Gli effetti negativi dell’alcolismo sulla famiglia

 

Quando parliamo di alcolismo, devono essere presi in considerazione due parti di uno stesso mondo: il soggetto che presenta il problema con l’alcol e la famiglia di origine o appartenenza del soggetto stesso.

Il contesto familiare ha una doppia valenza significativa: se da una parte molti psicoanalisti, e non solo, hanno dedicato riflessioni sulle cause dell’alcolismo, dall’altra parte la famiglia o il nucleo familiare essenziale ha un valore strettamente terapeutico in quanto in molte associazioni, che si occupano di queste tematiche, la famiglia è considerata parte integrante del percorso riabilitativo, allo stesso livello di chi ha il problema, in quanto seri conflitti e profonde disfunzioni tra i ruoli nelle famiglie di alcolisti inducono a considerare malata l’intera famiglia, poiché la malattia di un singolo viene in qualche modo assunta come polo strutturante delle dinamiche relazionali intrinseche della convivenza.

Le conseguenze dell’alcolista sulla famiglia e amici dipendono molto dal tipo di relazione che è presente a prescindere dal problema, di solito le persone più emotivamente e affettivamente vicine agli alcolisti sono quelle che risentono maggiormente delle conseguenze del problema. La realtà predominante e frustrante di questo quadro è che chiunque sia intorno all’ alcolista, vivrà giorno per giorno sempre la stessa dinamica: l’impossibilità di smettere al posto suo, anzi, più la famiglia o amici tenteranno di indurre alla cessazione o al riconoscimento di un bisogno di aiuto, più il soggetto negherà sia l’etichetta che gli è stata imposta e il riconoscimento di un problema. Negare il  problema per gli alcolisti è la più grande forma di auto-difesa: questa permette al malato di allontanarsi sempre di più dalla realtà e dalla presa di coscienza. La mancanza di lucidità comporta ad una non presa di coscienza del problema da parte dell’alcolista e quindi la sua non accettazione, vi sono tanti modi di negare e i più caratteristici in possono essere dare la colpa agli altri o inventare scuse su scuse.

Se spesso si notano quadri ben chiari dove i famigliari sani da una parte spronano il parente a trovare una soluzione, altrettanto spesso possiamo trovarci di fronte a quadri dove sono i famigliari che cullano la persona cara nella sua dipendenza: alcune volte sono i famigliari a non rendersi conto che ci sia un problema oppure iniziano ad avere comportamenti attraverso i quali possono rendere la situazione più vivibile e meno frustrante, come per esempio accollarsi responsabilità di non propria competenza oppure giustificare qualsiasi comportamento fuori dalla norma; si attua ovvero un meccanismo quasi di protezione, che però altro non fa che peggiorare la situazione.

La psicologia ci insegna che la prima formazione della personalità e del senso morale avviene attraverso la famiglia, nello specifico per gli autori della teoria dell’attaccamento, la relazione madre-bambino è cruciale per lo sviluppo di una teoria della mente e per le future relazioni e per un senso coeso di Sé, lo stile di vita dei genitori e l’educazione impartita giocano un ruolo assolutamente fondamentale.

Quando la presenza di un membro della famiglia presenta una dipendenza con l’alcol, l’equilibrio della famiglia può essere incrinato, e i figli possono risentire nell’immediato o/e nel futuro della situazione.

Ci sono fattori patogeni individuati nelle famiglie a rischio: disagio coniugale manifesto, fuga delle responsabilità, mancanza di cooperazione familiare, espressione ostentata degli affetti, inversione dei ruoli nella coppia coniugale, isolamento fisico fra i membri della famiglia, conformismo e rigidità dell’ambiente familiare anche nei momenti di minore conflittualità. I bambini che nascono in questi ambienti si trovano a confrontarsi con genitori carenti e poco sufficienti nel rispondere alle cure del figlio stesso, specialmente se quest’ultimo ha esigenze particolari[1].

Nel suo sviluppo il bambino risentirà del mancato appoggio funzionale e potrebbe così sviluppare carenze evolutive che lo porterebbero inevitabilmente verso pessime capacità relazionali e pessime conoscenza psicologica di se stesso.

Oppure accade spesso di essere di fronte a situazioni familiari che sono ben diverse, in cui per esempio troviamo un genitore o partner alcolista: alcolista e partner non riescono a mantenere il ruolo di marito/moglie o genitore, il partner sano è sempre più presente ed efficiente in tutti i campi della vita quotidiana, tutte le responsabilità sono a suo carico e la sua vita diventa così routinaria; dall’altra parte il compagno/a alcolista si sente sempre più frustrato e il peso della situazione lo induce maggiormente a bere e peggiorare sempre più. La coppia è così inesistente e l’eventuale presenza di un figlio comporterebbe una maggiore inclinazione del sistema famigliare, la comunicazione esisterebbe esclusivamente per il canale dell’alcol, che diventa l’unico argomento di conversazione. La famiglia vive così all’interno di un vero universo alcolico ed un bambino in questo sistema relazionale carente potrebbe sviluppare una personalità passivo aggressiva oppure andare incontro a quella che può essere definita una crescita prematura, in cui spesso è un figlio a prendersi responsabilità che non sono proprie per la sua età o ancora potrebbe sviluppare comportamenti non adeguati come aggressivi, impulsivi e con scarso rendimento scolastico. Potrebbero anche avere difficoltà in futuro ad  avere una vita equilibrata e sana.

Tutte queste situazioni e tutti i pazienti alcolisti hanno sempre molta difficoltà a porsi di fronte alla propria dipendenza e quando lo fanno o per volontà o con l’aiuto di un sostegno o con percorsi gruppali, la famiglia è il primo punto cardine con il quale poi si devono ri-confrontare.

Di solito con la persona che presenta un alcol dipendenza si lavora non tanto per eliminare il problema e il bere in generale, ma più che altro a porre la persona stessa di fronte al problema e cercare di cambiare il proprio atteggiamento nei confronti del problema e poi del bere in generale. E tutto questo coinvolge anche e soprattutto la famiglia.

L’alcolista che smette di bere si sente più forte e cercherà a tutti i costi di recuperare al danno che sente di aver creato alla propria famiglia e, a sua volta, anche i famigliari si troveranno in una situazione ben diversa con il tempo di quella a cui erano ormai abituati.

La cura degli alcol-dipendenti passa spesso attraverso i gruppi di auto aiuto, che hanno risultati davvero apprezzabili, sono famosi in questo campo gli AA Alcolisti Anonimi e i CAT Club Alcolisti in Trattamento.

[1]              S. Rossi, L’Alcolista. Un nostalgico alla ricerca di identità,  Guerini Studio, Milano 2000.

di Eleonora Caponetti

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