualsiasi momento; il fenomeno della “centralità del bere”, che connota la condizione di dipendenza come l’ instaurarsi di una sorta di legame  intenso e non generalizzabile, un’alleanza fra il soggetto e la sostanza difficilmente scindibile[3].

[1] M.Ravenna, Psicologia delle tossicodipendenze, il Mulino, Bologna 2008.

[2] Ibidem

[3] R.Tatarelli, (a cura di), Psichiatria per problemi, Giovanni Fioriti, Roma, 2006.

di Eleonora Caponetti

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