Psicoterapia per ridurre l’ansia matematica

 

Una ricerca di Maloney et al. (2010) ha confrontato i tempi di reazione in due campioni diversi (alta versus bassa ansia matematica). I soggetti con ansia matematica, rispetto a quelli senza ansia matematica hanno avuto tempi di reazione maggiore nel conteggio di item. La memoria di lavoro inoltre sembra mediare questa differenza tra i gruppi.

Una ricerca di Rayner, Pitsolantis, Osana (2009) ha studiato se l’ansia matematica dell’insegnante può essere correlata anche all’effettiva conoscenza della materia, per questo motivo sono stati utilizzati diversi test di assessment su un campione di insegnanti. Per misurare l’ansia matematica è stata utilizzata la Revised Mathematics Anxiety Rating Scale (RMARS) di Baloglu (2002), la competenza tecnica, ovvero, la conoscenza procedurale delle frazioni era valutata con un test carta matita (Saxe, Gearhart, & Nasir, 2001) e da ulteriori 4 problemi scritti dai ricercatori. I risultati hanno mostrato che quando aumentava l’ansia matematica, la conoscenza procedurale delle frazioni diminuiva. Questo risultato ha certamente poi un impatto sulla qualità degli insegnamenti.

 

Uno studio di White, Way, Perry e Southwell (2005) ha indagato l’ansia matematica ed alcune variabili ad essa connessi su un campione di 83 insegnanti durante il loro primo insegnamento nell’Università di Sydney Occidentali. I test somministrati erano tre: un test di abilità matematica sui temi di insegnamento assegnati, un questionario sulle credenze verso la matematica, l’insegnamento matematico e l’apprendimento matematico e uno strumento che misurava gli atteggiamenti verso la matematica. L’assunto di base di questa ricerca è che le esperienze e le credenze precedenti all’insegnamento influenzino gli atteggiamenti dell’insegnante, che a sua volta influenza le pratiche e le credenze della classe.

Gli strumenti misurati erano tre:

  • Attitudes to Mathematics and Mathematics Teaching Survey (Relich, Way, Martin, 1994): uno strumento di 20 item su scala 8 punti. La scala è suddivisa in due sottoscale emerse da un’analisi fattoriale su campione di riferimento (n = 345), i due fattori sono insicurezza e fiducia.
  • Beliefs about Mathematics, Mathematics Learning and Mathematics Teaching (Foong & Perry, 1998): questa scala è basata su 18 item con tre possibili risposte e misura le credenze dell’insegnante.
  • Successo Matematico: il successo matematico era misurato con un questionario di 23 item sui seguenti argomenti: concetti di base, numerazione, le quattro operazione, frazioni, operazioni con frazioni comuni, frazioni decimali, percentuali, misurazione, problemi.

La relazione tra credenze e successo. Perry et al (2005) ha considerato la relazione tra le risposte pre servizio degli insegnanti sulle credenze e la conoscenza dei sondaggi matematici. Loro hanno riassunto i principali risultati in questo modo. Sebbene le correlazioni non siano particolarmente elevate, le ricerca mostrano una correlazione negativa piuttosto ricorrente. Quindi maggiore è l’importanza del calcolo e delle risposta corretta, minore è la performance. Il fattore di valore “Rispetto verso lo studente” ha una correlazione positiva con la tendenza verso il successo. Rispetto alle ricerche attuali non  possibile determinare la direzione del rapporto causa ed effetto in queste relazione, ma probabilmente l’autostima gioca un ruolo fondamentale in questa relazione.

La relazione tra atteggiamenti e successi. La ricerca di Southwell et al. (2006) ha studiato la relazione tra atteggiamenti e conoscenza matematica. Loro riassumono le ricerche in questo modo: lo studio fornisce un numero di importanti risultati che forniscono maggiori informazioni concernenti i link tra successo in matematica ed atteggiamenti verso la matematica. Sono stati identificati due fattori principali insicurezza e fiducia, fattori che contribuiscono alla formazione degli atteggiamenti verso la matematica e l’insegnamento della matematica. In generale, gli studi hanno mostrato una tendenza di relazione tra gli atteggiamenti verso la matematica e l’insegnamento della matematica. Gli studenti che hanno fiducia nella loro abilità matematica non sono necessariamente soggetti con ottimi risultati sul profilo matematica. Tuttavia, il livello di fiducia nell’insegnamento matematico è il migliore predittore del successo matematico, piuttosto della fiducia dello studente stesso. La chiara connessione tra atteggiamenti e scali di successo era già attesa. La forza della connessione tra le due variabili suggerisce, tra le altre cose che gli educatori di insegnamento matematica hanno bisogno dell’insegnamento di metodi e modelli di buona pratica pedagogica.

La relazione tra credenze e atteggiamenti. Le difficoltà nella definizione di credenze e atteggiamenti potrebbe indurre qualcuno a pensare che siano costrutti piuttosto differenti e che ci sia una piccola correlazione tra le variabili. Negli studi di Perry et al (2005) e Southwell et al (2006) l’analisi fattoriale è  stata usata per sviluppare la struttura fattoriale tra cinque fattori sulle scale di credenza ed una più robusta struttura fattoriale a due fattori per il questionario sugli atteggiamenti.

In questo studio è stata effettuata un’analisi correlazionale tra i fattori di atteggiamento (e le relative sottoscale)  ed i cinque fattori di credenze. Tra tutte le variabili è emersa una sola correlazione significativa (r = 0,26; * p<.05), questo suggerisce una relazione tra l’insicurezza nell’insegnamento e la credenza e la credenza che l’insegnamento passi con la pura trasmissione delle informazioni (Perry, et al. 1999).  Esistono inoltre alcune correlazioni significative tra singoli item di atteggiamento e credenze.

Ognuno degli strumenti era costruito con obiettivi diversi, tuttavia ognuno è utile per mostrare correlazioni tra concetti.

Contrariamente alle aspettative, non è stata ottenuta una relazione tra credenze ed atteggiamento con una sola relazione tra insicurezza verso l’insegnamento e il fattori trasmissione nella scala delle credenze. Inoltre, i dati della scala di atteggiamento indicano che un atteggiamento negativo riguardo la matematica non preclude un atteggiamento positivo  al successo in matematica. Un individuo può sentirsi in sicuro su un aspetto della matematica, ma fiducioso sulla propria abilità di gestire la matematica in classe. Questo significa che uno studente potrebbe essere entusiasta di fare matematica, ma non essere necessariamente una persona che ha successo nella matematica. La spiegazione di tali risultati ambivalenti potrebbero essere diversi. L’aver riconosciuto una difficoltà nella comprensione della matematica potrebbe condure gli studenti a studiare con maggiore impegno e quindi a fare meglio. Oppure, se i partecipanti si considerano maggiormente come inetti in matematica li avrebbe portati ad eseguire più tentativi per migliorare la propria performance.

 

Maloney e Beilock (2012), le abilità matematiche sono importanti per il successo a scuola e nella vita di tutti giorni. Alcune persone sperimentano apprensione e paura quando hanno a che fare con informazioni numeriche, ovvero, sperimentano l’ansia matematica. Di recente, i ricercatori hanno iniziato a studiare gli antecedenti dell’ansia matematica, rivelando alcune scoperte sul suo esordio, sui fattori di rischio e sui rimedi.

 

Comprendere l’ansia matematica: per le persone con ansia matematica, aprire un testo di matematica o entrare in una classe di matematica può stimolare una risposta emozionale negativa. Attività come leggere un ricevuta può mandare le persone in panico. L’ansia matematica è una reazione avversa emozionale alla matematica (1). Sebbene ci sia una performance normale nella maggioranze dei compiti di pensiero e di ragionamento, le persone con ansia matematica hanno scarse performance solo quando c’è il coinvolgimento dei numeri. Perché l’ansia matematica è legata ad una scarsa performance? Un’idea è che le persone con ansia matematica sono meno abili o allenati in matematica più di quanto non lo facciano i non ansiosi. Dopo tutto le persone con un ansia matematica tendono a stare lontano dalle classi matematiche (Hembree, 1990) e questo li porta per ovvie ragioni a peggiori performance. In ogni caso la scarsa abilità matematica non può essere l’unica spiegazione all’ansia matematica.  È stato dimostrato che l’ansia delle persone nel fare matematica – a prescindere dal livello di abilità matematica – è un impedimento per il successo in matematica (Ashcraft et al. 2007). Quando si affronta un compito matematico, le persone con ansia matematica tendono a preoccuparsi sulla situazione e le sue conseguenze. Queste preoccupazioni compromettono le risorse cognitive, come ad esempio la memoria di lavoro, un sistema a breve termine coinvolto nella regolazione e nel controllo delle informazioni rilevanti per un determinato compito (Ramirez, et al. 2012).

Quando l’abilità della memoria di lavoro di mantenere il focus su un compito è interrotta, la performance matematica spesso ne risente. Nonostante il progresso fatto nella comprensione di come l’ansia matematica si leghi alla performance matematica, è stata volta poca attenzione agli antecedenti dell’ansia matematica.

Determinare chi ha maggiore probabilità di sviluppare l’ansia matematica e perché è essenziale sviluppare una piena comprensione dell’ansia matematica nel suo ruolo rispetto al successo matematico è un dovere.

di Elisa Spisni

Ansia Matematica

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