Che cos’è (davvero) la rabbia: definizione in psicologia

Articolo di Katsiaryna Valko

Ekman individua alcune probabili ragioni per cui le persone si arrabbiano: le interferenze con ciò che una persona vuole fare, ad esempio l’impatto che queste possono avere sui bambini[1], la frustrazione[2] che può riguardare un oggetto o un ricordo; il tentativo da parte di un altro di danneggiare la persona fisicamente o psicologicamente con insulti o denigrandolo; il rifiuto di una persona cara; la rabbia di un altro soprattutto quando appare ingiustificata; la delusione per il comportamento altrui; le persone che compiono azioni o hanno convinzioni che offendono la propria visione della vita. Un’espressione[3] che si riferisce ad un’altra emozione che al momento non si prova ma le cui espressioni facciali potrebbero indicare alcune delle sue caratteristiche: ad esempio vedere qualcuno arrabbiato può portare a provare rabbia; gli stati d’animo irritabili quando una persona può arrabbiarsi per cose che non le infastidirebbero altrimenti.

 

Ekman ritiene la rabbia un’emozione molto pericolosa, poiché si presume che la persona arrabbiata abbia sia intenzionata a voler provocare danni agli altri; questo può accadere sia con le parole che con i fatti. Le differenti espressioni di rabbia possono essere causate non solo dalla facilità con cui ci si può arrabbiare, ma sono legate anche all’intensità della rabbia provata.

Inoltre, il ricercatore mette in rilievo che essa potrebbe essere innescata da aspetti individuali, quella violenta può emergere anche quando si sia in presenza di disaccordi, di sfide e di insulti che possono apparire agli altri leggeri. Ekman, nonostante consideri la rabbia un’emozione fortemente negativa, ha tuttavia segnalato alcune funzioni positive di questa particolare emozione:

  1. Può dare lo stimolo a bloccare o mutare qualsiasi causa che ci provochi rabbia; quella per un’ingiustizia ci motiva per agire ai fini di un cambiamento. Non rappresenta un’utilità il semplice assorbimento della rabbia altrui, o non rispondervi affatto. La persona oltraggiosa ha bisogno di imparare che ciò che ha fatto ci è dispiaciuto, se vogliamo che smetta di farlo.
  2. La rabbia ci fa capire la necessità di cambiare qualcosa.
  3. Può essere utile per ridurre la paura e dare la forza per mobilitare le azioni che servono ad affrontare la minaccia.
  4. Essa è stata pensata come un’alternativa alla depressione, in quanto si scarica sugli altri presunte colpe piuttosto che su sé stessi, ma ciò non appare certo perché la rabbia può manifestarsi anche nella depressione[4].
  5. Tramite la rabbia si forniscono agli altri informazioni su dei problemi, poiché si manifesta attraverso forti segnali sia sul volto che nella voce e ciò la accomuna a tutte le altre emozioni.

Ekman dice che c’è una vasta gamma di sentimenti rabbiosi che vanno dal leggero fastidio alla rabbia propriamente detta e che si possono riscontrare anche differenze nella sua tipologia per esempio l’indignazione è una rabbia ipocrita, mentre quella passiva è rappresentata dal broncio. L’esasperazione è legata al fatto di avere messo duramente alla prova la pazienza di qualcuno, la vendetta non è un sentimento di rabbia, ma un tipo di azione rabbiosa generalmente messa in atto dopo aver riflettuto sull’offesa ed è talvolta caratterizzata da un’intensità sproporzionata rispetto all’offesa ricevuta. Il risentimento di solito appare per un breve periodo di tempo, mentre se dura per un periodo più lungo diventa rancore e quindi non è più solo un’emozione.

L’odio è una durevole e intensa avversione per cui il semplice incontro della persona odiata, o anche solo sentir parlare di lei, possono risvegliare sentimenti di rabbia.  Il risentimento e l’odio a causa del loro persistere nel tempo non sono emozioni o stati d’animo ma sono connessi alla rabbia. Essi differiscono poiché il primo è collegato a una determinata lamentela o anche a una serie di lamentele, mentre l’odio è focalizzato su una persona specifica.

Generalmente con la rabbia possono apparire altre emozioni, ad esempio la paura può anticipare o seguire la rabbia, infatti chi prova rabbia può avere paura delle sue conseguenze. Oltre a questa emozione può apparire il disgusto verso l’oggetto della propria rabbia oppure verso se stessi per l’incapacità a controllare questa emozione negative, infine a causa di essa possono intervenire anche la colpa o la vergogna.

Si deve prendere anche in considerazione le caratteristiche della personalità dell’individuo che giocano un ruolo fondamentale nel manifestarsi delle emozioni, in questo caso il tratto della personalità che emerge è l’ostilità.

La rabbia, nei casi in cui sia fuori controllo ed interferisca con la vita della persona, trova la sua espressione in alcune forme di violenza. Benché non ci sia un chiaro accordo su cosa sia la violenza, alcuni scienziati considerano forme di violenza gli insulti e gli attacchi verbali, ciò li porta a non considerare separatamente chi si limita agli attacchi solo verbali da coloro che usano violenza fisica.

Quando la rabbia è intensa, possiamo anche non essere consapevoli di essere arrabbiati sebbene usiamo parole rabbiose o compiamo azioni dettate da questa emozione, ma non sappiamo né perché accada né la modalità del suo accadere.

[1] Sternberg, C. R., Campos, J. J., (1990), The development of anger expressions in infancy, In Stein, N. L., Leventhal, B. e Trabasso, T. (eds.), Psychological and Biological Approaches to Emotions. Hillsdale, N.J.: Lawrence Erlbaum Associates, pp. 247-82.

[2]Berkowitz, L., ( 1969), The frustration-aggression hypothesis revisited,  In Berkowitz L. (ed.), Roots of Aggression, New York: Atherton Press, pp. 1-28.

[3]Ekman, P. , (1979), About brows: Emotional and conversational signals, In M. von Cranach, K. Foppa, W. Lepenies, & D. Ploog (eds.), Human Ethology. New York: Cambridge University Press, pp. 169—248.

[4]Izard, C., (1972), Patterns of Emotions. San Diego, Calif.: Academic Press. On depression and anger, see Harmon-Jones, E. Individual differences in anterior brain activity and anger: Examining the roles of attitude toward anger and depression. Under review.

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