test psicologici per misurare la resilienza

Test psicologici per misurare la resilienza

Articolo di Alessandra Serio

Scale e test di valutazione della resilienza

Come si misura la resilienza

In letteratura esistono diverse scale di misurazione della resilienza, e ciascuna presenta specifici punti di forza e limiti. Il primo strumento di valutazione della resilienza è rappresentato dalla Dispositional Resilience Scale (DRS; Bartone, 1989), la quale misura la resilienza in termini di resistenza psicologica, tendono conto di qualità emotive, cognitive e comportamentali. La resistenza rimanda a tre componenti: committment, ossia l’interesse mostrato verso la realtà, controllo, ossia la percezione soggettiva del grado con cui si influenzano gli eventi e la sfida, secondo cui le nuove esperienze rappresentano possibilità di apprendere (Bartone, 1989). La Resilience Scale (RS; Wagnild e Young, 1993) è invece la scala maggiormente presente in letteratura, le cui applicazioni hanno incluso la presenza di campioni eterogenei: immigrati russi, madri di adolescenti, immigrati irlandesi, donne anziane, donne messicane depresse, adolescenti, donne sovietiche di mezza età, adolescenti senza una casa, madri di militari e soggetti anziani, e presenta buona consistenza interna.


Le scale fin qui esposte pur essendo valide, presentano limiti non trascurabili, tra cui un esiguo numero di partecipanti che ne ha attestato la validazione, o una tipologia di campioni particolare, o ancora, un’elevata eterogeneità rispetto alle dimensioni del campione totale. Nonostante l’evidente difficoltà di operazionalizzare il costrutto della resilienza, dovuta alla multidimensionalità del concetto, sono qui esposte due ulteriori scale, selezionate sulla base del fatto che si tratta di strumenti, volti a rilevare la resilienza, elencati nel Manuale diagnostico psicodinamico 2 (PDM-2), la cui accuratezza di selezione delle scale descritte è garantita dal fatto che sia stato stilato sulla base dei più recenti aggiornamenti presenti nella letteratura scientifica, e pubblicato nel 2018 (PDM-2, 2018).

Le scale in questione sono:

  1. Shedler-Westen Assessment Procedure-200
  2. Ways of Coping Questionnaire
  3. COPE Inventory
  4. Ego Resiliency
  5. Connor-Davidson Resilience Scale
  6. Adult Attachment Interview e Adult Attachment Projective

Tra queste, solo due scale misurano in maniera diretta la resilienza, ossia:

  • Ego Resiliency Scale-: è un questionario self-report, composto da 14 item, che misura la forza dell’Io su una scala Likert a 4 punti. Con il termine “forza dell’io” ci si riferisce alla capacità di adattarsi flessibilmente a fattori di stress (Block e Block, 1980). Si tratta di una scala monodimensionale, basata sul concetto di egoresilienza che presenta coerenza interna e validità di costrutto adeguate (Ietzring, Block e Funder, 2005); Un punteggio alto si riferisce ad un’alta capacità di gestire le situazioni negative, e, al contrario, un punteggio basso rivela difficoltà di gestione emotiva in circostanze stressanti (Block e Kremen, 1996).
  • Connor-Davidson Resilience Scale (Connor e Davidson, 2003): è un questionario self-report composto da 25 item che misura la resilienza, intesa come capacità di far fronte ad eventi avversi e di poter maturare proprio grazia ea queste esperienze. La scala di riferimento è una scala Likert a 5 punti, in cui un punteggio alto corrisponde ad un maggior grado di resilienza.

Si tratta di uno strumento costruito sulla base di diverse fonti teoriche, influenzato anche dal lavoro di Kobasa, in relazione alla resistenza psicologica e di Rutter, in relazione alle strategie come azione, forte autostima, adattabilità, problem solving, senso dell’umorismo, stabilità dei legami affettivi, precedenti esperienze di successo. La scala è stata somministrata a soggetti appartenenti ai seguenti gruppi: campione di comunità, pazienti ambulatoriali di cure primarie, pazienti ambulatoriali psichiatrici generali, sperimentazione clinica di disturbo d’ansia generalizzato e due studi clinici sul DPTS. Sono stati valutate l’affidabilità, la validità e la struttura analitica dei fattori della scala e sono stati calcolati i punteggi di riferimento per i campioni di studio (Connor e Davidson, 2003).

 

Corsi Gratis in Psicologia

Scrivi a Igor Vitale