Psicologia dei giochi erotici col cibo

I nostri cinque sensi sono di fondamentale importanza, non solo nelle cose quotidiane ma anche nella sessualità. Tuttavia molto spesso, a causa della fretta, dimentichiamo di fermarci un attimo e attivarli.

Risvegliare la propria energia sessuale significa coinvolgere tutti i nostri sensi percettivi, senza dare per scontato semplici gesti quotidiani. Il tatto, l’olfatto, il gusto, la vista e l’udito, attraverso cui passano tutte le nostre esperienze di vita, vogliono essere stimolati anche nei momenti più intimi. Senza trucchi, scorciatoie, o strani giochi di ruolo, la passione può essere risvegliata semplicemente concentrandoci sulle nostre percezioni, il nostro corpo e quello del nostro partner (Quattrini, 2013).

L’esperienza sensoriale permette ai membri di una coppia di riconoscere e migliorare la percezione del sé sessuale e corporeo, ma anche di imparare a condividere i bisogni e le sensazioni di piacere del partner (Lowen, 2013).

Nella maggior parte dei casi le coppie post-innamoramento, o comunque annoiate dalla routine, non si soffermano sulla percezione sensoriale e restano ancorate alle sensazioni esclusive del rapporto coitale  (Capodieci e Boccadoro, 2012).

L’esperienza erotica è vissuta inizialmente a livello immaginativo lasciando troppo poco spazio ai vissuti corporei pre-coito, entrando direttamente nell’esperienza sessuale di tipo penetrativo.

Riconoscendo l’importanza sensoriale, osservata maggiormente nell’immaginario femminile, è utile rivalutare e riscoprire i vissuti associati ai cinque sensi, educando gli uomini, e spesso anche le donne, a una sessualità emozionale e non solamente di tipo genitale (Quattrini, 2013).

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Rinforzare gli aspetti emotivo-espressivi che nascono dai cinque sensi permette alla coppia di riconoscere e sperimentare il proprio “sesto-senso”. Il sesto senso non rappresenta la sensibilità di tipo genitale ma la necessità di migliorarsi all’interno dell’esperienza del piacere corporeo in generale, dove ogni partner ha il dovere di sperimentare se stesso (singolarmente e in coppia) in modo da svincolarsi da certi schematismi e false credenze (Quattrini, 2013).

Uno dei cinque sensi, come sappiamo, è il gusto. L’organo sensoriale  deputato al riconoscimento delle percezioni gustative è la lingua, situata all’interno della nostra bocca. Il collegamento tra bocca, lingua e bacio è immediato per tutti (Gazzaniga et al., 2015).

Il bacio è una vera e propria fonte di piacere sessuale, l’atto che incendia il nostro desiderio. Lo scambio di saliva ricca di testosterone, l’ormone maschile che potenzia il desiderio sessuale, stimola le nostre papille gustative, inviando al cervello messaggi eccitanti (Jannini et al., 2007).
La nostra bocca non ha paragoni nel mondo animale, perché la usiamo per alimentarci, respirare e assaporare, ma anche per sorridere, parlare e, soprattutto, baciare. Se un assaggio del nostro cibo preferito ci lascia deliziate, baciare il nostro partner ha un effetto estasiante. L’imperativo è quindi riscoprire i baci, come preludio all’incontro amoroso, il primo atto per tutto ciò che seguirà.

Nei giochi di coppia, inoltre, il cibo svolge un ruolo importante. Cucinare è sensuale perché è un atto d’amore; coinvolge le emozioni e il desiderio di regalare felicità a chi si delizierà con i piatti.

Come già precedentemente anticipato, cibo e sesso stimolano le stesse aree del cervello  e sono controllati dagli stessi ormoni.

I giochi sessuali con il cibo – dal semplice imboccarsi in maniera reciproca, sino all’audace penetrazione – sono un grande classico.

L’importante è gustare quello che si ha davanti o godersi, perché no, di essere noi la pietanza principale, concedendo al partner l’uso di sé come “tavola” o piatto principale, a patto di farlo seguendo l’istinto di coppia e rispettando i gusti del partner e quelli personali (Quattrini, 2013).

Il piacere di mangiare è spesso inebriante ed estremamente gratificante; quando il cibo viene servito su di un piatto insolito come il corpo del partner, possono assaporarsi ingredienti che non avevamo inserito nella nostra ricetta, pratica già in voga in Giappone ed in altri paesi in cui esistono già dei ristoranti dove è possibile degustare le pietanze sul corpo nudo di una bella donna (Camerani, 2010).

La tavola, quindi, diventa il luogo e il mezzo per conquistare il partner o per ravvivare il rapporto.

Per accendere l’eros, alcune ricerche hanno evidenziato che esistono alcuni cibi dal reale potere afrodisiaco, come ad esempio i crostacei che si gustano con le mani e si addentano e che risvegliano la parte più primitiva e selvaggia. Le ostriche, in particolare, sono ricche di iodio che stimola gli ormoni della sessualità (Camerani, 2010).

Altra pietanza afrodisiaca sembrerebbe essere il peperoncino, un vasodilatatore naturale. L’originalità o l’estetica del contesto e la valenza magica attribuita a questi cibi afrodisiaci, crea una nicchia estemporanea, lontana dalla quotidianità, in cui è più facile lasciarsi andare.

Per creare una situazione ancora più hot, la coppia può giocare a imboccarsi, un ottimo preambolo per innescare la passione.

Un eccitante gioco, ad esempio,  può essere quello che coinvolge l’ultima portata di una cenetta a  lume di candela, preparata con lo scopo di farla diventare un’esperienza erotica e stuzzicante (Quattrini, 2013).

Invece di servire il dessert sul classico piatto da portata o in una coppa del gelato, lo si potrà adagiare direttamente su una zona del corpo del partner precedentemente definita.

Si potrebbe scegliere tra:

  • Fragole o frutta precedentemente spezzettata da adagiare sul ventre;
  • Fragole con panna adagiate sul petto, ma anche sul ventre;
  • Piccola pasticceria adagiata nell’incavo della schiena;
  • Nuvole di panna spruzzate ad arte sul petto, ma anche sui genitali;
  • Nutella spalmata su petto o sui genitali, ma anche sulle dite o su parti del volto;
  • dare spazio alla fantasia!

Come in ogni gioco che si rispetti, vanno seguite delle regole:

  1. Tutto ciò che viene adagiato sul corpo deve essere gustato utilizzando semplicemente la bocca. Le mani possono servire, ma cercando di non abusarne.
  2. Concedersi la libertà di “fare la scarpetta”. Solo così si potrà gustare sino in fondo la prelibatezza del proprio dessert!
  3. Qualora venissero coinvolte le zone genitali, permettersi di concludere il tutto con una fellatio/cunnilingus, in modo tale che il conto appaia decisamente meno salato! (Quattrini, 2013).

In ambiti estremi si può giungere  alla pratica del cock-tail, termine che “gioca” molto sul significato della parola nella sua interezza e in un suo frammento, e che comporta l’ingestione di secrezioni e liquidi corporei del partner (sangue, sperma, urine, etc), come espressione di sottomissione dello schiavo verso il dominante ma anche di profonda condivisione e appartenenza nella coppia (Camerani, 2010).

Il rapporto con il sesso influenza quello con il cibo e viceversa.

Soddisfare il palato non è solo una necessità fisiologica legata alla sopravvivenza, ma un atto che ci dà piacere e soddisfa i nostri sensi.

Sessualità e alimentazione hanno in comune il “modello di gestione” che si muove su un asse controllo/abbandono e trascina con sé una gamma infinita di sensazioni diverse: piacere, soddisfazione, colpa, solitudine, passione, ecc.

Cibo e sesso svolgono funzioni importanti: ci tranquillizzano, sopperiscono alle mancanze, al senso di vuoto, ecc.

Rispondendo ad una stessa area cerebrale comportano una definizione lecita di appetito in termini anche di appetito dei sensi.

La dottrina cattolica pone un primo indissolubile legame tra sesso e cibo collocandolo all’inizio dei tempi in cui Eva è tentata dal serpente per mezzo di una mela che offrirà ad Adamo, diventando l’origine di tutti i mali, la tentatrice.

Il cibo, come il sesso, è un peccato dei sensi. L’unione di cibo e sesso, poi,  è fonte di estasi e trasgressione (Camerani, 2010).

Articolo di F.V. Cassano

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