Il Criminal Profiling secondo la Psicologia Investigativa di David Canter

Articolo di Francesca Federica Falcone

L’approccio di David Canter famoso psicologo ed esponente dell’ Accademia di Liverpool, è più empirico. Il modello infatti ai fini della comprensione del reato pone attenzione allo studio della vittima, al contrario del modello americano che si concentra principalmente sull’offender e sulla scena del crimine, attraverso l’utilizzo di studi empirici e statistiche sempre più aggiornate.

L’assunto di Canter è l’equiparazione del comportamento criminale e le sue dinamiche a qualsiasi altro comportamento sociale, cosa che ne permette lo studio con le medesime metodologie. Il modello inglese denominato Investigative Psychology si basa su cinque elementi:

  • coerenza interpersonale: le azioni commesse dal criminale sono conformi alla sua struttura psicologica e sono influenzate dl rapporto che egli ha con la società
  • significato del tempo e del luogo: la scelta di queste variabili non è casuale anzi fornisce al profiler informazioni sulle rappresentazioni interiori che il criminale ha del mondo
  • carriera criminale: si studia l’evoluzione del comportamento di un soggetto al fine di predire il comportamento futuro
  • consapevolezza forense: ovvero la conoscenza da parte del criminale di tecniche investigative o di rilevazione di tracce ( ad esempio costringendo la vittima a lavarsi dopo una violenza per cancellare ogni traccia biologica e/o organica)

Inoltre Canter suddivise le azioni criminali in espressive e strumentali. Le prime come conseguenze di frustrazioni, rabbie e rivendicazioni mentre le seconde vertono sul raggiungimento di uno scopo “materiale” come ad esempio un tornaconto economico. Infine lo psicologo ritiene fondamentale la compresenza di alcune caratteristiche quali l’egocentrismo, la mancanza di empatia e la presenza di ossessioni personali che risultano comuni a molti criminali.

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