La Teoria dell’Attaccamento di John Bowlby (definizione)

Per comprendere al meglio l’influenza dei modelli d’attaccamento nel determinare l’insorgenza del disturbo borderline di personalità è necessario risalire alla formulazione della teoria dell’attaccamento, realizzata da Bowlby.

Bowlby praticò l’osservazione diretta dei bambini per l’elaborazione di una teoria dello sviluppo e della psicopatologia. Nel suo “Mental Care and Mental Health”, patrocinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’autore dimostrò l’esistenza di una correlazione fra scadenti condizioni di vita – in particolare la privazione di adeguate cure materne – e la psicopatologia o quanto meno la sofferenza psichica. Si avvalse anche di collaboratori capaci, innanzitutto di Mary Ainsworth  a cui si deve il concetto di “base sicura”.

Ispirandosi all’etologia, ed in particolare alla teoria dell’ “imprintingdi Lorenz[1] ed agli studi sui macachi rhesus di Harlow, Bowlby sviluppò il concetto di un comportamento di attaccamento verso una figura che fornisce sicurezza e protezione (la figura d’attaccamento; d’ora in poi “FDA”), comportamento indipendente dalla sessualità o da altri fattori motivazionali. Per Bowlby la questione più importante non sarebbe più la sessualità ma la sicurezza, fisica e psichica.

«Il comportamento di attaccamento è quella forma di comportamento che si manifesta in una persona che consegue o mantiene una prossimità nei confronti di un’altra, chiaramente identificata, ritenuta in grado di affrontare il mondo in modo adeguato. Questo comportamento diventa evidente ogni volta che la persona è spaventata, affaticata o malata, e si attenua quando si ricevono conforto e cure».

Compito biologico e psicosociale della FDA è quello di svolgere nei confronti del bambino il ruolo di una base sicura da cui si possa affacciare verso il mondo esterno «e a cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato. In sostanza questo ruolo consiste nell’essere disponibili, pronti a rispondere quando chiamati in causa, ma intervenendo solo quando è chiaramente necessario».

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Pattern dell’attaccamento e modelli operativi interni

Il primo dispositivo elaborato per evidenziare le differenti modalità o patterns con cui si esplica il comportamento di attaccamento umano è la “Strange Situation” [1], applicabile solo nei primissimi anni di vita di un individuo. Consiste in una procedura sperimentale (interamente videoregistrata) composta di otto fasi dove si alternano la separazione, la solitudine, il ricongiungimento fra un bambino, la FDA e lo sperimentatore. La modalità con cui viene gestito lo stress da separazione è la variabile che permetterebbe di inferire le “rappresentazioni interne” delle relazioni di attaccamento, ed in particolare «le differenze individuali nei modelli procedurali del sé e della figura di attaccamento» Chiaramente la metodica della Strange Situation può essere impiegata solo con bambini, mentre per i soggetti adolescenti ed adulti sono stati creati altri strumenti, di cui il più noto ed autorevole è sicuramente la Adult Attachment Interview.

Questo dispositivo intende classificare lo stato mentale di un adulto in relazione alla sua storia di attaccamento, valutando in particolare la coerenza fra emozioni e pensieri.

Ogni pattern di attaccamento può essere compreso in termini di modelli operativi interni (d’ora in poi “MOI”) , ovvero rappresentazioni mentali 1) del Sé, 2) della FDA e 3) dello stato emotivo associato alla relazione, rappresentazioni che inizierebbero a formarsi già dal primo anno di vita come esito delle relazioni reali con le FDA. Secondo Bowlby i MOI avrebbero la funzione di elaborare ogni informazione concernente l’attaccamento, e cioè percezione, codifica, recupero, interpretazione, regolazione dello stato emotivo e selezione della risposta.

Molto sinteticamente, la Strange Situation ha evidenziato quattro principali patterns di attaccamento, uno sicuro (B), due insicuri – l’ insicuro evitante (A) e l’ insicuro ambivalente o resistente (C) – ed uno disorganizzato o disorientato (D)

Nell’attaccamento sicuro (B) rilevato con la Strange Situation il bambino protesta per la separazione dalla madre e viene prontamente confortato dal loro ricongiungimento.

Quando la madre è presente, il bambino può giocare liberamente o esplorare l’ambiente. La configurazione omologa all’Adult Attachment Intreview è la configurazione autonoma, caratterizzata dal libero accesso alla propria storia di attaccamento, permesso dalla coerenza di tutti i sistemi di memoria: procedurale, per immagini, semantica ed episodica.

I pattern insicuri alla Strange Situation sono legati in generale all’intrusività, al rifiuto o alla inadeguatezza delle cure; il bambino si trova nella condizione di dovere gestire il proprio stato emotivo non trovando nella FDA un supporto adeguato. Nell’attaccamento insicuro-evitante il bambino non piange al momento della separazione e tende ad evitare la FDA al momento del ricongiungimento. Questi individui hanno adottato la strategia di rendere il meno operativo possibile il sistema dell’attaccamento ad esprimere poco i propri bisogni per evitare risposte negative o inefficaci da parte della FDA.

Questo pattern è spesso presente all’interno di relazioni con la FDA caratterizzate da intrusività, rifiuto, svalutazione delle richieste di accudimento. I bambini imparano quindi ad essere falsamente autosufficienti e ad esprimere la rabbia in modo inappropriato. La configurazione adulta omologa all’Adult Attachment Intreview è la “distanziante”. Chi ottiene questa valutazione dello stato mentale tende a svalutare l’importanza delle proprie esperienze di attaccamento, a raccontare eventi coinvolgenti in modo freddo e distaccato, ad impiegare a questi fini svalutazione o idealizzazione. A livello di modelli operativi interni, si tende a svalutare l’intimità, ad attendersi r ifiuti, potendo il Sé avere sia valenza positiva che negativa. Questo pattern di attaccamento, in età infantile come in età adulta, ha comunque dimostrato, durante le fasi critiche delle osservazioni, di presentare un’elevata attivazione psicofisiologica rilevata sperimentalmente ma negata verbalmente dal soggetto. Il pattern insicuro-ambivalente rilevato con la Strange Situation è caratterizzato dalla protesta fortemente angosciata alla separazione, condizione che non viene eliminata al ricongiungimento. Inibito nel gioco, il bambino tende ad alternare rabbia ed accondiscendenza verso una FDA percepita come imprevedibile. Il comportamento di attaccamento è abnormemente attivato. La configurazione adulta omologa all’Adult Attachment Intreview è quella “preoccupata”: questi individui manifestano eccessivo coinvolgimento nel racconto della propria storia di attaccamento, raccontata con molte incoerenze e con l’impressione che non abbiano ancora raggiunto l’autonomia adulta. A livello dei modelli operativi interni, tendono ad aspettarsi un esito incerto della relazione, risultato ancorato all’amabilità che essi riusciranno o meno a dimostrare; l’immagine del sé tende ad essere di una persona fragile, bisognosa, non amabile. L’attaccamento disorganizzato o disorientato rilevato con la Strange Situation si evince dalla difficoltà ad esibire un qualunque pattern di comportamento organizzato e tendente ad un fine. Questi bambini mostrano invece comportamenti incoerenti, paradossali, di freezing, stereotipie, apparentemente a-finalistici, di irrigidita vigilanza e iper-allerta , comportamenti correlati alla presenza di una FDA che suscita paura. La funzione di accudimento entra allora in una situazione di scacco dove sia il bisogno di approccio che di fuga dal genitore sono contemporaneamente attivati. L’evidenza della ricerca porta a ritenere che con il passare del tempo il pattern disorganizzato tenda a confluire nei pattern evitante ed ambivalente. Si ritrova frequentemente questo pattern in presenza di FDA che sono state oggetto di traumi, gravi lutti o maltrattamenti ed in generale in campioni ad alto rischio di maltrattamento infantile. Il pattern adulto omologo all’Adult Attachment Interview è quello “irrisolto”, proprio di persone impegnate nella elaborazione di gravi eventi traumatici o luttuosi o con disturbi affettivi maggiori.

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attaccamento2Esclusione di informazioni

Bowlby ha ipotizzato che, in relazione a condizioni di accudimento negative, un individuo possa sviluppare MOI disfunzionali, in particolare, MOI “scissi”, in cui una parte delle informazioni provenienti dalle esperienze di attaccamento devono essere escluse dalla consapevolezza. Ad esempio, è spesso utile o necessario per un bambino eliminare dalla consapevolezza la rappresentazione negativa di un genitore maltrattante, in quanto è adattivamente ed evolutivamente più efficace pensare che il genitore sia buono e si comporti duramente per punire un bambino non amabile.

Meccanismi di questo tipo sono comunemente riscontrabili nelle persone che hanno subito maltrattamenti, abusi, trascuratezze, ma anche in condizioni relazionali non affatto estreme o caratterizzate da pericoli reali. Può essere sufficiente un’esperienza di attaccamento caratterizzata da eccessiva freddezza per sviluppare dei MOI in cui il bisogno di amore viene respinto difensivamente per non incorrere nel rischio di instaurare relazioni inappaganti o caratterizzate dal rifiuto.

In sintesi, ci si può aspettare la presenza di significativi meccanismi di esclusione selettiva di informazioni concernenti l’attaccamento in ogni pattern d’attaccamento insicuro o disorganizzato. I meccanismi intrapsichici che si ritiene possano contribuire a queste differenti condizioni sono quelli della repressione, della rimozione e della dissociazione.

[1] Ainsworth M.D., Blehar M.C., Waters B.A., Wall S. (1978), Patterns of Attachment: A Psychological Study of the Strange Situation, Erlbaum, Hillsdale, New York, cit. in Crittenden, 1999

[1] Bowlby J. (1988), Una base sicura, Cortina, Milano, 1989

di Alessandra Serio

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