Il Rapporto tra Droga e Criminalità Organizzata

Giro della droga ha comportato un aumento quantitativo di delinquenza a livello mondiale e una modificazione qualitativa dello stile criminoso; le lotte fra narcotrafficanti hanno visto venir meno le regole dei delinquenti comuni, meno violenti e sanguinari, anche nella diffusione capillare le lotte tra spacciatori sono atroci.

La situazione in Italia è in gran parte condizionata dalla presenza delle grandi organizzazioni criminali del Sud, non c’è più distinzione tra malavita locale e di più ampio raggio; si distinguono un grosso ramo di traffico organizzato con ramificazioni internazionali, uno medio con fisionomia più fluttuante che può avere rapporti con i produttori o i corrieri ed essere in relazione con le organizzazioni criminali ma relativamente autonomo, uno diretto di piccola entità senza contatto con le maggiori organizzazioni. La differenza di struttura e giro di affari si riflette sui tipi di persone che operano, sui metodi, sulle strategie ecc.

Una prima categoria appartiene alle organizzazioni di tipo mafioso, opera ad alto livello con traffici di ingente quantità e può agire in tutta Italia; la seconda linea fondamentale di importazione è fatta da organizzazioni criminali straniere che agiscono qui (colombiani, boliviani, peruviani). Raramente il trafficante è giovane, sono soggetti di 30 o 40 anni perchè necessitano esperienza e capitali, è di genere di scolarizzazione bassa. Il trasporto è tramite occultamenti in altre merci.

La complessità del traffico (trasporto internazionale al grossista, al dettagliante, al consumatore) richiede struttura piramidale, al vertice ci sono organizzazioni che possono trafficare indifferentemente in eroina e cocaina. A livello medio al Nord c’è un traffico autonomo dalle organizzazioni mafiose e persino per attività individuale (chi va nei paesi produttori e torna a spacciare da solo, ingerendo ovuli – body packer syndrome – queste persone vengono da diverse categorie, lavoratori compresi). Il livello più basso, della vendita al minuto, presentava differenze tra vendita di coca ed eroina in termini di tipologia del consumatore, luoghi, purezza e controllo delle forze dell’ordine.

Correlazioni droga e criminalità, vanno distinte:

  • criminalità diretta (commissione di reati eseguiti sotto effetto di droghe);
  • criminalità da sindrome di carenza; criminalità indiretta (dovuta alla necessità di procurarsi il denaro per la droga);
  • criminalità da ambiente (connessa con sottocultura e aree criminose nelle quali confluiscono i tossicomani gravi).

Non bisogna credere che l’uso di droghe induca sempre effetti immediati e diretti che favoriscano di per sé la commissione di atti violenti, le modificazioni psichiche legate all’effetto acuto delle droghe solo raramente pongono in uno stato di alterazione facilitante gesti inconsulti, i crimini per effetto diretto sono statisticamente poco rilevanti. Una particolare criminalità è quella dei delitti compiuti in corso di crisi di astinenza, sono atti delittuosi commessi in una condizione di sofferenza angosciosa che può portare ad una mancanza di controllo legata all’impellente bisogno della dose (rapine, furti, ecc); la criminalità del tossicomane è in correlazione mediata con l’eroina, unico stupefacente che induce quasi senza scampo alla criminalizzazione. Fra i delinquenti comuni l’uso di droghe è molto diffuso (tossicomania dei delinquenti, diversa dalla delinquenza dei tossicomani).

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