5 tipi di menzogne pericolosi

La menzogna si presenta attraverso innumerevoli modi e forme, con l’aiuto di due fattori: volere che il destinatario creda il falso; non volere che il destinatario creda il vero. Incrociando questi due fattori, si ottengono alcuni gruppi di atti menzogneri. Vediamo in questo articolo come riconoscere la menzogna

 

  1. Omissione: omettere di fornire all’interlocutore le informazioni essenziali per gli scopi di quest’ultimo (es. non dire di avere una malattia venerea a un partner occasionale);
  2. Occultamento: nascondere informazioni rilevanti, mentre ne vengono fornite altre che sono vere ma divergenti, fuorvianti o
    secondarie per far assumere all’interlocutore delle false credenze;
  3. La falsificazione: al destinatario vengono intenzionalmente comunicate delle informazioni false;
  4. Il mascheramento: il bugiardo fornisce all’interlocutore delle conoscenze false con lo scopo di nascondere quelle vere;
  5. La falsa conferma: consiste nel confermare intenzionalmente una conoscenza dell’interlocutore che sappiamo essere falsa.

Come si può osservare, vi sono molti tipi di menzogna. Si può ingannare l’altro mantenendolo nell’ignoranza (privandolo di
coscienze vere) o inducendolo in errore (fornendogli informazioni false).

Nel primo caso siamo in una condizione di privazione, mentre nel secondo siamo in presenza di un processo di deviazione delle conoscenze e di fabbricazione di informazioni false (Anolli, 2003).

A tal proposito Ekman (1985) suddivide la menzogna in due macrocategorie: la menzogna per dissimulazione e la menzogna per
simulazione. Con la prima chi mente nasconde certe informazioni senza dire effettivamente nulla di falso. Chi falsifica, invece, presenta
un’informazione falsa come se fosse vera.

La dissimulazione è spesso preferita per svariati motivi: omettere un’informazione è più semplice che inventarne una dal nulla, rischiando di tradirci se non ci siamo preparati in anticipo una storia ben congegnata.

Inoltre è un’azione che appare meno riprovevole rispetto alla falsificazione perché implica un comportamento passivo e non attivo e il mentitore si sente meno in colpa nell’aver taciuto qualcosa piuttosto che aver affermato il falso.

Non da ultimo le bugie per omissione sono più facili da coprire nel caso venissero scoperte perché si può sempre ricorrere alla scusa di una dimenticanza o di una ignoranza dei fatti. La falsificazione, invece, viene utilizzata prevalentemente, anche qualora non sia necessario ricorrervi, per coprire le prove di ciò che si vuol nascondere.

L’uso del falso per mascherare la verità che si desidera dissimulare si rende necessario particolarmente quando si devono nascondere delle emozioni. Occorre aggiungere che quanto più intensa è l’emozione, tanto più è probabile che qualche segno trapeli, nonostante gli sforzi per nasconderla.

Fingere un’emozione diversa può aiutare a mascherare quella autentica che si vuol dissimulare. Falsificare un’emozione può coprire l’emozione celata che minaccia di trasparire. In questi casi, il modo migliore per dissimulare l’emozione provata è simularne un’altra (Ekman, 1985).

Se è vero che qualsiasi emozione può essere simulata per nascondere quella autentica che si sta provando, è anche vero che la “maschera” più usata è il sorriso, il quale controbilancia tutta la gamma delle emozioni negative: paura, rabbia, dolore e disgusto. Il sorriso ha anche la
caratteristica di essere la mimica emotiva più facile da assumere volontariamente.

Menzogne egoistiche e menzogne altruistiche

Negli studi sulla menzogna si è soliti distinguere fra le menzogne altruistiche e menzogne egoistiche. Le prime sono messe in atto più
frequentemente con persone con le quali esiste un legame e il loro scopo è proprio quello di proteggere i nostri cari da sentimenti di sfiducia o da emozioni negative: per questo motivo sono considerate menzogne eteroriferite.

Rientrano in questo ambito le cosiddette “menzogne benevoli”, ossia dette a fin di bene, le menzogne pedagogiche, che servono per rassicurare i bambini, e le bugie innocenti o sociali, dette per buona educazione.

Le menzogne egoistiche, al contrario, sono chiaramente autoriferite e hanno come scopo il conseguimento di un vantaggio personale. Tali bugie possono riguardare i propri sentimenti, il modo in cui ci presentiamo e l’immagine che vogliamo dare di noi, la possibilità di aumentare il nostro livello di autostima, ecc.

Possono essere definite bugie da legittima difesa, ovvero uno strumento per salvaguardare la nostra riservatezza. Questo
tipo di bugia viene più spesso impiegata con persone estranee: ecco perché all’interno di questa categoria rientrano anche le cosiddette “menzogne di sfruttamento”, ossia strategie ingannevoli che permettono di ottenere un guadagno a discapito di altri (Anolli, 2003).

Articolo di Rossella Cataleta

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