Le 3 Caratteristiche Moleste dello Stalker

Articolo di Salvia Gelsomina

I comportamenti molesti possono essere raccolti in tre grandi categorie:

  1. comunicazioni indesiderate: telefonate, lettere, biglietti ecc. ;
  2. contatti indesiderati: approcci diretti, pedinamenti, spionaggio e sorveglianza;
  3. comportamenti associati: invio di doni indesiderati, richiesta o annullamento di beni e servizi a nome della vittima, aggressioni fisiche o verbali.

Vediamole nel dettaglio una per volta.

Comunicazioni indesiderate

Il modo più facile e rapido per comunicare con una persona è il telefono, il quale evitando il contatto faccia a faccia mette gli interlocutori in contatto diretto eliminando alcune inibizioni sociali, permettendo così di avere discorsi sugli argomenti più disparati.
Detto ciò possiamo ben immaginare come il telefono sia lo strumento più utilizzato dai molestatori per contattare la vittima, anche perché consente di raggiungerla ovunque lei si trovi (a lavoro, a casa, o sul cellulare). Le telefonate possono essere di varia natura.

Il vantaggio della molestia telefonica risiede nel fatto che si può restare anonimi, a meno che non sia lo stalker stesso a rivelare la propria identità. Durante queste telefonate la vittima può sentirsi dire frasi come «sto arrivando» oppure «sono vicino a te», cosa che ha un effetto devastante su di essa in quanto rende esplicita la vicinanza prossemica del molestatore, oppure può sentirsi fare una dichiarazione d’amore, o infine sentire parlare di temi sessuali osceni.

In altri casi invece lo stalker chiama e non proferisce parola, ma si limita a incutere timore con il solo fatto di aver chiamato. Una strategia molesta intimidatoria molto efficace nello spaventare la vittima consiste nel rivelare un particolare che la riguarda in quel preciso momento, particolare che può essere conosciuto solo da un testimone diretto: dichiarare ad esempio quanto sia bella la pettinatura portata dalla vittima in quell’istante.

Tale rivelazione è devastante per la vittima in quanto così facendo prende conoscenza della vicinanza dello stalker, che può osservarla, sorvegliarla, mentre lei no.

Con la stragrande diffusione dei telefoni cellulari diventa più facile per il molestatore raggiungere il destinatario delle sue attenzioni particolari in qualsiasi luogo si trovi e qualsiasi ora del giorno e della notte mediante chiamate, sms, messaggi nella segreteria telefonica.

Dall’esasperazione molte vittime decidono di cambiare il numero di telefono, ma a volte con scarso successo in quanto in qualche modo il molestatore ne verrà a conoscenza.

Rispetto alle telefonate che come abbiamo già detto sono rapide e consentono un contatto diretto, le comunicazioni scritte come lettere, fax, e-mail richiedono da parte dello stalker maggiore tempo ed impegno. Quando la vittima vede recapitarsi la comunicazione per via postale o consegnata a mano a casa o sul luogo di lavoro, la sola consapevolezza che lo stalker conosca il suo domicilio o il suo luogo di lavoro le induce uno stato di ansia e vulnerabilità profondo, a prescindere dalla natura della comunicazione stessa.

Come per le telefonate, anche in questo caso il contenuto da dichiarazioni d’amore minacce. I molestatori più “creativi” possono anche affiggere dei grandi cartelli sui tralicci dell’elettricità o manifesti sui muri lungo la strada che sanno essere la via solita percorsa dalla vittima per andare a lavoro ad esempio.

Il cyberstalking o stalking telematico è una forma di comunicazione indesiderata mediante pagine web, e-mail e chat rooms, le quali consentono ai malintenzionati di molestare direttamente o indirettamente l’oggetto del loro amore malato.

Sommergono la vittima di messaggi, la invadono di virus informatici oppure possono pubblicare sui siti web del materiale personale o diffamatorio che lo riguarda.

Come se non bastasse è possibile che gli stalker con un’ottima conoscenza tecnica del computer installino sul pc della vittima un programma specifico (Trojan Horse) che permette loro di accedere e controllare il dispositivo della vittima ogni volta che questa si collega ad internet. Inoltre se vi è anche una webcam collegata è possibile controllare anch’essa mediante lo stesso programma, consentendo quindi anche un monitoraggio visivo della vittima.

 

Contatti indesiderati

Il pedinamento e i contatti diretti non desiderati sono le forme di molestie più diffuse dopo le telefonate. Queste riguardano interazioni faccia a faccia ma non necessariamente implicano conversazioni o dialoghi. Oltre al pedinamento che viene attuato in qualsiasi luogo e momento sia in auto che a piedi, lo stalker ha un’ampia gamma di comportamenti da attuare per avvicinare l’oggetto delle sue attenzioni.

Ad esempio può avvicinarsi fisicamente a lei spostandosi da una distanza maggiore e anonima ad una più intima e personale; può farsi trovare sul posto di lavoro, a casa, a scuola o nei luoghi frequentati abitualmente dalla vittima. Ancora, può sorvegliarla e spiarla giorno e notte e controllare i suoi movimenti allo scopo di raccogliere informazioni sulle sue abitudini quotidiane, sul suo lavoro, sulla sua vita privata ecc. .

La sorveglianza viene attuata mediante l’inseguimento e l’appostamento sotto casa, il bighellonamento nei pressi dei luoghi da lei frequentati.
Solitamente la vittima è al corrente di tutto ciò ma non riesce a individuarne il responsabile.

Le intrusioni indesiderate generalmente includono l’effrazione dell’abitazione della vittima al medesimo fine di raccogliere quante più informazioni possibile su di essa, di sottrarle oggetti (nastri telefonici, lettere e posta personale o inviata dallo stesso molestatore, biancheria intima o oggetti personali). Tutto ciò per vendetta o per il desiderio di sentirsi più vicino a lei. A tal proposito citiamo il caso di un fabbro ossessionato da una donna più giovane di lui che abitava nelle sue vicinanze (Galeazzi e Curci, La sindrome delle molestie assillanti).

Vista la sua esperienza come fabbricatore di serrature aveva costruito una serie di chiavi con le quali si introduceva a casa della donna mentre questa era a lavoro. Si sedeva sulla sua poltrona e ascoltava i suoi dischi. Non toccava nulla e non portava via altrettanto dalla casa, si limitava solo ad occupare lo spazio personale della donna per alcune ore.

Un altro caso, riportato sempre dagli stessi autori riguarda un uomo che si recava a casa dell’ex moglie rimuovendo i cardini della porta d’ingresso.

Una volta lì modificava leggermente la disposizione dei mobili. Fu scoperto in seguito grazie ad una telecamera di sorveglianza voluta dalla donna accortasi che qualcuno entrasse nella sua casa quando lei non c’era.

Comportamenti associati

Le modalità delle molestie possono includere anche l’ordine o la cancellazione di beni e servizi a nome della vittima: fiori, pizza a domicilio, abbonamenti a riviste pornografiche, automobili o elettrodomestici.

Tutto questo provoca fastidi alla vittima e inconvenienti anche gravi, come la sua designazione come responsabile per i beni indesiderati da parte delle varie aziende, che cercano di ottenere il pagamento.
Alcuni stalker riescono anche a bloccare le carte di credito o addirittura a convincere le compagnie emittenti di servizi come luce, gas, elettricità a cessarne l’erogazione alla vittima, causandole non pochi problemi. Tutti questi comportamenti oltre ad alimentare la paura e ad essere fonte di imbarazzo, rendono il bersaglio più ansioso e vulnerabile, in quanto non consapevole del limite oltre il quale il molestatore può spingersi e del momento in cui attuerà ancora la sua persecuzione.

Minacce e violenze

Studi rivelano che tra il 29% e il 41% delle vittime di stalking ricevono minacce di svariata natura. Tali minacce possono essere strumentali, quando sono indirizzate al controllo e alla manipolazione del pensiero e del comportamento della vittima mediante l’induzione di uno stato di paura, oppure affettive, quando sono espressione di una tempesta emotiva e spesso impulsive.

Anche se nella maggior parte dei casi le minacce rimangono tali in quanto non vengono tradotte in comportamenti da parte dello stalker, Pathè e Mullen (1997) sottolineano come tutte vadano prese in seria considerazione vista la natura imprevedibile del comportamento molesto.

Alcune vittime, soprattutto se ex intimi, vengono stuprate o uccise dall’aggressore, o sottoposte a percosse e violenza fisica. Ma la vittima diretta non risulta essere l’unico bersaglio della sua violenza: anche coloro che vengono percepiti come un ostacolo possono diventarne oggetto.

Questi “ostacoli” in genere sono familiari o amici che tentano di aiutare la vittima, e vengono usati dallo stalker come strumento di ricatto per far sì che essa ceda alle sue richieste. Attualmente le casistiche non forniscono stime attendibili del numero di casi di stalking che si concludono con omicidi.

Oltre ad urtare la sensibilità dell’oggetto delle loro attenzioni minacciando lesioni ai suoi cari, i molestatori possono essere ancora più subdoli minacciando il suicidio, facendole credere che sarebbe il principale responsabile in caso gli capitasse qualcosa.

Anche gli animali domestici sono un punto debole in cui colpire la vittima, specialmente nei casi in cui vi è un forte legame affettivo ed emotivo con l’animale. Qui il molestatore sfoggia la sua più creativa crudeltà facendo ad esempio trovare il cagnolino impiccato alla porta, oppure spedendo per posta pezzi anatomici del povero animale.

Infine un altro modo in cui il molestatore colpisce la vittima è mediante i danni alla proprietà: le auto sono l’obiettivo principale. Lo stalker può tagliare gli pneumatici, graffiare la vernice, lasciare messaggi su di essa mediante incisione sulla carrozzeria, con la vernice o con un rossetto.

Anche l’abitazione solitamente viene presa di mira mediante il danneggiamento della cassetta delle lettere, del giardino o vandalismo sugli steccati o sulle finestre.

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