Ossessione e dipendenza dal sesso: come identificarle

Il concetto di craving indica un fenomeno complesso, non facilmente definibile, in quanto risulta essere la risultante di fattori biologici, psicologici e sociali.

A complicare il quadro dunque è l’eterogeneità dei suoi sintomi in funzione ai vari comportamenti in grado di dare dipendenza.

Considerato dal punto di vista del piacere, il craving include sia l’attrazione nei confronti dell’euforia e del piacere, sia la repulsione per la disforia e il dolore.

Robbinson e Berridge (1993, 2000, 2001, 2003, 2008) rilevano però, come nelle dipendenze il desiderio di una sostanza e il piacere che si ricava dalla sua assunzione, non siano direttamente collegati. In particolare il craving sarebbe la trasformazione patologica del desiderio, il quale perderebbe progressivamente contatto con la piacevolezza dell’esperienza, con il progredire della dipendenza. I due autori propongono a questo proposito la Incentive-Sensitization Theory of Addiction, con la quale spiegano la dipendenza in base ad un progressivo e persistente processo di adattamento neurologico, dovuto alla ripetuta messa in atto del comportamento oggetto di dipendenza. Ciò fa sì che gli stimoli, le azioni e le loro rappresentazioni possano divenire, attraverso la reiterazione, sempre più desiderati, così come la motivazione a ricercarli e metterli in atto, fino al punto in cui la persona non è più in grado di resistergli.

Il sistema neurale responsabile del desiderio, ed in seguito del craving, è però diverso da quello responsabile del piacere ed in questo senso l’esperienza del craving è dissociata dall’esperienza di ricerca del piacere e di fuga dalla sofferenza.

Inoltre è importare aggiungere che questo fenomeno può manifestarsi anche quando una persona si trova in un ambiente in cui, in passato, ha vissuto esperienze di dipendenza, trattandosi in questo caso di un craving “condizionato dagli stimoli”.

Il craving in sé, può anche essere prodotto dalle cosiddette gratificazioni secondarie della dipendenza, ossia quando la persona sente la pressione di determinati bisogni come quello del controllo, che ha imparato a gestire e soddisfare tramite la dipendenza.

Le gratificazioni secondarie presuppongono componenti cognitive, che non si osservano nella dipendenza animale in sé e fanno in modo che il craving possa essere generato anche dalla semplice consapevolezza o convinzione della disponibilità della droga o della messa in atto di un determinato comportamento. E’ bene specificare che questo fenomeno non è scaturito dall’impossibilità di mettere in atto il comportamento in questione, bensì dalla sua disponibilità.

Possiamo dire che il craving è associato fortemente alla consapevolezza che, con quel determinato comportamento o sostanza, possiamo modificare il nostro umore,, sperimentando una sensazione di benessere.

Questo fenomeno non solo può essere influenzato dalle nostre cognizioni ma, a sua volta, sembrerebbe influire significativamente sul nostro modo di ragionare; in effetti il suo effetto porta a cancellare alcune opzioni e alcune conseguenze dall’orizzonte cognitivo del soggetto.

In questo senso la percezione del soggetto di non avere altra scelta ha una sua veridicità.

In sintesi possiamo affermare che il Disturbo da Ipesessualità è un processo che può avere inizio con scelte volontarie, ma che una volta instauratosi, intacca la capacità di scegliere.

Inoltre la sensazione di urgenza che accompagna molte emozioni, anche quando non vi è alcun bisogno di agire prontamente, può interferire con l’acquisizione razionale delle informazioni.

 Articolo di Sharon Invigorito

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