Ossessioni, Rituali e Controllo del Pensiero: Sintomi, Terapia, Caratteristiche

Alle due categorie di disturbi del pensiero (del contenuto e della forma), è necessario aggiungerne altre due:

  1. Disturbi del possesso dei pensieri: di norma, un individuo vive il proprio pensiero come appartenente a se stesso, sebbene questo senso di possesso non sia mai in primo piano nella propria coscienza. I disturbi del possesso di pensiero sono a loro volta suddivisibili in:
    1. Ossessioni: pensiero (o impulso, o immagine) persistente e ricorrente che domina il pensiero dell’individuo nonostante questi abbia la piena consapevolezza che sia completamente irragionevole o priva di scopo o che domini i suoi pensieri ben oltre la sua rilevanza e utilità. Il suo contenuto è causa di ansia e colpa per la persona. I pensieri sono infatti particolarmente ripugnanti per l’individuo: persone pudiche possono essere tormentate da pensieri sessuali, quelle religiose da pensieri blasfemi, quelle timide e inibite da pensieri aggressivi. Le ossessioni appaiono contro la volontà del paziente che, di conseguenza, attua una resistenza. Per questo motivo esistono immagini mentali, idee, paure, impulsi ossessivi ma non allucinazioni o stati d’animo ossessivi…
    2. Alienazione del pensiero: mentre i pazienti con ossessioni riconoscono di essere costretti a pensare a cose contro la loro volontà, essi considerano i loro pensieri come il prodotto della loro testa, non estranei o imposti dall’esterno oltre il proprio controllo. Nell’alienazione il paziente ha la sensazione che i suoi pensieri siano sotto il controllo di un’entità esterna o che qualcuno stia partecipando al suo pensiero.
  2. Ideazione erronea o idee prevalenti: sono idee accettabili, comprensibili, perseguite al di là dei limiti della ragione; si tratta di idee isolate, abnormi, di natura né delirante (l’evidenza retrostante non è falsa e non sono incorreggibili) né ossessiva (non sono percepite come prive di senso, anzi…), preoccupanti per il grado in cui dominano la vita del soggetto. E’ prevalente nel senso che provoca un modo di funzionare disturbato o uno stato di sofferenza al soggetto o a chi gli sta intorno ed è così dominante che tutte le altre idee diventano secondarie: tutta la vita del soggetto viene a ruotare attorno a questa idea. E’ qualitativamente simile alle convinzioni politiche, etiche e religiose ed è strettamente associata a un’intensa componente affettiva e a una personalità abnorme. L’idea prevalente può essere associata ad altri contenuti come
    1. idee persecutorie (tipo querulomane o religioso);
    2. gelosia;
    3. ipocondria;
    4. dismorfofobia;
    5. parassitofobia;
    6. anoressia;
    7. transessualismo;
    8. innamoramento.

 

 Confronto tra idee ossessive e idee prevalenti.

Idea prevalente egosintonica (non vi è lotta per cacciarla in quanto coerente con i bisogni e i desideri dell’io e con l’immagine del soggetto) 1.      Vissuta come parte integrante della personalità;

2.      Legata ad affettività;

3.      Criticabile ma non vissuta come assurda;

4.      Limita le attività ma è meno invasiva

5.      Quasi sempre assente la coscienza di malattia (anche se è presente consapevolezza dell’eccessivo spazio mentale che le si riserva)

6.      Quasi sempre assenti compulsioni e rituali.

Idea ossessiva egodistonica (vi è lotta per cacciarla in quanto considerata incoerente con i bisogni e i desideri dell’io e con l’immagine del soggetto) 1.      Vissuta come estranea alla personalità e non voluta;

2.      Non ha rapporto con l’affettività;

3.      Criticata come assurda;

4.      Interferisce di più sulle attività del soggetto;

5.      Presente coscienza di malattia;

6.      Quasi sempre presenti compulsioni e rituali.

Se noti questi pensieri, contatta presto un medico o uno psicologo

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