Analisi Psicologica del Terrorismo

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La psicologia ha cercato di analizzare cosa ci sia alla base del fondamentalismo, quali siano i sentimenti, le sensazioni e le motivazioni che lo alimentano.

Eventi fra loro lontani, come le stragi nei college americani e le stragi perpetrate dai seguaci dell’Isis, hanno in comune due elementi: la disumanizzazione e la svalutazione.

Secondo il professor Foschi infatti, «gli attentatori sono sempre giovani adulti che sembrano odiare il loro tempo e i loro simili tanto da arrivare ad ucciderli come se la vita terrena non avesse per loro alcun valore, tanto da divenire
massimamente crudeli e abbracciare credenze radicali e assolutiste».

A lungo la psicologia, dopo la seconda guerra mondiale, si è domandata come avesse potuto un uomo pianificare e attuare l’annientamento di un altro popolo. Da qui hanno avuto inizio gli esperimenti sull’autoritarismo, il conformismo e l’aggressività.

Tra i più noti vi sono quelli condotti da Milgram e Zimbardo, i quali hanno puntato l’attenzione sul “potere della situazione”, in contrapposizione a quello della biologia, che può favorire o sfavorire l’attuazione di comportamenti crudeli, evidenziando come questo possa determinare il comportamento umano.

La svalutazione e la disumanizzazione degli altri possono creare situazioni e contesti in cui sia molto probabile l’attuazione di comportamenti malvagi.

Oltre che dalle situazioni, la disumanizzazione e la svalutazione possono derivare anche da particolari interpretazioni della realtà, come la tendenza a valutare ciò che è diverso come negativo/sbagliato e ciò che ci è simile come positivo/giusto. Tale polarizzazione del pensiero, definito in precedenza come intolleranza dell’ambiguità (nella quale rientrano la mentalità totalitaria, l’assolutismo morale, la separazione e la categorizzazione ingroup e outgroup) consiste nella tendenza a considerare il mondo in sole due dimensioni, giusto o sbagliato (bianco-nero), senza alcuna sfumatura intermedia.
Tale meccanismo psicologico non può essere sintetizzato come semplice banalità del male poiché, come visto in precedenza, si tratta di un meccanismo ben più complesso. Secondo il professor Foschi, l’unico modo per superare questo pensiero riduzionista della realtà consiste nell’«attuare politiche educhino ad una psicologia che favorisca un modo di pensare complesso, riavvicini i contrari, si identifichi con l’altro da sé, riconcili ciò che appare inconciliabile, favorisca gli incontri fra diversi e spinga ad un lungo ed ostinato confronto alla ricerca di punti di contatto, che possano essere continuamente rimessi in discussione».

di Alessio Lamanna

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