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22 cause del suicidio

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Il suicidio può essere classificato in varie tipologie in base a diversi fattori che spingono l’individuo a compierlo.

Il suicidio dimostrativo: il soggetto non vuole realmente togliersi la vita, ma viene identificato come una richiesta d’aiuto. Può significare vendetta per suscitare nell’altro un senso di colpa, di ricatto per avere qualcosa in cambio, di sacrificio per raggiungere una condizione superiore, di sfida nei confronti della vita.

Il suicidio liberatorio: può significare una fuga da una situazione ritenuta insopportabile dal soggetto, di lutto come perdita di una parte di sé, di castigo per l’espiazione di una colpa e di delitto in cui si cerca di portare con sé nella morte un’altra persona.

Il suicidio pianificato: il soggetto pianifica la propria morte. Può essere semplice o complesso, quando si utilizzano più metodi per evitare il fallimento del primo metodo e garantire l’esito fatale.

Il suicidio da bilancio: il soggetto fa un bilancio su come ha vissuto e se ha la convinzione di aver fallito può essere indotto al suicidio. Si verifica un crollo dell’autostima che porta alla svalutazione e all’autocolpevolizzazione davanti a se stessi e un senso di vergogna davanti agli altri.

Il suicidio di coppia o suicidio romantico: due partner che vivono in simbiosi decidono di togliersi la vita assieme e di condividere tutto fino alla fine. Si verifica quando entrambi vivono la sensazione di una vita insopportabile e senza senso.

Il suicidio di denuncia o di protesta: il soggetto vede che i suoi appelli dovuti alla frustrazione sono rimasti inascoltati e può tentare modi di protesta più evidenti e estremi.

Il suicidio egoistico: il soggetto possiede un basso grado di integrazione sociale, è isolato, chiuso, disadattato. Generalmente l’individuo si allontana dagli altri e si oppone alle norme sociali.

Il suicidio impulsivo: il soggetto vive con un’incontenibile agitazione, con forti pressioni interne, con un’elevata instabilità emotiva, emozioni negative. L’individuo sente di non poter sopportare continue frustrazioni, avvilimenti, mortificazioni. Il soggetto agisce per liberarsi da una situazione vissuta come intollerabile.

Il suicidio istituzionale: il soggetto desidera di morire dopo la perdita di una persona cara, ad esempio quando muore il coniuge.

Il suicidio lucido e razionale o suicidio filosofico: il soggetto sceglie il suicidio utilizzando argomentazioni logiche e razionali; non è in preda a emozioni impulsive e non soffre di disturbi mentali; spesso è attuato da intellettuali e saggi per allontanarsi dal disgusto della vita.

Il suicidio da noia o da tedium vitae: l’individuo sceglie il suicidio perché la sua vita gli sembra piatta, indifferente. Spesso questo stato d’animo colpisce alcuni adolescenti suicidi, che sfiorano la morte con indifferenza, distacco, apatia.

Il suicidio mascherato: il soggetto non vuole far conoscere i propri intenti suicidi perché si vergogna. Il suicida non vuole incolpare la propria famiglia o vuole far riscuotere un’assicurazione sulla vita. Può essere riscontrato in tossicodipendenti, alcolisti, personalità antisociali.

Il suicidio di massa: possono essere dettati da situazioni sociali e ambientali insopportabili, possono essere inseriti in contesti religiosi in cui si predica il suicidio come passaggio veloce verso l’altro mondo; possono verificarsi in ambito adolescenziale dall’imitazione di comportamenti autodistruttivi dei coetanei. Solitamente questi gruppi sono uniti dall’uso di sostanze stupefacenti o da situazioni di insuccesso scolastico, emarginazione o fallimenti sociali.

Il suicidio organico contro il proprio corpo: il soggetto non vuole più vivere e si rende maggiormente predisposto a contrarre malattie e a conseguire più facilmente morti premature. La malattia psicosomatica può rappresentare la messa in atto del desiderio di morire.

Il suicidio ordalico: il soggetto lascia al destino la sorte della propria vita. Si utilizzano passatempi mortali per mettere alla prova il fato, per riempire il vuoto della propria vita con sensazioni forti.

Il suicidio passionale: il soggetto è in preda a un’emozione sconvolgente che annulla ogni considerazione razionale. Nasce da una forma patologica di gelosia amorosa, quando l’abbandono crea una ferita narcisistica che fa crollare l’autostima.

Il suicidio religioso: il suicida ha un’impostazione mistico-religiosa e non è focalizzato tanto sulla morte, quanto al ricongiungimento all’energia universale in cui trovare la pace eterna (ad esempio i martiri cristiani).

Il suicidio riparatore: si ricorre al suicidio riparatore soprattutto quando si verificano grandi scandali. Il soggetto può voler espiare le proprie colpe per poi sentirsi assolto e può aver commesso crimini e imbrogli.

Il suicidio persecutorio: il soggetto si sente perseguitato da una persona che considera la causa della propria infelicità. Cerca di colpire in se stesso la persona dalla quale è stato deluso e distrutto.

L’omicidio-suicidio: è composto dal momento in cui si uccide l’altro e da un secondo in cui si uccide se stessi. I motivi possono essere aggressivo-sessuale, dovuto a gelosia (omicidio del partner e suicidio), e aggressivo-protettivo (omicidio dei figli e suicidio).

Il suicidio sansonico: si provoca la propria morte per uccidere anche altre persone.

Il suicidio aggressivo del kamikaze: è il suicidio attuato come arma di lotta contro nemici o invasori.

di Ilaria Congiu

ilaria congiu

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