Che cos’è l’ipocondria

IPOCONDRIA: è la preoccupazione legata al timore di avere, oppure alla convinzione di avere una grave malattia, basata sulla erronea interpretazione di sintomi o funzioni corporee. Può esordire a qualunque età, ma si pensa che l’età più comune di esordio sia la prima età adulta.

A) convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici;

B) Una valutazione medica completa non è in grado di individuare una CMGen che possa spiegare pienamente le preoccupazioni del soggetto circa la sua supposta malattia;

C) la convinzione non è di intensità delirante;

D) La preoccupazione per i sintomi fisici causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre importanti aree;

E) dura per almeno 6 mesi;

F) la preoccupazione non è attribuibile a Dist. d’Ansia Generalizzato, DOC, Dist. di Panico, Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di Separazione, o un altro Dist. Somatoforme.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE: la più importante condizione diagnostica differenziale riguarda una possibile CMGen sottostante, come gli stadi precoci di alcune malattie neurologiche, condizioni endocrine e patologie tumorali occulte. L’ipocondria viene diagnostica solo quando le preoccupazioni di un individuo per la salute non risultano meglio attribuibili a Dist. d’Ansia Generalizzato in cui le preoccupazioni sono generalizzate e non relative alle sole malattie; un DOC in cui ci sono ossessioni e non preoccupazioni; un Episodio Depressivo Maggiore in cui le lementele sono manifestazioni collegate al disturbo. A differenza della Fobia Specifica di malattia, in cui il soggetto ha paura di essere esposto ad una malattia, l’ipocondria è caratterizzata dalla preoccupazione di avere una malattia. APPROFONDIMENTI: che vissuto è associato alla malattia? Quanto è motivato? Quanto è consapevole? L’invio? TEST: 1) Il Test MMPI dimostra un elevato punteggio nella scala per l’isteria. 2) IBQ È uno strumento di autovalutazione che esplora gli atteggiamenti, le idee ed i sentimenti del soggetto rispetto alla sua malattia, la sua percezione delle reazioni di persone significative nell’ambiente rispetto alla propria malattia e la visione della propria situazione sociale. Comprende 7 scale: Ipocondria generale che misura l’atteggiamento di paura nei confronti della malattia, ma con una certa coscienza della sua eccessività; Convinzione di malattia che esprime la ferma convinzione della presenza di una malattia somatica e la riluttanza ad accettare la rassicurazione; Percezione psicologica v.s somatica della malattia che è una scala bipolare che esprime la tendenza del soggetto a porsi in una prospettiva psicologica del problema piuttosto che somatica o viceversa;  Inibizione affettiva che è il grado di capacità di comunicare i sentimenti (specialmente quelli negativi); Disturbo affettivo che valuta la presenza di ansia, depressione, tensione; Negazione che esprime la tendenza a negare gli stress della vita e ad attribuire a malattie fisiche i propri disturbi; Irritabilità che indica, quando ha un punteggio elevato, la presenza di attriti interpersonali. La scala è un valido strumento per valutare il comportamento da ammalato, in generale, e per identificare quei sintomi somatici che sono espressione di disturbo psichico. Essendosi dimostrata sensibile agli effetti del trattamento, è anche usata negli studi clinici di confronto fra trattamenti diversi proposti per la cura del dolore cronico. TERAPIE: Più usate, in questo tipo di disturbi sembrano essere le terapie incentrate sulla verbalizzazione del dolore (come per es. la tecnica psicoanalitica delle libere associazioni, e altre terapie espressive) in quanto queste persone vanno continuamente dai medici e sembra che abbiano bisogno di esprimersi sulle loro malattie, anche in modo decisamente teatrale. Questi pazienti sono restii ad accettare che le loro difficoltà vengano interpretate in termini psicologici. Tecniche cognitivo-comportamentali  sono la distrazione, la gestione dello stress, la ristrutturazione cognitiva, la gestione del sonno si basano sull’esposizione per ridurre l’ansia, l’addestramento all’assertività e alle abilità sociali. Una terapia familiare potrebbe rivelarsi utile per modificare la rete di relazioni e favorire l’autonomia. Il terapeuta deve valutare la possibilità che il paziente si senta umiliato quando migliora grazie ad una terapia non indirizzata a problemi medici.

 

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