12 Segnali per Riconoscere la Violenza sulle Donne in Tempo

Riconoscere la violenza

 

6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza. Negli ultimi cinque anni, sembra esserci una tendenza migliorativa: si è registrata una diminuzione delle violenze del 2% (dati Istat, 2014). Cos’è cambiato? I fattori determinanti sembrano essere una migliore informazione, ma soprattutto maggiori consapevolezza e riconoscimento da parte delle donne di situazioni di pericolo e la loro conseguente denuncia. Le donne ne parlano!

 “La violenza contro le donne riguarda le relazioni di genere. Si tratta di un problema sociale, che investe le relazioni tra le donne e gli uomini nella società, nella famiglia, nel lavoro.” (Adami, 2003).

La famiglia, che dovrebbe essere un luogo protetto, che offre accoglienza, amore e sicurezza, è il palcoscenico più utilizzato per mettere in scena una violenza.

Le vittime di violenza spesso sono persone fragili, che fanno difficoltà a percepire l’aggressività che si cela dietro a gesti, parole, azioni. L’impossibilità di percepire la gravità di una situazione può portare la vittima a minimizzare l’accaduto e a non denunciarlo, per paura di non essere creduta.

Il monitoraggio e il riconoscimento di sensazioni, emozioni, atteggiamenti e comportamenti che possono essere indicativi di una violenza, possono favorire l’individuazione di situazioni di pericolo e l’attivazione di adeguate misure di protezione.

Cosa può riconoscere la vittima?

Sensazioni ed emozioni della vittima.

  • Paura e timore costante.
  • Impotenza. Ogni possibile risposta che individuiamo, sembra avere conseguenze negative o indesiderate.
  • Confusione. La mente può sembrare annebbiata, i pensieri poco chiari e l’esito di molte situazioni sembra imprevedibile.

Atteggiamenti della persona maltrattante.

  • Tono della voce. Il tono può essere alto o minaccioso, anche in situazioni dove non sembra essere necessario.
  • Postura e posizione del corpo. Possiamo avere la sensazione che una persona sia più vicina di quello che vorremmo, che ci sovrasti, o che sia pronta all’attacco (pugni serrati, busto proteso in avanti, muscoli tesi).
  • Espressione del volto. La persona che abbiamo davanti potrebbe avere uno sguardo fisso, le labbra serrate o semiaperte, i denti stretti, le sopracciglia ravvicinate che provocano la comparsa di rughe verticali nel mezzo.

Comportamenti della persona maltrattante.

I comportamenti che una persona maltrattante può mettere in atto sono più visibili, ma non per questo riconoscibili. Proprio questi comportamenti sono spesso ignorati o minimizzati.

  • Intimidazioni, offese, accuse, svalorizzazione.
  • Imposizioni (richiesta di modificare il proprio aspetto, di carattere sessuale, limitazioni della libertà), manipolazioni del comportamento (fare qualcosa contro la propria volontà).
  • Privazioni (economiche, dei rapporti con familiari o amici, dei bisogni di base).
  • Violenza fisica, verso cose, animali o persone.
  • Violenza sessuale (azioni che vanno contro la volontà e il desiderio dell’altra persona).
  • Uso e/o abuso di alcool e/o droghe.

 

La realtà che percepisce una donna vittima di violenza è una realtà distorta, dove le sue sensazioni e ciò che prova sono continuamente messe in discussione. È importante quindi saper riconoscere in se stesse i campanelli d’allarme e il malessere connesso a una situazione che presenta delle caratteristiche che la rendono a tutti gli effetti una violenza.

di Eleonora Arata – Psicologa Torino

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