Come capire i Disturbi di Personalità secondo il DSM-5

Per poter comprendere la natura della Psicopatia è opportuno individuare l’ambito di disturbi in cui si colloca. Nel DSM-5 la Psicopatia coincide con il Disturbo Antisociale di Personalità inserito nel cluster B dei Disturbi di Personalità. Iniziamo col definire i tratti di personalità[1].

I tratti di personalità sono pattern costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di sé stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Soltanto quando i tratti di personalità sono rigidi e disadattivi, e causano una significativa compromissione funzionale o un disagio soggettivo, denotano disturbi di personalità.

La caratteristica essenziale di un disturbo di personalità è un pattern abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo e si manifesta in almeno due delle seguenti aree: cognitività, affettività, funzionamento interpersonale o controllo degli impulsi (Criterio A). Questo pattern abituale risulta inflessibile e pervasivo in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali (Criterio B) e determina disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (Criterio C). Il pattern è stabile e di lunga durata, e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta (Criterio D). Il pattern non risulta meglio giustificato come manifestazione o conseguenza di un altro disturbo mentale (Criterio E) e non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica (Criterio F). La diagnosi di disturbo di personalità richiede una valutazione a lungo termine di pattern di funzionamento dell’individuo e le particolari caratteristiche di personalità devono anche essere distinti da caratteristiche che emergono in risposta a specifici eventi situazionali stressanti o stati mentali più transitori. Le caratteristiche di un disturbo di personalità di solito diventano riconoscibili durante l’adolescenza o nella prima età adulta. Per definizione, un disturbo di personalità è un pattern cognitivo, emotivo e comportamentale abituale e relativamente stabile nel tempo. Alcuni tipi di disturbi di personalità (in particolare i disturbi antisociale e borderline di personalità) tendono a rendersi meno evidenti o ad andare incontro a remissione con l’età, mentre questo sembra meno vero per altri (come disturbi ossessivo-compulsivo e schizotipico di personalità). Le categorie dei disturbi di personalità possono essere applicate a bambini o adolescenti in quei casi relativamente insoliti in cui i particolari tratti di personalità disadattivi dell’individuo sembrano essere pervasivi, persistenti e probabilmente non limitati a un particolare stadio dello sviluppo o a un altro disturbo mentale. Si dovrebbe tenere presente che i tratti di un disturbo di personalità che compaiono nell’infanzia spesso non persistono immodificati fino alla vita adulta. Per diagnosticare un disturbo di personalità in un individuo con meno di 18 anni di età, le caratteristiche devono essere presenti per almeno un anno. L’unica eccezione è rappresentata dal disturbo antisociale di personalità, che non può essere diagnosticato in individui al di sotto dei 18 anni.

 

La valutazione del funzionamento della personalità deve prendere in considerazione l’ambiente etnico, culturale e sociale dell’individuo. I disturbi di personalità non dovrebbero essere confusi con i problemi legati all’acculturazione che seguono l’immigrazione, o con l’espressione di abitudini, costumi o valori religiosi e politici professati dalla cultura di origine dell’individuo. Alcuni disturbi di personalità (ad esempio il disturbo antisociale di personalità) vengono diagnosticati più frequentemente nei maschi. Altri (per esempio, borderline, istrionico e dipendente di personalità) vengono diagnosticati più frequentemente nelle femmine. Molti dei criteri specifici per i disturbi di personalità descrivono caratteristiche (per esempio sospettosità, dipendenza, insensibilità) che sono tipiche anche degli episodi di altri disturbi mentali. Un disturbo di personalità dovrebbe essere diagnosticato soltanto quando le caratteristiche che lo definiscono sono comparse precedentemente alla prima età adulta, sono tipiche del funzionamento a lungo termine dell’individuo e non si manifestano esclusivamente durante un episodio di un altro disturbo mentale. I disturbi di personalità devono essere distinti dai tratti di personalità che non raggiungono la soglia per un disturbo di personalità.

I disturbi di personalità sono raccolti in tre gruppi in base ad analogie descrittive. Il gruppo A include i disturbi paranoide, schizoide e schizotipico di personalità. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono strani o eccentrici. Il gruppo B include i disturbi antisociale, borderline, istrionico e narcisistico di personalità. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono amplificativi, emotivi o imprevedibili. Il gruppo C include i disturbi evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo di personalità. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono ansiosi o timorosi.

[1] American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.

Test di personalità

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