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L’Educazione delle Life Skills a Scuola

Articolo di Irena Semi

Come per la maggior parte delle abilità, dalle capacità motorie a quelle musicali, dalla logica matematica alla conoscenza delle lingue, anche per le Life Skills l’età evolutiva è fondamentale per il loro apprendimento efficace e per il loro radicarsi nella persona.

L’OMS, nel documento pubblicato nel 1993 in cui canonizza le Life Skills come descritte nel capitolo precedente, dall’eloquente titolo Life skills education for children and adolescents in schools , sottolinea l’importanza di mantenere l’insegnamento di 23
queste capacità nei programmi educativi, in particolare (anche se non solo) nella scuola.

Dal documento si evince l’importanza di «mantenere nella scuola una attenzione mirata» a promuovere le Life Skills, sia per formare ragazzi e uomini che si sappiano destreggiare meglio nella vita e nei rapporti con familiari, compagni di scuola, di squadra, amici e colleghi, sia al fine di ottenere un benessere psicologico, o “bio-psico-sociale”, elevato. Ci si riferisce inoltre ai rischi dovuti a un mancato sviluppo di tali capacità, come la maggiore possibilità di manifestarsi di “comportamenti negativi e a rischio in risposta a stress”.

Si sottolinea infine lo stretto intreccio tra Life Skills e processi di apprendimento e crescita, che quindi individua nella fase dello sviluppo i terreni più fertili dove coltivare tali abilità.

La stessa OMS indica la scuola come ambiente ideale per lo sviluppo e l’allenamento delle Life Skills. L’istituzione scolastica rappresenta per il bambino un “luogo di vita”, contribuendo fortemente alla crescita e allo sviluppo della persona, non soltanto fornendo un’istruzione, ma anche tramite il fondamentale aspetto della socializzazione e della condivisione con i coetanei.

Gli anni della scuola costituiscono un importante momento per lo sviluppo delle competenze cognitive, sociali e relazionali, e quindi delle Life Skills. Attraverso le relazioni con i coetanei, i bambini e gli adolescenti hanno l’opportunità di acquisire molte abilità, che possono essere apprese soltanto all’interno di questa specifica tipologia di rapporto: la capacità di leggere gli stati emotivi, le intenzioni e le motivazioni degli altri, le modalità di interazione, il rispetto e le regole della convivenza sociale .

Il contesto scolastico ha come compito principale quello di 24 favorire l’adattamento degli alunni, e per fare questo deve aiutarli a rispondere sia alle sfide connesse all’apprendimento, sia a quelle legate alla gestione del proprio comportamento e alla costruzione delle relazioni con i pari, promuovendo lo sviluppo di abilità di tipo emotivo e sociale.

L’OMS suggerisce inoltre programmi mirati 25 all’insegnamento delle Life Skills, in cui i ragazzi vengano coinvolti in modo attivo,
partecipando a un processo di insegnamento e di apprendimento dinamico, ad esempio tramite lavoro in gruppi ristretti o a coppie, dibattiti e giochi di ruolo, o brainstorming.

L’importante è che i ragazzi vengano messi di fronte a situazioni in cui siano fondamentali competenze trasversali.

Non è da sottovalutare un altro vantaggio dell’ambiente scolastico per l’allenamento alle Life Skills rispetto ad altri contesti, come sottolineato, tra gli altri, da Eva Oberle, 26 assistente di professione presso l’ UBC Human Early Learning Partnership nella scuola della popolazione e della sanità pubblica: l’ambiente scolastico è il luogo ideale per attuare interventi di apprendimento di Life Skills, perché tipicamente favorisce l’inclusione di tutti i bambini, indipendentemente dal contesto sociale, anche quelli considerati a rischio.

Inoltre, soprattutto durante gli anni della Scuola Secondaria di Primo Grado e della prima adolescenza, i giovani si allontanano dalle loro famiglie divenendo sempre più sensibili alle influenze dei gruppi e degli insegnanti. Gli studenti spendono circa 923 ore in classe ogni anno, e ciò che accade nelle scuole è molto influente sul loro sviluppo.

Sempre Oberle afferma che “i programmi di apprendimento socio-emotivo insegnano le abilità di cui i bambini hanno bisogno per avere successo e prosperare nella vita”. L’apprendimento socio-emotivo insegna ai giovani a riconoscere e a comprendere le
loro emozioni, a provare l’empatia, a prendere decisioni, a costruire e mantenere relazioni sane.

Varie ricerche hanno dimostrato che l’applicazione nelle scuole di questi programmi di apprendimento di Life Skills presenta benefici per l’apprendimento delle nozioni didattiche, ma contribuisce anche a ridurre ansia e problemi comportamentali tra gli studenti.

Fra i programmi di apprendimento socio-emotivo che vengono spesso applicati si trova ad esempio il MindUP e Roots of Empathy. Si possono schematizzare i diversi benefici derivanti dall’Educazione alle Life Skills (LSE, Life Skills Education) nel modo seguente:

  • promozione dell’autostima;
  • miglioramento delle relazioni: tra compagni di scuola, tra allievi e docenti, tra figli e genitori;
  • miglioramento di comunicazione e collaborazione tra scuola, famiglia e comunità nel territorio, inclusi esperti esterni alla scuola;
  • incremento del rendimento e della frequenza scolastica;
  • riduzione di problemi comportamentali nelle classi e atteggiamenti violenti, sia dentro sia fuori dalle mura scolastiche;
  • aumento del benessere psicologico e conseguente minore richiesta di consulenze specialistiche da parte di studenti e personale scolastico.

La fascia di età ideale per lo sviluppo di queste competenze, indicata dall’OMS, è compresa tra i 6 e i 16 anni, in quanto in tale fase è meno probabile che comportamenti a rischio siano già consolidati.

Tra gli obiettivi dei programmi di educazione alle Life Skills nella scuola di base si trovano quindi: imparare a pensare in modo critico, ad essere motivati, a esprimere le proprie opinioni con chiarezza, ad assumersi le proprie responsabilità, ad essere consapevoli delle proprie aspettative, dei propri punti forti e di quelli più deboli, stabilendo obiettivi a breve termine quantificabili e riconoscendo i propri risultati in modo concreto, con riferimento all’esperienza e alle competenze acquisite; instaurare e sviluppare relazioni positive con gli altri; acquisire uno stile di vita sano.

Singolare ma significativo, come esempio di un metodo innovativo per sfruttare anche la tecnologia per lo sviluppo di diverse Life Skills nella popolazione giovanile, è stato un progetto condotto nel 2016 in Svizzera . Lo scopo di questo studio 27 è stato di testare l’accettazione e l’efficacia iniziale di un programma basato su telefono cellulare, costruito ad hoc per gli studenti delle scuole professionali. L’idea a lungo termine è quella che l’allenamento alle Life Skills fornito tramite smartphone potrebbe
essere un approccio più economico e scalabile, che ben si abbina a stile di vita e abitudini comunicative degli adolescenti. I risultati dello studio sono promettenti: è stata registrata una significativa diminuzione del livello di stress percepito dai ragazzi, oltre a un generale miglioramento di diverse Life Skills e una diminuzione dell’abuso di alcool, pur non avendo osservando una riduzione dell’uso di tabacco e cannabis.

 

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