Le definizione di Personalità Autoritaria di Adorno: Riassunto Completo

“La personalità autoritaria”, i cui principali autori sono Adorno, Brunswick, Levinson e Sanford, è il risultato di un complesso studio iniziato nel 1944 e terminato nel 1949, anni in cui la scuola di Francoforte di Max Horkeimer si trovava negli Stati Uniti a causa della fuga dal Nazismo.

L’interesse principale è lo studio intensivo e la definizione di una nuova specie antropologica ossia dell’uomo dalla personalità autoritaria; lo scopo e quello di delineare una ricerca che si propone di comprendere i fattori socio-psicologici che hanno consentito alla personalità autoritaria di prendere il posto della personalità individualistica, autodeterminata  e democratica.

Su queste ricerche furono costruite quattro scale di valutazione dei singoli soggetti, ma quella che prenderò in esame e la scala “F” che misura le tendenze antidemocratiche.

Il fascismo (inteso con il termine di anti-democrazia) per avere successo come movimento politico deve possedere una base di massa e poiché per sua natura non è in grado di dimostrare che potrà migliorare la situazione della maggioranza della popolazione ,deve fare appello non all’interesse razionale, ma deve far leva sui bisogni emotivi, ai desideri, ai timori primitivi ed irrazionali. Quindi perché la gente si lascia ingannare tanto facilmente dalla propaganda fascista?

Perché all’ interno della struttura della personalità di molti individui esistono le potenzialità anti-democratiche, che sono attivate dalla propaganda e dai capi carismatici, tenendo conto  in ogni momento della psicologia della popolazione.

Secondo tale convinzione è stata avviata la costruzione di una scala che misurasse il pregiudizio senza però lasciar trasparire e avendo cura di non menzionare alcun tipo di odio o avversione razziale per le minoranze, al fine di fornire una valida e concreta valutazione delle tendenze anti-democratiche e in questo modo costruire il profilo dell’individuo “potenzialmente fascista”.

Per  poter adempiere a tale proposito occorreva una collezione di proposizioni ognuna delle quali fosse correlata con l’anti-semitsmo  e con l’etnocentrismo ma che non provenisse da un area di solito collegata con le discussioni di questioni politiche, economiche e sociali. Infatti venne preso in esame del materiale clinico già raccolto precedentemente in cui particolarmente nelle discussioni di argomenti quali la propria personalità, la famiglia, il sesso, le relazioni inter-personali, i valori morali e personali, erano emerse numerose tendenze che avrebbero potuto essere connesse con il pregiudizio.

Si trattava quindi di formulare proposizioni che pur essendo enunciati di opinioni e di atteggiamenti servissero a esporre tendenze anti-democratiche sottostanti della personalità.

La scala “F” è costituita da trentotto proposizioni, e per ogni proposizione si è formulata un ipotesi e talvolta diverse ipotesi, sulla possibile natura della sua connessione con il pregiudizio. Una fonte importante per la formulazione delle proposizioni sono state le ricerche condotte in campi connessi con questo, le più importanti tra queste furono diversi studi condotti all’Università di California intorno alla personalità in rapporto al morale e all’ideologia di guerra e ricerche a cura dell’Institute of Social Research di analisi di contenuto di discorsi pronunciati da agitatori anti-semitici nonché uno studio concernente attivisti anti-semitici. Inoltre  si sono serviti della letteratura concernente l’anti-semitismo e il fascismo includendo studi empirici e teorici.

L’orientamento teorico ha svolto un ruolo decisivo nella preparazione della scala “F”. Una volta formulata una ipotesi concernente il modo in cui una tendenza sottostante della personalità avrebbe potuto  esprimersi  in un opinione o in un atteggiamento correlato dinamicamente, anche se non logicamente, con il pregiudizio nei confronti dei gruppi esterni,   non era difficile trovare un abbozzo preliminare per una proposizione: una frase di giornale, una frase pronunciata da un intervistato, un frammento di conversazione che di solito erano disponibili. Nella determinazione dei tipi di tendenze centrali della personalità, la guida principale è stata la ricerca condotta in precedenza; esse erano le tendenze che in quanto costruzioni ipotetiche, sembravano spiegare nel modo migliore la coerenza delle risposte alle scale precedenti e che emergevano dall’analisi del materiale clinico come fonti probabili della coerenza riscontrata nei casi individuali. Per esempio quando abbiamo scoperto che l’individuo anti-semitico è contrario agli Ebrei perché essi violerebbero i valori morali convenzionali, un interpretazione è stata che questo individuo aderiva ai valori convenzionali in modo forte e rigido e che questa disposizione generale della sua personalità forniva una parte della base motivazionale dell’anti-semitismo, esprimendosi nello stesso tempo in altri modi, per esempio in una tendenza generale a disprezzare e a punire coloro che erano ritenuti violatori dei valori convenzionali. Siamo pertanto pervenuti a considerare l’adesione ai valori convenzionali come una variabile nella persona, ossia come un elemento che si sarebbe potuto mettere in luce mediante le proposizioni di una scala del tipo F. Analogamente, una considerazione dei risultati della scala E  ha indicato che alla base di diverse delle risposte affette da pregiudizi si trovava una disposizione generale a glorificare e sottomettersi e ad assumere un atteggiamento acritico nei confronti di figure autorevoli del gruppo interno, e ad assumere un atteggiamento punitivo nei confronti di figure di gruppi esterni nel nome di qualche autorità morale. L’autoritarismo assumeva quindi le proporzioni di una variabile suscettibile di essere studiata di per sé.

Nello stesso modo sono state derivate e definite numerose variabili di questo tipo; prese insieme hanno costituito il contenuto fondamentale della scala F .

Elenchiamo di seguito queste variabili:

  1. Convenzionalismo: adesione rigida a valori convenzionali propri della classe media.
  2. Sottomissione all’autorità: atteggiamento di sottomissione acritico nei confronti di autorità morali idealizzate dal gruppo interno.
  3. Aggressività autoritaria: tendenza a spiare e a condannare, rifiutare e punire le persone che violano i valori convenzionali.
  4. Anti-intraccezione: opposizione agli individui soggettivi, immaginativi, di animo tenero.
  5. Superstizione e stereotipia: la credenza in determinanti mistiche del destino dell’individuo;
  6. Potere e durezza: preoccupazione per la dimensione di dominio-sottomissione, forte-debole, capo-seguace, identificazione con le figure del potere, attribuzione di importanza eccessiva agi attributi convenzionalizzati dell’ego; asserzione esagerata di forza e di durezza.
  7. Distruttività e cinismo: ostilità generalizzata e vilipendio degli esseri umani,
  8. Proiettività: la disposizione a credere che eventi selvaggi e pericolosi accadono nel mondo; la proiezione esterna di impulsi emotivi e inconsci.
  9. Sesso: preoccupazione esagerata per i contatti sociali.

Queste variabili sono state concepite come parti di un’unica sindrome, di una struttura più o meno durevole della persona che la tende ricettiva alla propaganda anti-democratica. Si potrebbe dire che la scala F si propone di misurare la personalità potenzialmente anti-democratica

E’un ipotesi secondo cui la suscettibilità sarebbe un fenomeno caratteristico della classe media, che esso costituisca parte della cultura e quindi che coloro i quali si conformano di più a questa  cultura saranno i più affetti da pregiudizi. La correlazione tra i valori convenzionali e il pregiudizio sembrava positiva ma non molto elevata: mentre gli individui non convenzionali tendevano a essere liberi dai pregiudizi, era chiaro che alcuni individui convenzionali erano affetti da pregiudizi mentre altri non lo erano. Ne risultava che all’interno del gruppo, degli individui convenzionali, l’elemento differenziazione fosse costituito dalla fonte più profonda della convenzionalità o piuttosto dal tipo di struttura più ampia della personalità nel cui ambito, questa aveva un ruolo funzionale. Le proposizioni della scala elencate sotto il titolo di “convenzionalismo” forniscono al soggetto la possibilità di rivelare se la sua adesione ai valori convenzionali sia o meno del tipo rigido e assolutistico. Per esempio un adesione rigida e assolutistica sarebbe indicata da un punteggio di +3 sulla proposizione “l’obbedienza e il rispetto all’autorità sono le virtù più importanti che i bambini dovrebbero imparare”.

 

 

 

  1. Sottomissione all’autorità

La sottomissione all’autorità ,il desiderio di avere un forte capo, l’asservimento dell’individuo allo stato, e così via, sono stati messi in evidenzia come aspetti importanti del credo nazista. Questi atteggiamenti sono stati menzionati in rapporto con l’anti-semitismo che e stato particolarmente difficile formulare proposizioni che esprimessero la tendenza sottostante pur essendo sufficientemente  liberi da relazioni logiche o dirette con il pregiudizio. Infatti sono stati evitati riferimenti diretti alla dittatura e a figure politiche, e si è posta in rilievo l’obbedienza, il rispetto, la relazione con l’autorità. La sottomissione all’autorità e stata concepita come un  atteggiamento evocato in relazione a una varietà di figure autoritarie, come un bisogno emotivo di sottomettersi, esagerato e totale. Sembra chiaro che la sottomissione all’autorità contribuisce di per sé al potenziale anti-democratico, rendendo l’individuo particolarmente ricettivo alla manipolazione da parte delle più forti potenze esterne.

  1. Aggressività

L’individuo che e stato costretto ad abbandonare i piaceri e vivere in un sistema di rigide restrizioni che si sente sacrificato, non solo cercherà un oggetto su cui vendicarsi, ma sarà anche particolarmente infastidito all’idea che un altra persona vada impunita. Cosi si può dire che questa variabile costituisca la componente sadica dell’autoritarismo, così come la variabile precedente ne rappresenta la componente masochistica. Naturalmente il convenzionalista che non riesce ad esprimere alcuna critica reale dell’autorità accettata ha un desiderio di condannare e di punire coloro i quali violano questi valori. Poiché la sua vita emotiva è assai limitata, di conseguenza i suoi impulsi specialmente quelli sessuali e aggressivi, che rimangono inconsci ed estranei all’ego sono forti e turbolenti.

Di conseguenza una volta che l’individuo si è convinto che vi sono persone che dovrebbero venir punite, egli dispone di un canale attraverso il quale possono esprimersi i suoi impulsi aggressivi più profondi anche se ritiene un individuo  assolutamente morale. Se le sue autorità esterne o la folla accordano la loro approvazione a questa forma di aggressione allora questa può assumere le forme più violente e può persistere dopo che i valori convenzionali, nel nome dei quali è stata iniziata, sono stati perduti di vista.

Si potrebbe dire che nell’aggressività autoritaria l’ostilità che prima era diretta verso il gruppo interno, viene trasposta su gruppi esterni. Questo meccanismo è simile, ma diverso da un processo che spesso è stato indicato come la ricerca di un capro espiatorio. Secondo tale concezione l’aggressività dell’individuo è suscitata da frustrazione; allora essendo incapace per confusione intellettuale di distinguere le cause reali, egli si scatena, sfogando il proprio furore su qualsiasi oggetto a portata di mano, che non abbia molte probabilità di ritorcere i colpi. Si tratta di un espediente inteso a tenere a freno le proprie tendenze inibite: egli dice a sé stesso “non io, ma lui è cattivo e meritevole di punizione”. In altri termini gli impulsi inaccettabili dell’individuo vengono proiettati su altri individui e gruppi che vengono quindi respinti.

Il convenzionalismo, la sottomissione all’autorità e l’aggressività autorità sono tutte variabili connesse con l’aspetto morale della vita – con i modelli di condotta, con le autorità che impongono questi modelli, con i trasgressori che meritano di essere puniti. E’ probabile che i soggetti i quali ottengono punteggi alti su una di queste  variabili ottengono punteggi elevati anche sulle altre, nella misura in cui tutte e tre possono venir comprese come espressioni di un tipo particolare di struttura nell’ambito della personalità. La caratteristica essenziale di questa struttura è un essenza di integrazione tra i fattori morali sulla base dei quali il soggetto vive e il resto della sua personalità. Si può dire che la coscienza o il super-ego è integrato in maniera incompleta con l’ego, e l’ego viene concepito qui come comprendente le varie funzioni di auto-controllo e di auto-espressione dell’individuo. E’ l’ego che governa le relazioni tra il sé e il mondo esterno, e tra il sé e gli strati più profondi della personalità; l’ego si impegna a regolare gli impulsi in modo da permettere la gratificazione senza sollecitare troppe punizioni da parte del super-ego e cerca in generale di condurre le attività dell’individuo in accordo con le richieste della realtà. E’ una funzione dell’ego quella di far pace con la coscienza, di creare una sintesi più ampia nell’ambito della quale la coscienza, gli impulsi emotivi e l’ego operino in relativa armonia. Quando questa sintesi non viene realizzata il super-ego diventa in certo modo un corpo estraneo nell’ambito della personalità, e rivela quegli aspetti rigidi, automatici e instabili sopra esaminati. C’è ragioni di credere che carenza nell’interiorizzazione del super-ego sia dovuta a una debolezza da parte dell’ego, all’incapacità di questo di realizzare la sintesi necessaria, ossia di integrare il super-ego con sé stesso; di conseguenza la debolezza dell’ego appare una concomitante del convenzionalismo e dell’autoritarismo.

  1. D) Anti-intraccezione.

Intraccezione è un termine introdotto da H.A.Murray per designare “il dominio dei sentimenti, delle fantasie, delle speculazioni, delle aspirazioni –una prospettiva umana immaginativa e soggettiva”. L’opposto dell’intraccezione  è la extraccezione, “un termine che descrive la tendenza a essere determinati da condizioni concrete, chiaramente osservabili di carattere fisico”. Le relazioni tra intraccezione/extraccezione con la debolezza dell’ego e il pregiudizio sono probabilmente molto complesse, sembra tuttavia chiaro che l’anti-intraccezioni, cioè un atteggiamento di impazienza e di opposizione nei confronti degli individui soggettivi e di animo tenero, può essere un segno di debolezza dell’ego. L’individuo estremamente anti-intraccettivo ha paura di pensare ai fenomeni umani perché potrebbe pensare in modo sbagliato; ha paura di sentimenti genuini poiché le emozioni potrebbero sfuggire al suo controllo. Privo di contatti con vaste aree della propria vita interiore, egli ha paura di quanto potrebbe venir rivelato, se egli o gli altri lo scrutassero intensamente. Si ricorderà che un aspetto importante del programma nazista era la diffamazione di tutto quanto tendeva a rendere l’individuo consapevole di sé e dei suoi problemi; non soltanto la psicoanalisi “ebraica” fu rapidamente eliminata, ma ogni tipo di psicologia ,ad eccezione dei tests attitudinali, fu sottoposto ad attacchi. Questo atteggiamento generale conduce facilmente alla svalutazione dell’oggetto umano e alla sopravvalutazione dell’oggetto fisico; nei casi estremi gli esseri umani vengono considerati come se fossero oggetti fisici da manipolare freddamente mentre gli oggetti fisici, investiti ora da un carica emotiva sono trattati con cura affettuosa.

 

 

  1. E) Superstizione e stereotipia.

La superstizione, cioè la tendenza in termini esterne mistiche o fantastiche del destino dell’individuo, e la stereotipia, cioè la disposizione a pensare in categorie rigide. Probabilmente la superstizione e la stereotipia tendono ad essere associate con una scarsa intelligenza, ma la scarsa intelligenza sembra correlata soltanto in misura minima con l’etnocentrismo. Queste disposizioni possono essere interpretate almeno in parte come espressione di debolezza dell’ego. La stereotipia è una forma di ottusità particolarmente nelle questioni psicologiche e sociali.

La superstizione indica una tendenza a spostare la responsabilità dall’interno dell’individuo a forze esterne al di là del proprio controllo; essa indica che l’ego forse si è già “arreso”, cioè che ha rinunciato all’idea di poter determinare il destino dell’individuo superando le forze esterne.

  1. F) Potere e durezza.

L’ipotesi sottostante è che un ostentazione di durezza può riflettere non solo la debolezza dell’ego, ma anche l’enormità del compito che esso deve svolgere, vale a dire la forza di certi tipi di bisogni che sono proscritti nella cultura del soggetto. Le relazioni tra l’ego e l’impulso sono quindi almeno altrettanto strette delle relazioni tra l’ego e la coscienza. Strettamente correlato al fenomeno della durezza esagerata è quello che si potrebbe descrivere come “complesso del potere”. La più evidente tra le sue manifestazioni è l’importanza eccessiva attribuita al motivo del potere nelle relazioni umane in termini di categorie come forte-debole, dominante-sottomesso, capo-seguace, “martello-incudine”. Dobbiamo aspettarci sia che i capi sia i seguaci ottengono punteggi alti su questa variabile, poiché il ruolo reale dell’individuo sembra meno importante della sua preoccupazione per la prevalenza delle relazioni tra capo e seguace. Un individuo di questo tipo giunge spesso alla soluzione di allinearsi con figure di potere ,il che gli permette di soddisfare sia il suo bisogno di potere sia il suo bisogno di sottomissione. L’individuo che pensa alle relazioni umane in termini di forti contro deboli applicherà queste categorie ai rapporti tra gruppi interni e gruppi esterni, pensando per esempio a “razze superiori” e a “razze inferiori”. E’ uno degli espedienti psicologicamente meno costosi per conseguire un senso di superiorità consiste nel pretenderlo sulla base dell’appartenenza a una “razza” particolare.

  1. G) Distruttività e cinismo.

Secondo la suddetta teoria, l’individuo anti-democratico, avendo dovuto accettare numerose restrizioni imposte dall’esterno alla soddisfazione dei propri bisogni, nutre forte impulsi aggressivi sottostanti. Questa aggressività trova uno sfogo attraverso una trasposizione su gruppi esterni che conduce all’indignazione morale e all’aggressione autoritaria. Questo è un espediente assai utile per l’individuo, eppure la forte aggressività sottostante sembra esprimersi nello stesso tempo in altri modi, in forma non moralizzata. Abbiamo naturalmente supposto che impulsi aggressivi primitivi di rado si esprimono in maniera completamente diretta da adulti, ma devono essere modificati o almeno giustificati in modo da risultare accettabili all’ego. La presente variabile si riferisce quindi all’aggressività razionalizzata, accettata dall’ego e non moralizzata. Abbiamo supposto che un soggetto avrebbe potuto esprimere questa tendenza dichiarandosi d’accordo con enunciati che, per quanto assolutamente aggressivi, fossero espressi in termini tali da evitare la sua censura morale. Così alcune proposizioni offrivano una giustificazione dell’aggressività, ed erano formulate in modo che un forte accordo avrebbe indicato che al soggetto occorreva soltanto una lieve giustificazione per disporre all’aggressività totale. Un’altra concezione che ci ha guidato è stata quella secondo cui una persona è in grado di esprimere l’aggressività nella forma più libera quando è convinta che tutti lo facciano, e quindi se vuole essere aggressiva, è disposta a credere che tutti lo siano, per esempio che “faccia parte della natura umana”.

 

 

  1. H) Proiettività.

Il meccanismo di proiezione è stato menzionato a proposito dell’aggressività autoritaria: gli impulsi soppressi del carattere autoritario tendono a essere proiettati su altre persone che vengono di conseguenza incolpate senza motivo. La proiezione è quindi un espediente per mantenere gli impulsi dell’id estranei all’ego, e può quindi venir considerata come un segno dell’inadeguatezza dell’ego a svolgere la propria funzione. Infatti la maggior parte delle proposizioni della scala F è di tipo proiettivo: esse implicano l’assunzione che i giudizi e le interpretazioni dei fatti siano distorti da sollecitazioni psicologiche. La tendenza del soggetto alla proiezione viene utilizzata nel gruppo di proposizioni, in un tentativo di mettere in luce alcune delle tendenze più profonde della sua personalità. Se l’individuo anti-democratico è disposto a vedere nel mondo sterno impulsi che sono soppressi in lui, e  vogliamo sapere quali siano questi impulsi, se ne può apprendere qualcosa osservando gli attributi con cui egli qualifica più prontamente, ma in maniera non realistica, il mondo intorno a sé. Se un individuo insiste sul fatto che qualcuno ha progetti ostili nei suoi confronti, e non è possibile trovare prove di questo fatto, esistono buone ragioni di sospettare che il nostro soggetto abbia egli stesso intenzioni aggressive e cerchi di giustificarle attraverso la proiezione. Un esempio ben noto è il riferimento di padre Coughlin all’anti-semitismo come “meccanismo di difesa” ossia come una protezione dei Gentili contro i supposti progetti aggressivi degli Ebrei.

  1. I)

La preoccupazione per la sessualità manifesta è rappresentata nella scala F da quattro proposizioni, due delle quali sono apparse in rapporto con l’aggressività autoritaria e un’altra in quanto espressione di proiettività. Questo è un esempio della stretta interazione di tutte le nostre variabili dal momento che queste prese insieme costituiscono una totalità, né deriva che una domanda singola può riferirsi a due o più aspetti dell’insieme. A scopo di analisi il sesso può venire astratto dalla totalità come qualsiasi altra variabile. Quali di queste variabili siano più fondamentali potrà essere stabilito soltanto attraverso uno studio clinico.

In ogni caso è sembrato che la contro-catessi (repressione, formazione reattiva, proiezione) dei desideri sessuali meritasse uno studio specifico.

La presente variabile è concepita come sessualità estranea all’ego. Un forte inclinazione a punire i violatori dei mores sessuali (omosessuali, trasgressori sessuali) può costituire l’espressione di un atteggiamento punitivo generale fondato sull’identificazione con le autorità del gruppo interno, ma indica anche che i desideri sessuali del soggetto sono repressi e in pericolo di sfuggire al suo controllo. Una disposizione a credere alle “orge sessuali” può essere indicazione di una tendenza generale a distorcere la realtà attraverso la proiezione, ma il contenuto sessuale difficilmente sarebbe proiettato se il soggetto non avesse impulsi dello stesso tipo che sono inconsci e fortemente attivi.

Articolo di Maria Angela Aprile

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