setta

Perché gli adepti delle sette regrediscono…

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La psicodinamica del gruppo come un insieme unico avviene attraverso un processo di identificazione dei membri con il leader carismatico. Non solo i seguaci desiderano essere tali e quali a lui, ma l’Io ideale del leader viene a sostituirsi totalmente al loro personale e quindi adottano i suoi stessi pensieri, valori, emozioni e bisogni. Di conseguenza il leader trasmetterà loro come dovrebbero essere e cosa è o non è consentito fare, pensare e provare. Proprio come i bambini e gli adolescenti internalizzano le norme di comportamento sulla base dell’interazione avuta coi genitori, così faranno i membri basandosi sulla relazione con il leader (Goldberg, 2012).

Il primo a riconoscere il potere di questa identificazione è stato Freud (1921), che ha anche sottolineato il forte attaccamento dei seguaci tra loro e i suoi effetti. Entrambe queste identificazioni avvengono all’interno del gruppo e portano allo sviluppo di un “sé di gruppo”, spesso grandioso ed esibizionista come il proprio leader. I membri perdono la loro individualità e agiscono al solo scopo di restare nel gruppo e guadagnarsi l’approvazione del leader, come bambini ansiosi di ottenere attenzioni dai genitori. Essere sottomessi in modo masochistico è il modo principale per ottenere il supporto del proprio leader e segretamente questo genera tra i soggetti forte ostilità. L’ambivalenza nata da questa situazione può diventare tanto insostenibile da far indirizzare la rabbia direttamente sul leader, ma la maggior parte delle volte rimane repressa e poi scagliata contro altri gruppi o individui esterni al culto oppure trovando un capro espiatorio da sacrificare. Il successo o meno dello sfogo di questa collera può prevenire il disfacimento del gruppo oppure portare alla paranoia tra i membri. La collettività arriva a pensare che l’oggetto della propria ira stia meditando vendetta e le provocazioni provenienti dall’esterno vengono percepite in modo amplificato, facendo arrivare l’ansia generale a proporzioni psicotiche oppure diventare di tipo depressivo (Abse e Ulman, 1983).

Tenendo conto del lavoro pioneristico di Freud in “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, Abse (1983) discute gli aspetti più importanti della struttura e del funzionamento inconscio dei gruppi, paragonando la trascendenza dei movimenti di massa a una regressione. Innanzitutto descrive il fenomeno della risonanza come i modi in cui le comunicazioni che ogni membro riceve nel gruppo vengono inconsciamente valutate e interpretate riferendosi al proprio livello di sviluppo psicosessuale. Nelle terapie di gruppo si verifica quando i pazienti si relazionano al terapeuta come una figura materna preedipica oppure come una figura paterna edipica, e rispondono differentemente in termini di  transfert agli interventi dello psicologo. In secondo luogo, Abse (1983) suggerisce come gli individui fanno eco al sé centrale inconscio e alla costellazione di obiettivi di un’altra persona. I membri di un movimento politico di massa si identificano con il loro leader carismatico e il suo mondo soggettivo. Se questo mondo è bilanciato e ben integrato, i seguaci scamperanno il pericolo della psicopatologia di massa; altrimenti emulando un mondo strutturato da una costellazione patologica e vulnerabile i soggetti regrediranno a forme arcaiche della loro vita psichica che avevano già superato con il naturale sviluppo individuale. Infine sottolinea la presenza di un fenomeno condensatore, cioè quando l‘interazione tra i membri e il leader diventa così totalizzante da far emergere quella paranoia di gruppo di cui si è parlato. Quindi tenendo conto di questi tre aspetti è possibile affermare che una regressione collettiva avviene quando i membri di un culto si identificano col leader e rimpiazzano il loro Io ideale con la versione inconscia del leader carismatico e quando sia il leader che i seguaci fanno eco alle loro reciproche paure inconsce, desideri e fantasie al punto da condensarsi e divenire un tutt’uno generalizzato. Essa riguarda sia la regressione di un individuo quando entra a far parte di un gruppo, sia quella del gruppo come insieme. Questa psicodinamica può in sostanza portare a una forma sana di trascendenza, ma anche svilupparsi in una forma patologica che causa disintegrazione e promuove la follia di massa (Abse e Ulan, 1983).

di Valentina Conte

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