scena del crimine

Criminal Profiling: dall’analisi della scena del crimine al profilo psicologico

 

scena del crimine

Quando si parla di Criminal Profiling generalmente si pensa ai casi in cui ad essere coinvolti in quanto autori di reato siano esclusivamente i serial killers.

Sicuramente è una metodologia nata con lo studio degli omicidi seriali al fine di delinearne un possibile profilo psicologico e criminologico; ben presto, però, allarga il proprio lavoro anche ad altre forme di violenza agita.

L’espressione “Criminal Profiling” spesso viene sovrapposta da altri termini che vengono usati da diversi autori per riferirsi al modo di produrre un identikit psicologico dell’autore di reato: Behavior o Behavioral Profiling, Criminal Personality Profiling, Criminal Investigative Analysis, Forensic Profiling, Psychological Profiling.

Il più autorevole fra gli autori che hanno trattato questo tipo di argomento, David Canter, descrive il “profiling” come

qualsiasi attività che possa essere utile, a partire da ogni informazione disponibile, a inferire le caratteristiche dell’offender e del tipo di reato.[1]

Scopo, infatti, di questa metodologia è quella di inferire l’organizzazione di personalità del criminale a partire dai comportamenti che mette in atto durante l’esecuzione di un reato, ma anche prima e dopo il reato stesso.

Riuscire ad individuare dettagli importanti sull’identikit di un possibile reo aiuta gli investigatori a restringere il cerchio dei sospettati ed arrivare in tempi celeri alla risoluzione dei vari casi.

Come detto poc’anzi, il Criminal Profiling si applica a diversi tipi di delitto, ma il suo campo elettivo è il delitto sessuale violento con caratteristiche di serialità.

In accordo con il Crime Classification Manual, si annoverano sei differenti tipi di omicidio:

  1. Single Murder, che viene preso in considerazione dal Criminal Profiling solo se si presenta con caratteristiche di efferatezza e senza un’apparente motivazione;
  2. Serial Murder, che, secondo il “National Institute of Justice”, si può menzionare in presenza di due o più omicidi commessi in eventi diversi e, di solito, da un unico autore. La distanza fra gli omicidi può essere di qualche ora, ma anche di qualche anno; e le motivazioni generalmente vanno ricercate nel tipo di personalità del soggetto che si rispecchia nella scena del crimine, che, di solito, presenta elementi sadici o sessuali. Il CCM di Douglas, Burgess e Ressler fornisce, però, un’altra definizione, allargando gli eventi omicidari a tre o più, commessi sempre in luoghi separati con intervallo di raffreddamento emozionale del criminale;
  3. Mass Murder, con cui s’intende l’uccisione di quattro o più persone in uno stesso luogo ed in uno stesso evento. L’FBI divide questo tipo di omicidio in “classic” e “family”, dove, in quest’ultimo, all’assassinio dei componenti della famiglia, segue il suicidio dell’autore;
  4. Spree killing, definito come “omicidio compulsivo”, si caratterizza per l’omicidio di più persone in due o più luoghi ed in un unico evento, senza raffreddamento emozionale da parte dell’autore;
  5. Rape, che riguarda la violenza sessuale che spesso giunge ad esiti letali. Sono stati individuati quattro tipi di stupro:

Power – reassurance rapist. In questo caso la violenza sessuale è frutto delle fantasie dello stupratore che crede che la vittima possa trarne piacere o addirittura innamorarsi di lui.

Exploitative rapist. La violenza sessuale è il risultato di un atto predatorio impulsivo.

Anger rapist. La sessualità è il modo di sfogare un intento aggressivo, generalmente verso una categoria definita di persone.

Sadistic rapist. La violenza sessuale mira a causare dolore e sofferenza nella vittima.

  1. Arson, in cui si inquadrano “serial arsonist”, che prevedono tre o più eventi di incendio appiccato con raffreddamento emozionale tra gli episodi, e “mass arsonist”, che prevede l’appiccare più incendi in un singolo posto.

[1] Picozzi M., Zappalà A., 2002, Criminal Profiling. Dall’analisi della scena del delitto al profilo psicologico del criminale, McGraw-Hill, Milano, p. 4.

Articolo di Maria Esposito – richiedi una consulenza

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