Psicologia della trasgressione sessuale

In tema di trasgressione, la sessualità e il cibo hanno molto da raccontare.

Fin da piccoli ci insegnano che non si gioca con il cibo, che non si mangia con le mani e che a tavola si sta composti. Ovviare ad una di queste ferree regole significava trasgredire (Camerani, 2010).

Diversi film, inoltre, esaltano l’erotismo del cibo e rompono le regole sociali.

La cena diventa preliminare, attesa del sesso, celebrazione dell’aspetto orale e preparazione al culmine, al genitale. La cura dei particolari , dei colori e degli odori gratifica i sensi e crea la cornice: il leccare, annusare, succhiare, diventano già parte del gioco erotico (Camerani, 2010).

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Già termini quali “fellatio” e “cunnilingus” condurrebbero per assurdo , secondo molti, alla strada verso la trasgressione.

Paradossalmente, infatti, pur essendo bombardata dai tanti e pressanti stimoli sessuali tipici di una società tecnologica e informatizzata, la coppia di oggi è ad alto rischio poiché, nonostante tutte le sollecitazioni esterne, restano diffusi confusione, ignoranza e stereotipie (Quattrini, 2013).

Nella maggior parte dei casi, i partner vivono e percepiscono l’esperienza erotico-sessuale come strettamente vincolata a particolari forme di dovere, all’interno di inconsapevoli schematismi, dove il piacere diventa ritualizzato e standardizzato e privo del gusto inebriante tipico dell’orgasmo (Quattrini, 2013).

Per questo motivo assume sempre maggiore importanza l’osservare l’esperienza erotica e sessuale da una prospettiva più ampia, in cui le sfumature di piacere rappresentino non solo la novità ma un continuum necessario alla sopravvivenza della coppia stessa.

L’appetito fisico e sessuale risponde a bisogni primari presenti dalla nascita. L’appagamento di questi bisogni è fonte di soddisfazioni molto simili.

L’immaginario erotico e sessuale della coppia del Terzo millennio deve svincolarsi dal forte retaggio socio-culturale, concedendo ai partner una libertà di azione e una condivisione di esperienze importanti necessarie per la tutela e la crescita della coppi (Quattrini, 2013).

Trasgredire non significa necessariamente tradire, né tantomeno escludere il partner dall’esperienza del piacere.

Trasgredire dovrebbe diventare la parola d’ordine della coppia moderna. I partner possono imparare a esprimere con estrema libertà le fantasie più nascoste, spesso ritenute difficili da comunicare.

Nella sessualità il termine trasgredire acquista costantemente una connotazione negativa ed è prevalentemente associato al distacco dalle regole della coppia, alla necessità di uno dei due partner di infrangere dei clichè stabiliti nel tempo con tanta fatica e sorretti dal contesto sociale di riferimento.

In realtà, trasgredire può diventare un nuovo modo di giocare insieme, necessario per rompere le regole esterne alla coppia, così che i partner siano in grado di crearne di nuove, personalizzate e soprattutto condivise.

Trasgredire permette alla coppia di sperimentare al meglio le proprie emozioni e i desideri più profondi.

Dopo aver giocato ed essersi concessi il “lusso” non solo di trasgredire, ma anche di imparare a essere complici e amanti, rinnovando costantemente il piacere del divertimento intimo di coppia, bisogna imparare a evitare di cadere in quegli stati di difficoltà che possono essere non facilmente identificati lungo l’intero percorso della vita e nascosti dietro gli angoli del proprio cammino.

La sessualità deve essere un buon punto di inizio per non disperdere energie e migliorare la complicità della coppia. L’esperienza sessuale può essere uno dei modi per abbattere le false credenze in cui i partner imparano a migliorare se stessi. L’espressione ludica erotico-sessuale può far sperimentare il piacere egoistico dell’orgasmo rendendolo condivisibile con il partner solo se svincolato da tabù e schiavitù dei preconcetti e stereotipi sociali e culturali (Quattrini, 2013).

La trasgressione è un comportamento,che va oltre le regole sociali e culturali e l’area della sessualità ha una enorme variabilità che va dalla trasgressione sana a quella che sfiora o si trasforma in disturbo parafilico che, di conseguenza, va affrontato e come tale supportato terapeuticamente da un esperto (Capodieci e Boccadoro, 2012).

In altre parole, la trasgressione sessuale è innocua per gli altri,sino a che viene praticata in un contesto di accordo e condivisione,  mentre il disturbo parafilico è legato al concetto di malattia.

Per trasgressione si intende il mettere in atto da parte di coppie o individui singoli comportamenti che non seguono propriamente regole di tipo sociale, culturale e morale (Capodieci e Boccadoro, 2012).

La trasgressione sessuale non è di per se negativa, perchè in molti casi, molte coppie che con il tempo hanno smarrito o spento “la fiamma del piacere”, trasgredendo e provando liberamente situazioni nuove, tentano positivamente di riaccenderla, rappresentando per molti l’occasione di mettere in pratica le proprie fantasie sessuali insieme al proprio partner.

Diverso, invece, è il disturbo parafilico, che rappresenta un qualcosa di cui l’individuo non può fare a meno, un bisogno che sfugge al suo controllo e da cui dipende. Ciò rappresenta un atteggiamento deviato che si realizza nell’ideazione e perseguimento di comportamenti distorti rispetto al senso comune.

Questo termine,viene utilizzato per quei comportamenti che si oppongono alla normalità e si parla di disturbo quando un atteggiamento o un comportamento sono volti esclusivamente a fare del male a qualcuno; “perverso” e’ chi, trovandosi in una situazione di superiorità, approfitta del suo status per infliggere umiliazioni al piu’ debole, come vedremo nel dettaglio nel capitolo IV (Capodieci e Boccadoro, 2012).

 

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