Tutto quello che devi sapere sulla Leadership

Articolo di Valentina Malinverni

L’interesse per la leadership ha ampiamente superato i confini della riflessione teorica o di laboratorio per accedere alla complessità dei dati di una realtà mutevole, portatrice di nuove richieste, sempre più bisognosa di nuove risorse.
Sintetizzando questi diversi elementi, si può affermare che la leadership è l’azione di avere seguito e, al contempo, di conseguire i risultati. Nei contributi più recenti, inoltre, la relazione di leadership sembra sempre più contraddistinta dalla sfumatura “etica” dell’integrità, della fiducia e della giustizia. Alla difficoltà di definire la leadership si associa il discusso tema della differenza tra leadership e management; questi termini, talvolta utilizzati in modo intercambiabile, debbono essere a mio avviso ricondotti a nuclei di significato nettamente distinti e tale distinzione appare utile per orientare la ricerca e la selezione del personale, per governare i momenti di cambiamento, per riflettere sulle risorse di leadership disponibili ai diversi livelli dell’organizzazione, non solo nella fascia manageriale.

Il management, considerato come “il raggiungimento degli obiettivi organizzativi in maniera efficace ed efficiente, attraverso la pianificazione, l’organizzazione, la costruzione dello staff, la direzione e il controllo delle risorse organizzative2, non rappresenta però, nei lavori più recenti, un elemento debole o poco rilevante: la compresenza di leadership e management sembra essere un elemento imprescindibile per l’efficacia organizzativa3.
In sintesi le differenze principali tra leadership e management sono riconducibili ad alcuni elementi principali:

  • La leadership è una relazione d’influenza tesa a realizzare significativi cambiamenti;
  • Il management è una relazione di autorità finalizzata a produrre beni e/o servizi come esito di un’attività coordinata.

 

Tratti, motivazioni e abilità sono gli elementi distintivi dei primi studi sulla leadership: nella prima parte del Novecento infatti, lo sviluppo di procedure di valutazione psicometrica consentì di mettere a punto strumenti considerati particolarmente adatti allo studio della leadership, nella convinzione che abilità e caratteristiche di leadership siano sostanzialmente stabili.
Le prime ricerche, definite come approccio del “grande uomo”4, si devono concentrare su quei leader che sono stati capaci di raggiungere un elevato livello di popolarità. Alla base di queste teorie è l’idea che alcune persone possiedano caratteristiche che li rendono “leader naturali”. Obiettivo degli studi che si collocano in questa prospettiva è dunque quello di individuare ciò che è distintivo di soggetti riconosciuti “grandi”, differenziandoli da chi invece è considerato privo di leadership. L’elenco delle caratteristiche prese in considerazione è decisamente ampio: lealtà, socialità, persistenza, autostima, prontezza, adattabilità, estroversione, mascolinità, dominanza, conservatorismo. Negli ultimi anni si registrano infine molteplici lavori di ricerca sulla relazione tra personalità (il riferimento prevalente è al modello dei big five) e leadership che segnalano l’importante ruolo dell’estroversione.

Congresso Mondiale d'Ipnosi

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