Le Tecniche di Manipolazione Mentale ed Emotiva

Autrice: Nidja Fico

Manipolazione mentale nelle sette sataniche

La manipolazione mentale è una strategia di relazione che viene utilizzata per distruggere l’identità di un individuo.

In generale, la manipolazione mentale viene usata da una o più persone senza scrupoli, che cercano di soggiogare altri individui attraverso una relazione di potere che serve ad annullare e strumentalizzare l’identità della vittima per i propri scopi. Quindi è una strategia che minaccia l’integrità e l’autonomia dell’individuo perché incoraggia la dipendenza e riduce l’autonomia.

L’identità di ciascuno di noi consiste nelle credenze, nei comportamenti, nelle emozioni e nei processi di pensiero, che caratterizzano il nostro modo di essere.

Sotto l’influenza del controllo mentale, l’identità originaria viene rimpiazzata da un’altra identità che corrisponde ai bisogni e alle necessità della setta.

La manipolazione è un processo di carattere sociale, che coinvolge tutti i membri della setta, tanto gli adepti quanto il capo.

Una volta affiliato, l’adepto entra in contatto con la realtà della setta e quindi viene sottoposto sistematicamente alla manipolazione mentale, già avviata nella fase dell’adescamento.

Secondo alcuni Autori <<la manipolazione mentale […] poggia su tre pilastri: un guru, un gruppo e una dottrina>>.

Il guru è il capo carismatico della setta. Il suo potere sta nella delirante convinzione di essere depositario di messaggi soteriologici, di avere doni di veggenza e profezia. Il gruppo svolge una parte importante nel processo manipolatorio. Esso agisce soprattutto sull’affettività dell’adepto illudendolo di essere amato e rassicurato. Sottoposto a un intenso love bombing, l’adepto non riesce a vedere nient’altro che il gruppo e gli interessi che ad esso ruotano intorno.

Gli adepti vengono reclutati attraverso l’utilizzo di una precisa tecnica di manipolazione che può essere suddivisa in cinque fasi:[1]

  • reclutamento;
  • avviamento alla dottrina;
  • radicamento nel gruppo;
  • allontanamento dalla società e isolamento;
  • rafforzamento della dottrina.

 

Meccanismi di reclutamento

Una tecnica utilizzata delle sette sataniche per reclutare nuovi adepti è il flirthy fishing, che consiste nell’adescare gli adepti con flirt amorosi. Essa viene utilizzata soprattutto dalle ragazze sataniste.

Quando un adepto individua una recluta potenziale inizia sin dal primo colloquio ad esercitare su di lei una sottile forma di condizionamento. Apparentemente il reclutatore sembra attendibile e fa credere che il proprio intento sia quello di liberare la persona da tutti quei condizionamenti morali, culturali e sociali che non fa altro che disorientare e cominciare a destrutturare l’identità della vittima.

Quando la recluta viene portata per la prima volta nella setta, i membri del gruppo si mostrano estremamente affabili e amichevoli, dando l’impressione che fra di loro ci sia un’armonia perfetta.

In questo modo la recluta sente di stare con persone di cui può fidarsi e si libera delle proprie paure.

Sentirsi accolto in un modo mai sperimentato prima fa nascere nella recluta la convinzione di aver finalmente trovato delle persone che diano un senso alla sua vita.

 

Nascita dell’identità cultista

 

La seconda fase consiste nell’indottrinamento dell’adepto riguardo i principi basilari della setta, necessario per fargli acquisire la mentalità della setta stessa.

In un clima estremamente gratificante dal punto di vista affettivo, vengono forniti alla recluta libri, audiocassette e DVD. A questo punto viene stabilito il contatto con il capo, che predispone il neo- adepto alla metamorfosi religiosa e spirituale.

Questa fase prevede uno stadio iniziale in cui la recluta deve rifiutare i falsi valori che propone la società e si deve avvicinare alla nuova fede, basata sul piacere e sull’egoismo.

Un fattore che va a vantaggio degli scopi della setta è l’autosuggestione, con cui il neo-adepto si convince di aver trovato la chiave per la realizzazione e il successo, e fa sì che il neo-adepto si crei mentalmente una serie di idee e aspettative idealizzate riguardo alla congrega.

I principi fondamentali della dottrina vengono comunicati a poco a poco, man mano che l’appartenenza al gruppo diventa più salda, in modo che la recluta non si accorga delle contraddizioni presenti nella dottrina e nei rituali che la setta pratica.

Dopo che la volontà dell’adepto è stata completamente soggiogata, il gruppo e il capo mettono in atto una strategia basata sulla frustrazione affettiva. La strategia della frustrazione serve a far perdere al neo-adepto la fiducia in se stesso e nelle proprie potenzialità, determina in lui una condizione di sudditanza, che lo porta ad affidarsi ciecamente al gruppo, a partecipare più frequentemente ai riti e a sottomettersi ancora di più ai membri più anziani.

Lo scopo dell’indottrinamento è far sviluppare al neo- adepto una percezione di sé e del mondo diversa da quella che aveva prima di entrare nella setta e sostituir la sua vecchia identità con un’identità di setta.

Il suo bagaglio culturale, le esperienze fatte, il modo di pensare e di sentire viene completamente destrutturato.

 

La manipolazione mentale del gruppo

Man mano che l’iniziato sviluppa lo spirito settario, gli viene svelata la realtà della setta e iene messo sotto pressione affinché si presti a soddisfare le esigenze del gruppo.

La manipolazione a volte è talmente forte da spingere l’adepto a commettere persino un crimine grave come l’omicidio.

La pressione psicologica diventa estremamente forte, se il neo- adepto non soddisfa le aspettative, viene punito e umiliato di fronte al gruppo.

Le richieste del gruppo diventano estremamente elevate, quasi irraggiungibili. L’incapacità di assolvere fa nascere al neo- adepto la sensazione di non essere ancora all’altezza e l’insicurezza che deriva da questa condizione iene interpretata come un fatto del tutto normale, sintomatico della guarigione spirituale che sta avvenendo in lui.

Un’altra strategia molto efficace nel far radicare il neo-adepto al gruppo consiste nell’utilizzarlo per reclutare altri seguaci: convincere qualcun altro, infatti, implica far proprie le idee e la dottrina della setta. In questo modo, l’iniziato, senza rendersene conto, manipola e condiziona da solo la propria coscienza.

Il radicamento nella setta iene raggiunto quando il neo-adepto, partecipando a pratiche o rituali assurdi, immorali o criminali, non muove alcuna obiezione perché è convinto che dietro tali pratiche ci sia un significato occulto, che lui non riesce a comprendere o che non gli può essere ancora svelato.

 

Allontanamento dalla società e isolamento

Nelle sette sataniche gli adepti non si allontanano dal loro ambiente familiare e sociale, al contrario mantengono lo status precedente, che assume le caratteristiche di un’identità di facciata. L’allontanamento alla società per gli adepti delle sette sataniche, dunque, non è visibile, concreto e materiale, ma esclusivamente di carattere psichico, spirituale e culturale.

Esso consiste nella denigrazione di tutti i valori affettivi che vive al di fuori dalla società, soprattutto quelli di carattere religioso.

Vengono, inoltre, svalutati e sminuiti tutti i ricorsi e le esperienze di vita avute fino al quel momento.

In questa fase, il controllo emotivo sull’adepto diventa totale e viene rafforzato dal divieto assoluto di parlare della setta a parenti, amici o persone estranee al gruppo.

L’obbedienza alla regola del segreto è assicurata dalla consapevolezza di praticare dei rituali censurati e mai visti dall’opinione pubblica.

 

Rafforzamento della dottrina

La fase finale del reclutamento comporta esclusivamente l’affinamento della dipendenza e del controllo mentale dell’iniziato, affinché venga fortificata ancora più l’identità di setta.

Infatti, nonostante l’efficacia delle tecniche di manipolazione, l’identità di setta non sostituisce e non cancella totalmente quella precedente, ma l si sovrappone facendo finire l’identità pre-cultista in un’area rimossa dalla coscienza. Questo significa che il no-adepto potrebbe in qualunque momento decidere di lasciare la setta. Perciò, attraverso prospettive di potere personale e il coinvolgimento di rituali sempre più trasgressivi, che lo rendono complice e artefice di pratiche immorali o contro la legge, il controllo psicologico viene costantemente rinforzato, per garantire la totale fedeltà dell’adepto alla setta.

[1] Barresi F., Sette religiose criminali, EdUP, Roma 2000.

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