Ascoltare le tue emozioni può salvarti la vita
“La paura è il primo nemico naturale che l’uomo deve superare lungo la strada verso la conoscenza” diceva Carlos Castaneda.
Affrontare la paura vuol dire vedere i lati positivi che stanno dietro ad essa e quindi, riconoscere che ogni medaglia ha due facce: la paura ci insegna a essere prudenti, la timidezza ad ascoltare gli altri, l’insicurezza a rafforzare gli strumenti di cui si dispone; tanto quanto la presunzione fa allontanare gli altri, l’eccessiva audacia può portare a un fallimento, e l’eccessiva sicurezza ad una mancanza di attenzione verso le situazioni esterne.
Ogni nostro aspetto ha una metà vuota e una piena del bicchiere; non sono necessariamente i lati forti a essere sempre quelli migliori.
Riconoscere il Potere Personale vuol dire non permettere più a nessuno di farci del male: se noi siamo validi alleati di noi stessi, capaci di accoglierci, di accettarci e valorizzarci, di amare il nostro Bambino Interiore, nessuna “frecciata esterna ci potrà ferire”.
Avere il Potere Personale quando siamo accoglienti e coinvolgenti con il nostro Bambino Interiore, ci fa sentire forti oltre ogni misura.
Nessuno di noi è superman, abbiamo tutti accumulato, nella nostra storia, dolcezze e durezze, sicurezze e debolezze.
Il potere, quello vero, non è sugli altri, è su di sé.
“Chi vince gli altri ha forza. Chi vince sé stesso è forte. Chi conosce la propria misura è ricco”, ha lasciato detto Lao Tzu, il leggendario maestro della tradizione taoista.
Quindi il ricco è colui che guarisce il proprio Bambino Interiore Ferito e che recupera il proprio Potere Personale, che sa come gestirlo e sa manifestare amore verso sé stesso e verso gli altri.
La vera Ricchezza sta nei nostri comportamenti e nei contatti di cuore che stabiliamo tra di noi e la nostra famiglia.
Il ricco (colui che ha guarito il proprio bambino interiore ferito) non fa alcuna differenza tra sé stesso e gli altri, perché gli altri sono parte di lui.
Il ricco arricchisce sé stesso arricchendo gli altri, ama sé stesso, perdona, è unito alla fonte divina e rispetta il denaro come rispetta sé stesso.
Il ricco che ha guarito il suo Bambino Interiore allinea il suo Business alla Missione della sua Anima sulla Terra.
Mi permetto di aprire questo capitolo con queste riflessioni……ho iniziato così il mio viaggio interiore, è un viaggio meraviglioso molto spesso crudo, doloroso, ma se perseverato con audacia ci permette di scoprire splendidi territori dentro il nostro piccolo, grande mondo.
Ho avuto un melanoma al braccio sin nel 1995 (secondo livello di clark, 1mm breslow, bordeline tra un secondo e terzo livello), e successivamente novembre 2010 alla gamba sinistra (polpaccio).
Per la medicina ufficiale avrei dovuto decidere se fare l’interferone per 3 anni.
Presso l’IDI di Roma ho avuto la fortuna di incontrare un medico che pur non conoscendo nulla di medicine naturali, aveva avuto la sensibilità di notare nei suoi primi anni di carriera, che le persone oltre a fare le cure della medicina ufficiale (intervento, chemio-radioterapia) se affiancavano anche un percorso psicologico rispondevano meglio alle terapie mediche.
Così con l’appoggio di questo medico, che, pur non sapendo nulla che cosa avrei fatto, ho iniziato il mio percorso di guarigione sul livello fisico, mentale, emozionale ed energetico-spirituale, andavo da lui, solo per i controlli canonici ogni 6 mesi, portandogli, gli esami del sangue, le risposte della TC, Ecografie, Torace etc.
A me serviva perchè allora non avevo le conoscenze che penso di aver raggiunto oggi, e mi tranquillizzava pensando che in fondo stavo facendo la cosa più giusta per me, ma nello stesso termpo facevo i controlli canonici, con l’appoggio di qualcuno che si muoveva nell’ambito della medicina ufficiale e che comunque non mi condannava per quello che avevo deciso di fare.
Un giorno mi disse: “ noi proponiamo l’interferone per queste cure ma non lo sappiamo nemmeno noi perché….. semplicemente rispondiamo a dei protocolli internazionali”.
Così sempre più motivata e convinta di quello che stavo facendo ho intrapreso la mia via verso la GUARIGIONE.
Non nascondo, che non è stato affatto semplice, oggi con i ricordi del passato è tutto più tranquillo ma, andiamo per gradi.
Quando si inizia un percorso del genere, la vita ti saluta e comincia a farti incontrare persone meravigliose: Marco e Liliana. Porto entrambi nel mio cuore. Sono Loro che mi hanno dato tutti gli input, che mi sono serviti per affrontare il mio viaggio.
Mi hanno aperto il mondo sull’omeopatia, i fiori di Bach, la fitoterapia, i meridiani di agopuntura, l’energia dei cristalli e dei colori, la radionica, la radiestesia, la preghiera, etc. E più approfondivo queste materie, più imparavo a conoscermi, anzi, potrei dire, di conoscermi per la prima volta.
E’ iniziato un percorso di CONOSCENZA e CONSAPEVOLEZZA che, ancora oggi, mi accompagna e forse, non finirà mai.
Così ho iniziato a curarmi, iniziando a migliorare la mia alimentazione, a dare al mio corpo il cibo migliore di cui avevo bisogno per rinforzare il mio sistema immunitario, valutare le vibrazioni della mia casa, se vi erano campi di disturbo e prendere tutta una serie di integratori, vitamine, fiori di Bach e prodotti omeopatici che andavano via via migliorando il mio livello energetico, la mia salute fisica, mentale ed emozionale. Ho intrapreso con loro un bellissimo viaggio introspettivo, cercando di capire perchè stavo vivendo tutto questo e cosa voleva dirmi tutto ciò. Ho iniziato così a sentirmi subito meglio, a migliorare i rapporti con la mia famiglia che non era a conoscenza del mio percorso di guarigione, (ho avuto una mamma paralizzata per 38 anni, poiché all’età di 40 anni ha avuto un ictus cerebri ed è rimasta paralizzata, un’emiparesi destra. io avevo 8 anni e mia sorella 13, per questo non ho detto niente alla mia famiglia), ma io cambiavo e automaticamente le cose intorno a me miglioravano. Mi viene da dire FANTASTICO, bastava cambiare la mia percezione delle cose.
Oggi ho la consapevolezza di tutto questo e so che la responsabilità di tutto quello che accade è nostra, di come percepiamo il mondo, gli eventi, i ricordi dolorosi che ci portiamo dentro,che, se non curati, ci fanno sempre rispondere in un certo modo, portandoci spesso le stesse situazioni dolorose.
Affascinata da tutto questo e da una nuova visione del mondo che si andava schiudendo dentro di me, ho intrapreso un corso di naturopatia di 4 anni a Firenze, così ho avuto modo di approfondire quello che stavo facendo e vivendo sulla mia pelle (in tutti i sensi).
Mi rendevo sempre più conto che non ero da sola (si ha sempre la percezione di essere fuori dal coro, di essere sbagliata o di andare come i gamberi sempre controcorrete), potevo parlare di queste cose e che, anche altri la vedevano come me. Ho incontrato medici meravigliosi che hanno fatto quel salto di qualità, che hanno avuto la forza di vedere oltre le conoscenze che l’università e la medicina “ufficiale” gli insegnavano, ed oggi, non è un caso (niente avviene per caso), che grazie alla straordinaria capacità e tenacia di tutto il personale che ruota intorno al Master di Medicina Naturale di Tor Vergata, possiamo parlare di “queste cose” all’interno di una Università.
Non è una sviolinata, è la Consapevolezza che un mondo sta cambiando, grazie al coraggio e determinazione di chi sa guardare in modo diverso.
Perchè dunque iniziare questo capitolo con “La paura è il primo nemico naturale che l’uomo deve superare lungo la strada verso la conoscenza”, così come diceva Carlo Castaneda le emozioni, e in primis la paura, sono quelle che hanno un grande ruolo nel gioco della vita.
Parlo di EMOZIONI e BENESSERE poichè l’aspetto emotivo nella nostra cultura è stato fortemente penalizzato. Fin da bambini siamo stimolati a costruire il corpo fisico, a memorizzare, a dare molta importanza all’intelletto, all’intelligenza, trascurando quel saper antico, quella saggezza sempre presente dentro di noi, legata ad un “sentire”.
Ed è proprio l’emozione della paura che gioca un ruolo fontamentale nel ripristinare la salute, nel momento in cui ci viene esternata una diagnosi medica.
Così, mi è sembrato di aver fatto un altro salto quantico, con la conoscenza delle leggi biologiche scoperte dal Dott. Hamer, di cui mi permetto di parlare qui. E’ grazie alle sue scoperte che ho avuto modo di capire, e poi comprendere, quello che il mio corpo mi stava dicendo; certo, anche con altri autori, e i nomi sono tantissimi, i quali ci hanno parlato di fisiognomica, di ascoltare il corpo, di guarire le ferite emozionali e dell’anima, e la lista è notevole, potrei dilungarmi all’infinito. Il Dott. Hamer è colui che ha fatto la differenza, anche in termini scientifici, che è stato in grado di comprendere la stretta correlazione tra Psiche, Cervello, Organo: solo uno studio attento delle sue scoperte può rivoluzionare il mondo e dare il giusto valore e merito a questo GRANDE SCIENZIATO.
Le sue scoperte, le 5 leggi biologiche, trattano la malattia come strumento di guarigione e di evoluzione. Il movimento di guarigione è un radicale cambiamento di visione del mondo e di noi stessi: dunque, si tratta di movimento creativo, ex- movere (emozione).
Il movimento di guarigione ci fa allargare la visuale sulla esperienza entro la quale ci sentiamo malati, ci apre una finestra più grande sulla nostra vita e sul mondo. Ma cosa c’entra con tutto questo, il sistema della nuova medicina germanica del dott. Hamer?
C’entra perchè segna il passaggio della medicina come scienza delle malattie ad una scienza integrata della guarigione. La scoperta di Hamer a mio parere, ci fornisce gli strumenti scientifici per fare questo passaggio, perchè quelle che noi concepiamo come malattie egli le vede come processi di guarigione, o meglio, in quale fase del processo ci troviamo. E dalla concezione di una natura maligna, perversa, fallace e minacciosa essa ci porta a riscoprire la sacralità della natura, la sua intrinseca ed essenziale potenza equilibrante e risanatrice, la sua infinita forza di trasformazione e di evoluzione.
Come tale, è uno strumento insostituibile di sintesi inter-teorica, che ci permette di spiegare i processi di malattia come eventi che ricevono il loro significato dalle loro connessioni con tutti gli altri eventi della vita e dell’esperienza della persona e con i movimenti di tutto il resto della materia vivente.
La Medicina Germanica mi ha permesso di spiegare, oltre che le mie quotidiane esperienze, le osservazioni fatte per anni da molti scienziati in campi diversi e di utilizzare queste osservazioni e conoscenze nelle loro interconnessioni. Questo ne fa un prezioso strumento di integrazione e di ricerca, che ci permette di rileggere le conoscenze già acquisite e di utilizzarle in modo consapevole e funzionale, perchè consente dei nessi chiari, immediatamente riconducibili a fatti umani concreti complessi. Proprio il carattere sistemico della Medicina Germanica offre l’occasione di realizzare il senso profondo che mi ispira alla ricerca personale: la voglia di ASCOLTARE, ascoltare esprimendo il rispetto più radicale per le manifestazioni autentiche delle persone, ascoltare come lasciare spazio ad un germoglio che cresce, cresce per la sua spinta interiore, ogni volta creando qualcosa di nuovo. Solo così possiamo creare qualcosa di nuovo, possiamo aiutare noi stessi a dare un senso alla nostra sofferenza, dal momento che non la vediamo più come il nemico contro cui lottare, ma come la realizzazione della potenza creativa che è in noi, della nostra autonoma biologica capacità di evoluzione.
Così, quando a novembre 2010 ho avuto il secondo melanoma sulla gamba sinistra, con la conoscenza della Medicina Germanica, l’autoascolto e tutto quello che avevo avuto modo di studiare, conoscere e consapevolizzare, mi ha permesso di NON AVERE PIU’ PAURA della malattia, ma anzi, ho avuto il modo di affrontare la stessa problematica di base, arrivando proprio al cuore del problema.
Mi spiego meglio: il melanoma al braccio sinistro, mi ha permesso di conoscere le medicine naturali e con queste curarmi ed entrare in un mondo meraviglio: è stato come aprire una matrioska, e cominciare a guardare i problemi dalla matrioska più grande ed esterna, fino ad arrivare al cuore della più piccola, penetrando i meandri della psiche. Riconosco che è stato un importante lavoro, spesso, molto doloroso ma, la leggerezza e il benessere che successivamente lasciava sono difficili da poter descrivere.
Più rimuovevo le mie paure, i miei dolori, le mie sofferenze e più una sensazione di BEN-ESSERE si faceva spazio dentro di me.
Il lavoro con la gestalt, la bioenergetica e la cranio sacrale, mi hanno permesso di entrare in spazi della mia anima che io non conoscevo; con lucidità, rivivevo momenti di vita intrauterini. In uno di questi lavori, ho percepito la sofferenza di mia madre, la sua delusione quando sono nata, volevano un maschio ed io ero la seconda figlia, un’altra femmina, o come ha pensato mia madre “un’altra femminaccia”.
Fino a l’età di 20 anni, ripetevo sempre che se rinascevo volevo essere maschio e spesso fino a quella età mi sono comportata da maschio.
Comprendo oggi che i pensieri, le aspettative dei miei genitori in modo particolare i pensieri, le emozioni, i sentimenti di una madre lasciano un imprinting molto forte sul nuovo Essere che si sta formando e a loro volta anche loro sono vittime di altre vittime e cosi via, fino a quando in una famiglia non interviene un figlio ad interrompere certe situazioni che si ripetono di generazione in generazione.
Oggi con serenità e lucidità, dato da un lavoro svolto su me stessa posso ripercorrere quei ricordi con affetto e dolcezza, naturalmente la comprensione, la consapevolezza e la conoscenza sono state fondamentali ma, ancor di più il perdono fatto a me stessa. Infatti, il ripetere la stessa malattia, mi ha fatto comprendere che, con il melanoma al braccio sinistro ero arrivata vicino al cuore del problema ma, non avevo centrato completamente il bersaglio. E’ stato soltanto con il melanoma al polpaccio sinistro, che ho vinto completemente la PAURA del tumore è ho compreso a strati sempre più profondi e intimi cosa stava ulteriormente dicendomi la manifestazione della malattia, era quel calcio simbolico che avrei voluto dare a mia madre.
La madre per ogni essere umano è una creatura divina, il rapporto che si ha con la madre e qualcosa che va oltre il legame di sangue e di amore, per questo ritengo che sia fondamentale educare le donne ad una gravidanza CONSAPEVOLE.
Penso che sia arrivato il momento in cui la donna, non solo deve dimostrare di essere brava in ogni aspetto del mondo del lavoro, ma anche e soprattutto deve essere una brava madre, in quanto questo è il ruolo che la natura le ha affidato E fra tutte le occupazioni questa è decisamente la più importante della sua vita, quella che ogni donna dovrebbe svolgere con il massimo impegno, perchè dal modo in cui ogni gravidanza viene condotta, dipende l’avvenire della società umana. La gestazione deve essere vissuta con dedizione e profondo amore, con la consapevolezza che in questo periodo il legame con il nascituro è così forte e diretto che la trasmissione della sua attività mentale, spirituale ed emotiva, determinerà l’equilibrio psico-fisico del bambino.
Il bambino in gestazione è come un registratore sempre acceso, che assorbe tutto ciò che gli proviene dal mondo esterno, oltre che dai pensieri e sentimenti della madre. Infatti, per creare un mondo migliore, ci vorranno individui ricchi di esperienze positive, ricevute fin dal primo momento della gestazione. Solo così, nasceranno uomini e donne gia provvisti di quelle impronte benefiche che saranno per loro un importante bagaglio per tutta la vita.
Infatti molto spesso le emozioni che viviamo nel nostro presente di persone adulte entrano in risonanza con ciò che abbiamo vissuto nella nostra prima infanzia o comunque nella nostra crescita. Tutti gli istanti, i momenti di una giornata vengono memorizzati, certo con il passare del tempo il ricordo sfuma, molte cose nemmeno le ricordiamo più a livello cognitivo, ma nella memoria emozionale tutto rimane registrato. Salvato nel nostro “hard disk”.
Come dicevo, nella nostra vita uterina e nella nostra prima infanzia, viviamo le nostre esperienze emotive con i nostri familiari, ne memorizziamo come in una fotografia istantanea i più piccoli particolari di cui non ne siamo consapevoli. In ogni caso, quei vissuti emotivi rimangono impressi dentro di noi. Cosi che, gli eventi della nostra vita presente entrano in risonanza con il nostro sentito passato, e per questo risultano amplificati pertanto, con il nostro sentito, che non è reale, oggettivo, ma dipende dalle lenti con cui guardiamo il mondo, in altre parole dalla nostra percezione.
In quel momento torniamo all’età in cui ci siamo sentiti in quel modo.
Se ci ascoltassimo possiamo riconoscere il bambino o la bambina che è in noi. Possiamo arrivare a definirne l’età, anche se non vi è un ricordo preciso di ciò che abbiamo vissuto. La sensazione, si. La possiamo riconoscere.
E’ probabile che nel darle un nome inizialmente ci riferiamo all’emozione che stiamo provando e che abbiamo provato: rabbia, paura, tristezza, vergogna, gioia, amore. L’emozione è lo stato che ci pervade e di cui più facilmente siamo consapevoli. L’emozione è sempre scatenata da un sentimento, quello più profondo, che ci abita dentro: mi sento tradito, incompreso, solo, abbandonato.
Il sentimento (o sentito) dipende dalla nostra percezione, dall’interpretazione che diamo all’evento che viviamo. Ci tocca in profondità, permane nel profondo, ci condiziona, è impresso, registrato nella nostra Memoria Emozionale. Più persone possono vivere la stessa situazione ma il loro sentito sarà diverso, in quanto la loro percezione sarà diversa.
Ad esempio, arriva uno stimolo: mi arrabbio perchè qualcuno mentre stavo parcheggiando l’auto arriva e mi prende il posteggio. Reazione: scendo dalla macchina e faccio valere quelli che sento i miei diritti, provocandomi rabbia e suscitando la mia reazione aggressiva. Se, ritrovata la calma e la tranquillità, mi fermassi ad ascoltare il sentimento che ha generato l’emozione, riconoscerei un senso di ingiustizia, un sentirmi non rispettata, riuscirei a sentire quanti anni ho mentre provo quella sensazione, riconoscendo la risonanza di quello che mi è successo nella mia memoria emozionale.
A quel punto cosa posso fare? Partire dal principio. Che cosa c’è all’origine della mia reazione, della mia emozione, del mio sentimento? Certamente non l’evento in sè ma la mia percezione dell’evento.
Il mio sentire dipende dalla percezione, dall’interpretazione che ho dato a quell’evento. Percezione che entra in risonanza con la percezione di quando ero bambina, rispetto alle situazioni e alle persone della mia primissima infanzia.
Ed è solo sulla mia percezione che posso agire.
Liberare la propria memoria emozionale è lo strumento che ci aiuta a trasformare la percezione di quello che ho vissuto e ad alleggerire il mio sentire.
Quando questo avviene, il peso degli eventi, delle persone con i loro comportamenti nella vita presente, si alleggerisce, si entra in contatto con il bambino o la bambina che sono stata, per liberare e trasformare la percezione che ho avuto di ciò che ho vissuto. Si arriva ad innescare il processo di liberazione emozionale, ritornado con l’immaginazione in quella situazione.
Articolo di Giovanna Paoletti
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