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Come aumentare la consapevolezza di sé

Articolo di Irena Semi

Le basi dell’autocoscienza sono poste nel periodo dell’infanzia . Il rapporto con la 30 figura di riferimento, generalmente la madre, risulta di fondamentale importanza: il neonato inizia a percepirsi come individuo, con un proprio bagaglio di sensazioni,
emozioni e bisogni, degne di essere riconosciute e rispettate, grazie al  riconoscimento dei propri sentimenti e necessità da parte della figura materna.

Più avanti nella fase dello sviluppo durante l’infanzia, inizia a diventare sempre più importante l’autostima: è in età infantile che si gettano le basi della percezione che si avrà di sé nel corso della vita , pertanto un’autovalutazione positiva radicata fin da 31 piccoli è sicuramente d’aiuto per affrontare le sfide dell’adolescenza e della vita adulta.

Al contrario, l’assenza di tale fiducia in se stessi fa correre il rischio di vivere situazioni fallimentari per il semplice fatto di partire da un’aspettativa di insuccesso rispetto a ciò che ci si proponeva.

Questo rischio dipende sia dalle esperienze passate che dalla discrepanza esistente tra il modo in cui ci si percepisce, il come sì è veramente e il come si vorrebbe essere. In seguito, nel processo di scoperta di sé dell’adolescenza, assume un grande valore il confronto con gli altri, con il gruppo di riferimento che, pian piano, sostituisce la famiglia. Diventa fondamentale il parere o il giudizio che gli altri danno su ciò che si fa e, soprattutto, su ciò che si è. Questo giudizio esterno ha spesso un effetto
positivo sulla propria autoconsapevolezza: può infatti contribuire a far comprendere meglio se stessi, grazie a un giudizio più oggettivo di quello interno o della propria famiglia, e allo stesso tempo può rafforzare l’autostima, se tale giudizio è positivo e
recepito come sincero.

D’altra parte, vi è sempre un potenziale effetto negativo, specialmente sull’autostima, dovuto spesso a giudizi esterni negativi, ma anche alla corretta comprensione di sé, ad esempio a causa del fatto che non si riesca a farsi vedere all’esterno per come si è, generando affermazioni del tipo:

“Gli altri dicono che sono così, quindi sono così”.

L’adolescenza risulta perciò, come per molti aspetti del carattere, un periodo critico per lo sviluppo l’autoconsapevolezza. Conoscere se stesso permette al ragazzo di prevedere come affronterà le varie situazioni che la vita gli porrà di fronte, andando incontro ad essa preparato, e quindi capace di scegliere situazioni, comportamenti e atteggiamenti funzionali in base ai propri obiettivi.

Per arrivare a questa conoscenza di se stesso è necessario avere l’opportunità di osservare i propri gusti, i propri bisogni e desideri fin da piccolo, di essere messo in condizione di esprimere le proprie preferenze e di scoprirsi a partire dai primi anni di vita.

Durante tutte le fasi dello sviluppo, per permettere al bambino e poi all’adolescente di sviluppare una buona consapevolezza di sé, la famiglia, la società e la scuola devono educarlo all’auto-ascolto profondo. Tramite questo ascolto di se stessi, è possibile migliorare il livello individuale di percezione, riconoscimento e manifestazione dei propri sentimenti, bisogni e desideri, aumentando via via la consapevolezza del proprio modo di essere e del proprio valore, oltre ad apprendere la gestione dell’espressione delle proprie convinzioni.

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