problem solving psicologia

Problem Solving: definizione e significato in psicologia

Articolo di Irena Semi

La capacità di risolvere efficacemente i piccoli e grandi problemi che la vita pone è detto tecnica del problem solving. Tale tecnica è utilizzata nei momenti di difficoltà personale (la persona non sa come affrontare il problema) e relazionale (nella relazione si verifica un conflitto, ossia i bisogni di un individuo si scontrano con quelli dell’altro).

Nel secondo caso, generalmente, la risoluzione dei conflitti avviene attraverso l’uso del potere, per cui tra i contendenti, si ha un vinto e un vincitore. Attraverso l’utilizzo del metodo del problem solving, invece, ciò che è possibile ottenere è una risoluzione del conflitto in cui entrambi i contendenti possono vincere.

In questo processo le persone coinvolte, nonostante sentano la necessità di soddisfare i propri bisogni, lo fanno nel pieno rispetto dell’altro, cercando un compromesso per soddisfare entrambi.

Si possono distinguere diverse fasi nel processo di problem solving efficace, sia per la risoluzione di difficoltà personali che relazionali:

  • individuare il problema. Prima di iniziare a cercare veramente le soluzioni, occorre dare una precisa (e concordata) definizione di quello che è il problema. Chi è coinvolto nel problem solving deve definire quelle che sono le proprie esigenze non soddisfatte (ascoltando allo stesso tempo le necessità altrui). Si deve essere sicuri, inoltre, di avere sufficiente tempo da dedicarvi. Nel caso di difficoltà relazionali, un prerequisito fondamentale è quello della disponibilità reciproca a trovare un accordo soddisfacente per entrambi;
  • proporre le possibili soluzioni. Si tratta della fase più creativa del processo: vengono elencate, da tutte le parti in gioco, le soluzioni che vengono alla mente, senza subire alcun giudizio o valutazione (ciò avverrà nella terza fase). Proprio per permettere la produzione creativa delle idee, gli individui devono sentirsi pienamente liberi di proporre qualsiasi tipo di soluzione, anche apparentemente bizzarra;
  • valutare le soluzioni emerse. Consiste nel verificare (insieme) tutte le soluzioni emerse. Nel caso di difficoltà relazionali, ognuno è libero di esprimere il proprio parere, sempre mediando tra assertività e ascolto dell’altro, escludendo le soluzioni che non hanno il consenso di tutti;
  • individuare la soluzione migliore. Se le fasi precedenti vengono svolte con precisione, questa è breve e immediata. Nel caso di più parti in gioco, si cerca di ottenere un consenso unanime: le valutazioni a maggioranza lasciano sempre delle insoddisfazioni in chi non è d’accordo e questo rende più difficile il loro conformarsi alla soluzione;
  • stabilire il modo migliore per attuare la soluzione scelta. Si tratta di definire, nello specifico, che cosa fare e quando (eventualmente distribuendo tra le varie parti le azioni pianificate). È importante che la soluzione venga definita nei suoi particolari, per evitare confusione nella sua messa in pratica;
  • verificare la soluzione scelta. Importante almeno quanto le fasi precedenti, il momento della verifica è utile per valutare come la soluzione scelta viene messa in atto, e, nel caso di più parti coinvolte, per osservare la soddisfazione rispetto alla stessa. Inoltre, le soluzioni non durano per sempre: può verificarsi che la loro validità venga a mancare sia per l’emergere di nuove esigenze, sia per il cambiamento delle condizioni esterne.
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