Quando la paura diventa patologica

Le Fobie possono essere definite come

paura marcata o persistente  di un oggetto o di una situazione particolare, paura sproporzionata rispetto al pericolo che tale oggetto o situazione può comportare

  • Il soggetto riconosce che la paura è eccessiva (presente nel DSM IV-TR, non nel DSM-5) ma evita in ogni modo ciò che la provoca
  • l’oggetto o la situazione viene evitato o sopportato con intensa ansia
  • I sintomi sono molto intensi, tali da causare disagio o da interferire con le normali attività sociali e lavorative della persona

La Fobia Specifica si definisce come:

  •  paura marcata o persistente, provocata da particolari oggetti o situazioni
  • L’esposizione allo stimolo fobico provoca un’intensa ansia
  • L’oggetto (o la situazione) fobico/a viene evitato/a o sopportato/a con intensa ansia o disagio

Es: paura di volare, paura delle altezze, paura dei serpenti, paura dei ragni, paura degli spazi chiusi…

Un soggetto che soffre di fobia specifica ha alte probabilità di soffrire anche di un’altra fobia (elevata comorbilità delle fobie specifiche). Comorbilità con malattie fisiche: coronaropatie

Disturbo d’ansia sociale

  •  paura marcata o persistente, provocata dall’esposizione  a persone non familiari o al giudizio degli altri (nei bambini dove vi sono coetanei, non solo adulti)
  • L’esposizione alla situazione temuta provoca un’intensa ansia, per la paura di ritrovarsi in situazioni imbarazzanti e umilianti
  • Le situazioni temute sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio
  • La paura e l’ansia sono spoporzionate rispetto alla reale minaccia
  • Già nel DSM IV- TR era stato proposto anche il termine di “disturbo da ansia sociale”: i problemi che derivano infatti possono essere pervasivi e interferire con le normali attività del soggetto in grado molto più elevato rispetto alle altre forme di fobie
  • I sintomi possono essere considerati simili alla timidezza, sono però diversi, perché sono presenti: una tendenza molto più forte a evitare le situazioni sociali, un disagio intenso, esperito per periodi più lunghi
  • Le persone che soffrono di tale disturbo hanno occupazioni lavorative al di sotto delle loro possibilità, data l’intensità con cui temono l’interazione sociale
  • Almeno 1/3 soddisfa i criteri previsti per la diagnosi di Disturbo Evitante di personalità che però è considerato un disturbo più grave, a insorgenza più precoce e con sintomi più pervasivi.

Il Disturbo d’ansia sociale può essere:

  • Di tipo generalizzato: la persona teme la maggior parte delle interazioni sociali
  • Legato solo alla performance: la persona teme una situazione sociale specifica: parlare o esibirsi davanti a un pubblico.

Ecco quali sono i legami tra la timidezza e alcune situazioni problematiche

  • Forte Timidezza = Disturbo Evitante di Personalità
  • Moderata Timidezza = Fobia Sociale
  • Timidezza Minima = Nessuna diagnosi di disturbo d’ansia

Il disturbo di ansia sociale insorge solitamente durante l’adolescenza, quando le interazioni sociali acquistano maggiore importanza, ma in taluni casi l’esordio è già in età infantile. Se non viene adeguatamente trattata tende a cronicizzarsi

Il caso di Maureen

Maureen, una ragioniera di 30 anni, si rivolse a uno psicoterapeuta dopo aver letto su un giornale un annuncio che pubblicizzava una terapia di gruppo per persone con difficoltà  nelle situazioni sociali. Durante il primo colloquio, Maureen, che appariva piuttosto nervosa, disse di vivere sempre con notevole disagio l’ansia che provava nel sostenere una conversazione. Disse che il suo problema si era aggravato nel corso degli anni fino al punto che era arrivata a evitare ogni forma di interazione sociale, con chiunque tranne che con suo marito. Non andava neppure al supermercato per paura di dover interagire con gli altri. Maureen spiegò la sua ansia dicendo che si sarebbe sentita malissimo se gli altri avessero pensato di lei che era stupida o che non era in grado di esprimersi bene. Questa paura rendeva Maureen così ansiosa che nel parlare con altri spesso arrivava a balbettare o a dimenticare quello che voleva dire; ciò non faceva che aggravare la sua paura di essere giudicata una stupida, creando un circolo vizioso di ansia e paura crescenti.

Provate a delineare una diagnosi, riferendovi e precisando i criteri del DSM-5

Se ritieni di avere questo problema, contatta uno psicologo per un aiuto concreto: igor@igorvitale.org

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