Analisi Psicologica del Crimine: le sataniste di Chiavenna

Casistica internazionale: uccidere” in nome del diavolo”

 

CHIAVENNA OMICIDIO SUORA SUOR MAINETTI MARIA LAURA 70

  • Le “sataniste” di Chiavenna

 

La notte fra il 6 e il 7 giugno 2000 a Chiavenna, una cittadina in provincia di Sondrio (Lombardia), una suora cattolica, suor Maria Laura Mainetti, madre superiora dell’Istituto Immacolata di Chiavenna, viene uccisa da tre ragazze, due di 17 anni, Milena e Veronica, e una di 16, Ambra, con diciannove coltellate.

La religiosa incappò in una imboscata ben progettata. Milena telefonò in convento, dicendo di chiamarsi Erika e di essere rimasta incinta dopo aver subito una violenza sessuale pertanto di essere ansiosa di abortire: in questo modo le tre giovani, che peraltro non conoscevano personalmente suor Maria Laura, riuscirono ad attirarla di notte, in un viottolo buio e isolato del parco Marmitte dei Giganti, con il suddetto falso pretesto. La religiosa, mossa dalla sua grande carità e ignara della tresca, si recò così all’appuntamento con le sue assassine.[1]

Dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti e dagli elementi emergenti dagli interrogatori delle tre giovani omicide, affiorarono particolari agghiaccianti: colpita inizialmente al capo con un cubetto di porfido e con una coltellata, suor Maria Laura fu costretta ad inginocchiarsi dalle sue assassine e quindi venne bersagliata da ben diciotto fendenti menati con due coltelli da cucina, accompagnati da insulti; la religiosa prima supplicò, poi si mise a pregare chiedendo perdono per le sue carnefici.

Le tre ragazze furono scoperte e arrestate dai carabinieri ventidue giorni dopo l’omicidio. In un primo momento esse affermarono che la loro intenzione era quella di compiere un gioco al fine di rompere la monotonia della vita noiosa che conducevano nella cittadina in cui vivevano; in seguito, ristrette al carcere, confessarono di aver voluto compiere un sacrificio a Satana. Al termine dell’inchiesta si ritenne di individuare nel satanismo la chiave di lettura dell’intera vicenda: infatti, a seguito delle numerose perquisizioni effettuate presso le case di adolescenti e giovani della zona, gli inquirenti ebbero modo di riscontrare l’insospettata esistenza di una subcultura satanica presso vari ragazzi di buona famiglia.

La sentenza di primo grado contro le tre giovani killer fu emessa il 9 agosto 2001: 8 anni e mezzo di carcere per Veronica e Milena.

Il 4 aprile 2002, in secondo grado, Ambra, ritenuta leader del gruppo, subì la pena più pesante: 12 anni, 7 mesi e 10 giorni; la Corte d’Appello, infatti, riconobbe le ipotesi dell’accusa, secondo la quale fu proprio lei a decidere e organizzare l’efferato crimine.

[1] Menegotto A., Due martiri italiani del satanismo: suor Maria Laura Mainetti e don Giorgio Govoni 30 giugno 2000, p.8.

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