Cosa NON fare con il proprio figlio

Articolo di Sharon Invigorito

La relazione dattaccamento spaventata-spaventante: lattaccamento disorganizzato-disorientato (D)

Successivamente, un gruppo di studio formatosi a Berkeley e composto da Mary Main, Judith Salomon e Donna Weston, classificò un quarto tipo di attaccamento definito disorganizzato-disorientato (Main e Weston, 1981; Main e Solomon, 1990).

Questa categoria è stata individuata partendo dalla considerazione che alcuni bambini risultavano “inclassificabili” secondo il sistema messo a punto dalla Ainsworth (Crittenden, 1985; Egeland e Sroufe, 1981; Radke-Yarrow et al., 1985; Spieker e Booth, 1985).

 

Questi soggetti presentano pattners comportamentali disorganizzati, disorientati e non direzionati, o meglio privi di obiettivi e piuttosto “conflittuali”, ossia comportamenti che derivano dall’attivazione simultanea di sistemi incompatibili (Hinde, 1970), presentando un misto di comportamenti sia evitanti che resistenti.

Durante l’assenza della madre, questi protestano, ricercandola attivamente, per poi evitarla ed ignorarla al momento della riunione. Altri bambini si avvicinano alla madre e, dopo aver stabilito il contatto con lei, si scostano bruscamente e rimangono immobili al centro della stanza, come “congelati” (freezing).

E’ chiaro che questa tipologia di attaccamento emerge a causa di un certo tipo di relazione e non deriva minimamente da caratteristiche interne del bambino.

Il modello disorganizzato presenta tre caratteristiche principali ricorrenti:

  1. i comportamenti conflittuali, intesi come tutte quelle sequenze comportamentali in cui il bambino mette in atto sia comportamenti di attaccamento, che di evitamento. Sono considerati in sequenza se si tratta di comportamenti di attaccamento seguiti immediatamente da altri di evitamento; mentre sono simultanei, quei movimenti che danno l’impressione di un approccio, inibito poi parzialmente dalla simultanea attivazione di una tendenza all’evitamento (esempio: bambino che cammina verso la madre con la testa girata da un’altra parte);
  1. i comportamenti che implicano disorientamento, simili allo stato alterato di coscienza, come l’immobilizzazione inspiegabile o il congelarsi (freezing).

Il congelamento implica movimenti, gesti o posizioni, mantenuti contro la forza di gravità, mentre l’immobilizzarsi fa riferimento ad un restare immobile in una posizione di riposo. Spesso inoltre, vi è anche la presenza di stereotipie, come il dondolio ritmico;

 

  1. i comportamenti di paura per la figura di attaccamento. Uno degli indici più utilizzati per identificare il bambino disorganizzato è infatti la paura: è questa che attiva l’attaccamento.

Il bambino manifesta paura nella relazione con la madre, mostrando segnali d’attaccamento immediatamente o contemporaneamente inibiti da segnali di paura.

Per quanto riguarda i tratti caratteristici del genitore disorganizzato/disorientato, questi sono:

  • il genitore emette modelli vocali insoliti, con abbassamento improvviso dell’intonazione, che inducono un effetto strano e minaccioso;
  • manifesta modelli comportamentali insoliti;
  • assume una postura o aspetto minaccioso, inviando messaggi contraddittori (esempio: invitare il bambino a giocare con lui, mostrando una mimica minacciosa);
  • può compiere delle invasioni improvvise nello spazio personale del bambino;
  • maneggia il bambino con molta timidezza, come se potesse romperlo;
  • è estremamente responsivo ad ogni indicazione di rifiuto da parte del bambino;
  • spesso fa discorsi molto insoliti, con frasi che evocano morte e pericolo
  • mancanza di coerenza e assenza di una strategia relazionale.
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