psicologia abuso sessuale

Analisi Psicologica di un caso di falso abuso sessuale

Articolo di Alessia Chirico

3.1 UN CASO DI FALSA DENUNCIA

Si presenta ora un caso di una minore, sottoposta all’esame d’idoneità alla testimonianza richiesto dal Giudice, in seguito alla denuncia di abuso sessuale sporta dalla zia della stessa, alla quale la minore ha confidato di aver subito abusi. Le seguenti deduzioni tecniche sono state effettuate in merito ad una prima consulenza tecnica d’ufficio sulla minore durante le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari. Tale relazione della CTU presenta tali dati:

“L’analisi quantitativa delle prestazioni fornite dalla minore, lascia emergere un quadro di funzionamento cognitivo che registra i seguenti valori: Q.I. Verbale 71; Q.I. Non-Verbale 89; Q.I. Totale 77. L’analisi quantitativa dei quozienti fattoriali fanno registrare i seguenti valori:

  • Comprensione Verbale – QDFCV= 69 (subtest Informazione, Somiglianze, Vocabolario, Comprensione);
  • Organizzazione Percettiva – QDFOP= 97 (Completamento di figure, Riordinamento storie figurate, Disegno con i cubi, Ricostruzione di oggetti, Labirinti);
  • Libertà dalla Distraibilità – QDFLD= 85 (Ragionamento aritmetico, Memoria di cifre);
  • Velocità di Elaborazione – QDFVE= 97 (Cifrario, Ricerca di simboli).

 

I risultati della scala WISC-III collocano pertanto il quadro cognitivo della minore all’interno del range “Basso” (QI Tot. fra 70 e 79)”. Il Quoziente Intellettivo, quindi, rilevato ad un test standardizzato (la scala WISC-III,) della minore in esame è quindi di  77. Con un Q.I. Non-Verbale 89 maggiore del Q.I. Verbale 71. Nonostante questi risultati, la relazione non presenta la diagnosi di Funzionamento Cognitivo Borderline, ma anzi tende a minimizzare il deficit presente, adducendolo a componenti emotive aspecifiche: “Le prestazioni al di sotto della media per età sono relative ai subtest di Informazione, Somiglianze, Comprensione e Riordinamento di Storie Figurate. L’unico subtest al di sopra della media risulta quello di Labirinti.(…). Ai limiti inferiori della media risultano le abilità di calcolo e di ragionamento su base numerica (Ragionamento Aritmetico e Memoria di Cifre), subtest sui cui risultati, tuttavia, può aver impattato negativamente in fase espositiva, l’assetto emotivo precedentemente evidenziato. (pp. 34-35)”. Invece, è importante sottolineare le difficoltà cognitive della minore riguardo al profilo fattoriale, in cui si evidenziano segni quali QIP>QIV e le simultanee risultanze ai subtest Informazione, Somiglianze, Vocabilario, Comprensione il più difficile (il cui punteggio è stato di QDFCV = 69), Completamento di figure, Riodinamento storie figurate, Disegno con i cubi, Ricostruzione di oggetti, Labirinti il più semplice (con punteggio QDFOP = 97).

psicologia abuso sessuale

Se un soggetto presenta alterazioni cognitive e affettive, specialmente durante l’età evolutiva, il livello intellettivo risulta modificato e si presenta in diverse sfumature deficitarie di cognizione e di comportamento morale. Dunque risulta importante dare la giusta rilevanza a tale risultato, poiché fornisce una prospettiva sulla valutazione della capacità del soggetto-testimone di rievocare i fatti e/o di possedere una tendenza alla confabulazione, entrambi possibili indici di inidoneità alla testimonianza. Inoltre, uno sviluppo cognitivo patologico influisce sull’abilità del soggetto di ingannare, sulle capacità di comprendere o meno l’importanza di dire la verità o delle conseguenze delle sue azioni. Indubbiamente, il mero punteggio QI non è in grado di differenziare l’idoneità, che dipende principalmente dalla distribuzione interna delle competenze linguistiche, mnestiche e attentive del soggetto. Come si è specificato nel capitolo precedente, il punteggio QI della minore, e cioè 77, si colloca nel range di una diagnosi di FIL. I seguenti sintomi indicano come questa diagnosi influisca sulla capacità di idoneità richiesta per la minore:

  • Difetto di assimilazione delle esperienze: il processo percettivo è incompleto a causa di un difetto delle funzioni di comparazione e integrazione;
  • Diomogeneità cognitiva: si presenta un profilo cognitivo disarmonico;
  • Impossibilità di accedere al pensiero astratto: risulta improbabile stabilire relazioni complesse tra gli oggetti poiché tutti i contenuti del pensiero sono strettamente legati al concreto, senza capacità di proiezione del sé nel tempo.
  • Apprendimento più lento e difficile: a seconda della gravità del deficit;
  • Deficit di autocoscienza: la difficoltà nel gestire consapevolmente i propri strumenti mentali e le proprie conoscenze risulta nel non saper utilizzare le proprie esperienze e i propri meccaniscmi di autoregolazione.

La minore in questione presenta un pensiero rigido, puramente concreto; tuttavia, nella relazione della CTU non viene menzionata la diagnosi di FIL:

“La risultante è che, in situazioni che la espongono ad un confronto, la minore approccia i compiti su base verbale adottando uno stile di pensiero tendenzialmente rigido, con un affievolimento delle abilità di reversibilità e pianificazione. Le capacità di sintesi ed organizzazione dal particolare al generale possono risultare moderatamente insufficienti, mostrando un approccio piuttosto conservativo e semplificativo nell’analisi degli stimoli e nei processi di pianificazione sequenziale.” (p 34)

Nella relazione, inoltre, è mancato l’esame peritale nonostate la presenza riconosciuta da tutti i consulenti di disturbi ansiosi; ad esempio, la minore ha riscontrato ricorrenti incubi notturni, descritti in modo specifico dalla stessa:

“La minore dichiara di fare solo sogni brutti da quando a scuola, in quinta elementare, i compagni le hanno fatto vedere questi video su youtube, mentre da sola non vede questi film ma usa youtube per ascoltare le canzoni di Justin Bieber.”

Gli strumenti che si sarebbero potuti adoperare per diagnosticare eventuali patologie associate sono i seguenti:

  1. DICA (Diagnostic Interview for Children and Adolescents, Reich et al., 1997);
  2. K-SADS-PL (Kiddie-Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia, Present and Life-time version, Kaufman, 1997);
  3. PICS-IV (Parent Interview of Child Symptom, Schachar, 1996), un’intervista semistrutturata specificamente sviluppata per la diagnosi dei disturbi dirompenti del comportamento (ADHD, disturbo oppositivo provocatorio e disturbo della condotta) e per lo screening di altri disturbi psichiatrici;
  4. SAFA (Scala psichiatrica di auto somministrazione per fanciulli e adolescenti, 2001) validata solo in Italia.

Nella prima relazione, inoltre, i fattori organici ammessi dalla minore e dalla madre della stessa sono stati omessi né sono stati approfonditi: ella presenta una patologia diabetica[1], che potrebbero essere associate al ritardo mentale o al FBC. Questo perché lo scarso controllo glicometabolico e le complicanze microvascolari contribuiscono al determinismo di alterazioni anatomo-funzionali a livello del sistema nervoso centrale, che portano al deterioramento delle funzioni cognitive e al rallentamento ideomotorio, oltre al deficit di attenzione.

La minore, sottoposta al Test sul disegno della famiglia, ha mostrato un rapporto non risolto con i genitori e il fratello, in particolar modo con il padre, in quanto “nel disegno, sia rispetto alle modalità esecutive che alle risposte fornite in inchiesta, i personaggi maggiormente valorizzati appaiono i figli, mentre probabilmente quello più svalorizzato, rispetto al quale la minore manifesta una certa ostilità è il padre, descritto come arrabbiato ed il meno buono di tutti.” (p. 37) Nei confronti della madre, invece, prevagono sentimenti di sospettosità e sfiducia, ed è evidente la contrapposizione con la figura della zia, sorella del padre, con cui sembra avere un legame particolare, più confidenziale. Infatti è proprio la zia ad aver assunto un ruolo importante nella denuncia dei fatti, così come nella raccolta di informazioni, oltre che nell’aver avvertito il fratello e il padre della minore. “In data 25/10/2010 si procedeva alla seconda fase dell’incidente probatorio mirata all’approfondimento dei fatti oggetto di indagine esposti dalla minore il giorno 22.10.2013. Riguardo agli aspetti temporali della vicenda la minore dichiarava che i fatti sarebbero avvenuti d’estate, l’anno precedente. Nel corso di questo anno affermava di non aver ripensato a tali avvenimenti, di averli “lasciati perdere”, di non averne riparlato con nessuno, tranne che con la zia “il giorno prima che venissi qua […] le ho raccontato tutto il fatto”. La zia le avrebbe detto “devi dire così”.” (p. 8)

Le problematiche della minore riguardo i risultati dei test, nonostante siano state notificate anche dagli insegnanti, risultano aggravate dalla risposta genitoriale: durante i colloqui con i genitori, infatti, si è evinta la tendenza a rifiutare le evidenze, nonostante la madre non abbia problemi a parlare dei risultati scolastici insoddisfacenti. Così facendo, la minore viene sottoposta a forte stress e problematiche emotive e comportamentali che si palesano sia nell’ideazione irrealistica negativa e proiettiva delle insegnanti, sia in un versante vittimistico-persecutivo. La minimizzazione delle problematiche cognitive da parte dei genitori si estende anche al dover riconoscere i bisogni in fase di acquisizione di maturità sessuale della, specialmente dal padre; quest’ultimo, è vissuto dalla minore con ostilità e timore, e appare enormemente pervasivo nelle inibizioni e ambivalenze sulle tematiche sessuali della minore. Infatti, le viene chiesto di non indossare indumenti che potrebbero attrarre sessualmente i pari dell’altro sesso, eppure il suo profilo Facebook è denominato “Ely la pupa”, che “spiega di averlo scelto perché pensa di essere bella.” (p. 24). È evidente, dunque, che la minore lotti contro un livello d’autostima basso a causa del rendimento scolastico rispetto alle aspettative di successo e ai bisogni naturali di intimità e sperimentazioni con i pari dell’altro sesso, oltre ai divieti inaccettati, ma contro cui può ben poco. “Dichiara di parlare dei ragazzi che le piacciono solo con Nicole, e confessa che le piace un ragazzo che non conosce personalmente ma che ha solo visto durante una lezione di violino. Sostiene di non essere mai stata fidanzata con nessuno, anche se le piacerebbe. Sembra tuttavia temere la reazione dei genitori rispetto ad una tale possibilità: “mamma dice “il fidanzaaatooo” […] papà…mi da mazzate”.” (p. 17) Questa ambiguità palesta la presenza di diverse identità scisse, che i fatti denunciati forniscono la possibilità di unire; la prima è quella di una bambina asessuata con modalità di richiesta infantili soprattutto rivolte al padre, l’oggetto d’amore, mentre la seconda si palesa con le amiche e sui social, l’adolescente seduttiva che ricerca una nuova immagine di Sé. Dunque, a prescindere dalla fondatezza o meno delle accuse, nel racconto della minore convergono elementi e aspetti tratti da altri contesti, ad esempio quelli scolastici, infatti la minore racconta di un compagno che si abbassava i pantaloni mentre le maestre si trovavano in classe. Questi atti esibizionistici del compagno potrebbero essere letti in chiave da un lato eccitante, dall’altro angosciante in relazione ai divieti genitoriali, e che quindi hanno perso la coloritura affettiva per essere spostata e proiettata in un contesto meno eccitante, in cui la formazione reattiva del ribrezzo e/o disprezzo potessero aiutarla a fronte di emergenti sensi di colpa assolutamente inconsci. A riprova di quanto sostenuto, vi sono i seguenti rilievi analizzati derivanti dal test di Rorschach, in cui il protocollo risulta valido (R=20) ma presenta un indice Lambda (5.67) molto elevato. Questo indice “esprime la proporzione nell’intero protocollo di forme “pure” cioè senza altre componenti di movimento, o chiaroscuro, o colore. La formula è: F/(R-F). La media è pari a 0.58 in soggetti normali adulti; essa si alza molto nei soggetti con vari tipi di patologia: 2.7 negli antisociali, 3.1 negli psicotici, 3.5 nei depressi” (Di Nuovo & Cuffaro, 1989). Il limite fondamentale che il Rorschach individua rispetto al protocollo della minore in esame, si situa a livello delle competenze interpersonali (CDI=4). Accanto al quadro prettamente cognitivo, in cui l’indice F+% (percentuale di risposte di buona forma) è al di sotto della media stabilita dalla casistica, si mostra che l’approccio all’engramma è di tipo conservatorio, povero e privo di una autentica volontà di interpretare. L’aspetto che più va considerato riguarda l’inibizione dell’affettività, avvalorata da diversi elementi:

  • V.I (tipo di vita interiore rapporto M/C) coartato,  fa riferimento a soggetti rigidi, pedanti, interiormente aridi e senza risonanza affettiva. Rivela anche una condizione di insoddisfazione di se.
  • F% = 100 deporrebbe per un ipercontrollo, tendenza all’umore depresso, eccesso di rimozione difensiva (elemento patologico).
  • Assenza dell’utilizzo del colore.

Si segnalano le risposte alla tavola VI, dal contenuto sessuale latente:

  • TAV VI: “mani chiuse, a pugno”; è una interpretazione cinestetica definita minore, perchè fa riferimento ad un movimento di una parte del corpo. Questo tipo di interpretazioni sono spiegate come risultato della attivazione di tracce antiche dello sviluppo e di quanto, forse in misura maggiore rispetto a quelle pri­marie, esse peschino direttamente nell’inconscio.

L’immagine del pugno potrebbe avere una valenza aggressiva, nonostante la spiegazione superficiale della minore rispetto alla sua risposta. Tale elemento è espresso nella presenza nel tipo di comprensione delle Dim (dettagli intramaculari), che sono di per sè segno di oppositività, ipercritica prevalentemente rivolta se stessi. Invece, nella tavola VII:

  • TAV VII : “bocca aperta”; questa potrebbe fare riferimento a regressioni orali, ma anch’essa potrebbe essere riconducibile a contenuti aggressivi.

Il conflitto tra Es e Super Io non è immediatamente esplicito, in quanto la rimozione si avvale di controlli intellettivi (denotato da un F% elevato) per arrivare alla negazione mediante l’inibizione, l’allontanamento e l’isolamento. Anche le pulsioni sessuali sembrano essere quasi completamente inibite, solo una interpretazione  sembra avere una dissimulazione sessuale come quella nella tavola VII: “serpenti che escono”, che possono richiamare aspetti fallici. Interessante anche l’interpretazione “scarpe con il tacco” nella tavola IV, definita Paterna, Superegoica o Virile, che si ad una difficoltà di identificazione. Ovviamente, questi aspetti devono tenere presente il contesto dello dello sviluppo critico adolescenziale, che impegna i soggetti nella costruzione di un’identità e di realizzare il distacco dalle figure genitoriali per conquistarsi un’autentica autonomia. In conclusione, gli elementi psicodiagnostici del test ipotizzano un tipo di funzionamento psicopatologico nevrotico, problematico, che necessita di un intervento di sostegno. Il quadro generale che risulta dai dati discussi fa pensare che la minore non sia perfettamente idonea alla testimonianza, e si vede necessario un approfondimento neuropsichiatrico sulla tendenza alla confabulazione. Si tratta di una situazione in cui viene meno la corretta percezione dei dati della realtà, a cui si sopperisce con l’aggiunta di particolari impropri, che discorcono le informazioni date; più il disturbo risulta grave, minore sarà la consapevolezza che il minore ha della distorsione. La minore in esame non ha dimostrato né di saper collocare aspetti ed elementi spazio-temporali, né risulta capace di distinguere la fantasia dall’immaginazione se non a livello superficiale, abilità che dovrebbe essere presente già nei bambini di quattro anni.

Per concludere, risulta chiaro che l’analisi iniziale della CTU ha intenzionalmente ignorato i dati scientificamente ottenuti, sostenendo con convinzione la credibilità della minore riguardo un abuso che era certo fosse avvenuto. Questo atteggiamento è stato foriero di una errata interpretazione dovuta ad un evidente bias della conferma, che ha portato ad ignorare la verità, secondo cui una bambina con problemi a relazionarsi con il mondo esterno e con gli adulti è più propensa ad ignlobare in sé suggestioni fornite dagli adulti di riferimento. Inoltre, la totale fiducia riposta nella madre della minore da parte della CTU ha invalidato la ricerca di motivazioni discutibili che il testimone potrebbe avere per sporgere denuncia.

[1] I meccanismi patogenetici alla base dello sviluppo della patologia diabetica e delle sue complicanze contribuiscono al determinismo delle anomalie cognitive, ma la loro azione è esacerbata da una predisposizione genetica alle malattie neuroinfiammatorie. In particolare, fattori metabolici con aspetti peculiari del sistema nervoso centrale quali la disposizione dell’amiloide, la presenza o meno di depressione e le alterazioni del metabolismo del calcio. Le modificazioni delle funzioni cognitive possono essere transitorie o permanenti, presentando analogie e discordanze a seconda che si tratti di pazienti con diabete di tipo 1 o 2. Nelle persone con diabete di tipo 2 i disturbi più frequenti sono il deficit della memoria e dell’apprendimento, e ciò potrebbe dipendere anche dalla presenza di comorbilità associate, quali obesità e ipertensione.

Corso Gratuito in Psicologia Criminale

Scrivi a Igor Vitale