Psicologia del Satanismo: strategie, meccanismi, personalità

Autrice: Nidja Fico

L’impatto del satanismo sugli adolescenti

Nella nostra società l’attrattiva che l’occultismo, magia e rituali esercitano sui giovani è particolarmente forte, non soltanto perché l’adolescenza è un periodo di profondi cambiamenti che comportano vulnerabilità e turbamenti emotivi, ma anche perché l’occulto è costantemente presente nell’universo giovanile moderno.

Internet, videogiochi, fumetti, musica rock e telefilm offrono un’abbondante <<dieta>> di occulto, che non lascia indifferente gli adolescenti, i quali, curiosi da sempre per tutto ciò che è misterioso, sono la categoria che rischia maggiormente l’influenza del fascino del male.

L’adolescente sente il bisogno di affermare se stesso, la propria identità, come una individualità diversa rispetto ai propri genitori, e manifesta una maggiore indipendenza nei pensieri, negli atteggiamenti e nei comportamenti rispetto all’infanzia, che si traduce nell’esigenza di ritagliarsi degli spazi di vita propri, al di fuori del contesto familiare.

Durante l’adolescenza, ogni punto di vista proveniente dal mondo degli adulti viene sottoposto a un attento esame, per essere spesso rifiutato categoricamente.

Questo atteggiamento di ribellione è un processo naturale essenziale per un corretto sviluppo; tuttavia quando ribellione adolescenziale significa diventare satanisti, dobbiamo iniziare a preoccuparci del fatto che c’è qualcosa che non va.

Come John Cooper ha osservato:

<<Il satanismo consacra e incoraggia l’espressione di tutto ciò che è naturale nello sviluppo adolescenziale- la ribellione, la sfida e l’unicità dell’individuo-, però manca di una struttura razionale e positiva e ignora completamente i confini e i valori relazionali, sociali e religiosi.

Il satanismo, come tutte le forme di occultismo, è attraente agli occhi degli adolescenti, semplicemente perché è diverso>>.

I disagi che vivono i giovani che si lasciano ammaliare dal satanismo caratterizzano l’adolescenza di tutti i ragazzi; l’unica differenza sta nella <<soluzione>> scelta per alleviare la frustrazione.

La maggioranza degli adolescenti che si lasciano coinvolgere nell’occulto, lo fa per la libertà, i brividi e le facili possibilità di sperimentare il sesso e le droghe.

Anton La Vey ha ammesso che molti giovani che chiedevano di diventare membri della sua chiesa, avevano problemi psicologici ed emozionali.

Attraverso il suo potere, immaginario o reale, che si occupa dell’occulto scava sempre più in profondità negli oscuri recessi della propria anima fino a quando i valori etici, l’unità familiare e la fiducia nell’autorità vengono rigettati in favore della massima dell’occulto: <<Fa’ ciò che vuoi!>>.

Alcuni giovani così iniziano a utilizzare droghe e alcool, altri scappano da casa o abbandonano la scuola.

Gli adolescenti a rischio sono coloro che vivono problemi di incomprensione e conflittualità con i genitori e i fratelli, coloro che vengono umiliati dagli insuccessi, coloro che non si sentono mai all’altezza della situazione, quelli che non si piacciono, o quelli senza punti di riferimento.

Il satanismo può diventare un rifugio dal marasma emotivo, in cui l’adolescente si nasconde per non confrontarsi con le difficoltà legate alla fase dello sviluppo i cui si trova.

La cosa più importante che un genitore dovrebbe fare è essere attento al proprio figlio, il che significa non solo osservarlo, ma dedicargli parecchio tempo e condividere con lui l’esperienza della crescita.

Poiché nessun adolescente si rifugia in una condotta estrema senza aver prima manifestato in qualche modo sofferenza, se si instaura un tipo di relazione sano e costruttivo, stando vicino emotivamente e nel contempo, attraverso le regole, controllare e impartire divieti, insegnando loro che i rapporti umani sono fatti di fiducia e rispetto reciproco, sarà più semplice per i genitori individuare i disagi dei figli.

 

I giovani satanisti: valutazioni psicologiche

Il satanismo giovanile o <<acido>, è un fenomeno clandestino che consiste in piccoli gruppi di giovani, che si riuniscono nel nome di Satana.

Questi gruppi non presentono una continuità organizzativa e si distinguono dal satanismo <<culturale>> che si basa su una precisa identità dottrinale ed è articolato in gruppi che hanno continuità rituale, capi identificabili, sedi e siti internet.

Il satanismo giovanile, invece, possiede un carattere selvaggio sia per l’assenza di una vera e propria organizzazione, sia perché questi gruppi si formano e sfaldano con estrema facilità.

Il profilo del giovane satanista è quello di un ragazzo particolarmente solitario, poco comunicativo, con uno scarso coinvolgimento nella famiglia e un disperato bisogno di potere o controllo sulla propria vita, che viene colmato attraverso l’interesse per le attività occulte.

Quindi è una persona con un basso livello di autostima, che ha la sensazione di non essere in grado di gestire la propria vita.

Quando un adolescente entra in una setta satanica aumenta il suo isolamento fisico e psichico dalla società normativa, aumenta il suo riserbo e i comportamenti antisociali diventano sempre più frequenti, si allontana dal gruppo abituale di amici, inizia a fare uso di droga e alcool, marina scuola e commette atti violenti.

Il satanismo offre linee guida di comportamento, credo e valore. In assenza di punti di riferimento, valori e idee in cui credere, lo spirito di ribellione adolescenziale può prendere il sopravvento e far sì che i giovani rimangano affascinati dall’esercizio di un potere tanto più seduttivo perché <<soprannaturale>>.

La diffusione del satanismo giovanile rappresenta la scelta di una gioventù particolarmente problematica, che decide di distanziarsi dai modelli sociali, culturali e religiosi convenzionali.

Elementi di forza sui cui il satanismo fa leva per affascinare il giovane adepto sono tutti quei bisogni che vengono frustrati dalla società e dalla famiglia d’origine:

  • il bisogno d’appartenenza. Molti adolescenti, che praticano il satanismo, lo fanno per soddisfare il bisogno d’appartenenza e lenire i sentimenti di alienazione e distacco che provano nei confronti degli amici, della famiglia e della comunità;
  • potere e controllo. Il satanismo è considerato dai suoi seguaci una sorgente di grande potere, in grado di offrire una rapida soluzione a ogni problema.

Un ragazzo di diciassette anni, adoratore di Satana, racconta: << Ciò che mi piace del satanismo è il potere che mi dà. A scuola, con gli amici, a casa ho la sanzione di poter fare qualunque cosa voglia. Da quando sono diventato un satanista tutto intorno a me è cambiato, mi accadono cose strane, ma io non ci faccio caso, perché la cosa che mi piace di più è che riesco a far fare alle persone quello che voglio>>.

  • La ribellione adolescenziale fa parte del normale processo di sviluppo; il satanismo non fa che esasperare questo atteggiamento spingendo molti giovani alla partica di rituali, incantesimi e cerimonie, contro i genitori e la società;
  • curiosità e sollievo dalla noia. Magia e attrazione per il soprannaturale sono i tipici elementi che affascinano il giovane adepto che si avvicina al satanismo. Ma, oltre a soddisfare certo tipo di curiosità, il culto satanista fornisce anche una via di fuga dalla noia e dal conformismo, poiché si presenta come un sistema di credenze radicalmente differente dal comune senso morale, che la società propone;
  • L’aggregazione a una setta satanica non è quasi mai casuale, ma generalmente legata a uno dei problemi più critici dell’adolescenza, cioè quello della bassa autostima.

 

Così il virus del satanismo si diffonde, all’inizio un po’ per gioco, un po’ per stupire, un po’ per essere <<diversi>>, ma poi rischia di diventare una rete, che strumentalizza la fragilità in cui versa il mondo dell’adolescenza del terzo millennio.

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