psicologia occhi linguaggio del corpo

Come capire gli altri (con la sola osservazione)

Le persone hanno a disposizione una quantità limitata di memoria, attenzione e capacità computazionale. Per questo motivo, quando comunicano, hanno coscienza di una piccola quantità delle informazioni che stanno comunicando. L’investigatore attento deve essere in grado di analizzare la comunicazione a tre livelli (comunicazione verbale, paraverbale e non verbale) e compararli tra di loro.

Qui di seguito possiamo studiare una categorizzazione dei fattori della comunicazione.

Comunicazione Verbale: si tratta della pura trascrizione di ciò che una persona dice. La comunicazione verbale comprende le sole parole pronunciate, non contiene invece il modo in cui queste parole vengono dette (tono di voce, timbro, ritmo etc).

L’Analisi della Comunicazione Verbale è particolarmente utile perché è fonte di dati unici, molti dei contenuti verbali non hanno un equivalente non verbale, inoltre il grande vantaggio della comunicazione verbale è che essa può essere trascritta ed utilizzata in contesti giuridici.

Solitamente, la persona controlla piuttosto bene la comunicazione verbale, tutti noi, in condizioni particolare prestiamo particolare attenzione a quello che diciamo, al contenuto in sé. Per cui, in condizioni in cui il soggetto ha intenzione di dire il falso, presterà molta attenzione a cosa dire e a cosa evitare di dire, e ci potrebbe riuscire piuttosto bene, perché ha un determinato controllo conscio sulla comunicazione verbale.

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Esistono per componenti della Comunicazione Verbale che sono scarsamente controllate. Tutti noi, a meno che non siamo particolarmente stanchi, decidiamo cosa dire. Prestiamo invece meno attenzione ad altri fattori verbali, come l’ordine in cui disponiamo le parole nella frase, l’uso specifico di variazioni del vocabolario, la scelta attenta di ogni singola parola. Per cui, esistono comunque tanti fattori analizzabili nella comunicazione verbale che verranno descritti approfonditamente nel capitolo 5.

La comunicazione paraverbale comprende le qualità della voce:

  • Tono
  • Timbro
  • Ritmo
  • Influenza dialettale
  • Pause
  • Non parole (vocalizzazioni, flussi d’aria, colpi di tosse etc.)

Comunicazione non verbale: un’area della comunicazione molto ampia che comprende una grande quantità di fenomeni

  • Gesti
  • Orientamento del corpo
  • Posizione della schiena
  • Movimenti oculari
  • Cronemica
  • Prossemica
  • Orientamento della testa
  • Posizione dei piedi
  • Espressioni facciali
  • Modo di camminare

Ognuno di questi aspetti può presentare delle incongruenze di vario tipo.

Classicamente si fa riferimento alla più diffusa e citata incongruenza tra comunicazione verbale e non verbale. Una persona che afferma verbalmente di essere felice di conoscerci con aria dimessa ed espressioni facciali di tristezza risulta poco credibile, in quanto vi è una differenza significativa tra le parole utilizzate (CV) e il suo linguaggio del corpo (CNV). Eppure ogni sistema può essere incongruente con altri sistemi ma anche con se stesso. Le incongruenze – che ci devono far pensare ad una dissimulazione – possono essere così riassunte.

CV ≠ CV

CV ≠ CPV

CPV ≠ CPV

CPV ≠ CNV

CV ≠ CNV

CNV ≠ CNV

Le parole (CV) possono essere difatto incongruenti con se stesse. Accade quando la persona si contraddice o dice due frasi che non collimano logicamente tra di loro “è una persona brava da ogni punto di vista, anche se non è una persona che mostra molto affetto”. Una persona può anche avere incongruenza dal punto di vista puramente non verbale. Ovvero, la comunicazione non verbale, può essere di fatti, incongruente con se stesso. Una persona può ostentare sicurezza mantenendo una postura eretta e il volto verso l’alto, ma magari far trasparire ansia e insicurezza con un gesto automanipolatore.

Tutti i sistemi interagiscono tra di loro, per cui un elemento di un tipo di comunicazione può darci informazioni su un altro tipo di comunicazione. Ad esempio, la presenza di una pausa al centro di una frase, è un elemento paraverbale (fa parte della categoria “pause”), ma ci da informazioni sulla comunicazione verbale – ovvero – ci fa capire che c’è un carico cognitivo su una parola specifica. Se io dico “il mio professore era … molto professionale”, la presenza della pausa tra “era” e “molto professionale” è piuttosto innaturale, non dovrebbe esserci una pausa lì, proprio perché sintatticamente è scorretto mettere proprio lì un punto o una virgola, che idealmente dovrebbe indicare la necessità di fare una pausa. Nel discorso ordinario quella pausa (comunicazione paraverbale) può suggerire un carico cognitivo relativo alla parola “molto professionale”, ovvero, il soggetto ha dovuto riflettere prima di decidere che la parola più adatta per definire il suo professore è “molto professionale”. Questo a sua volta può significare più cose:

  • Il soggetto non ritiene che il professore sia “molto professionale”, dunque il carico cognitivo, la pausa è dettata dal fatto che il soggetto deve inventare un attributo positivo, ma che non ritiene vero
  • Il soggetto ha voluto riflettere su quali parole specifiche positive deve utilizzare per riferirsi al suo professore

In ogni caso è necessario stabilire un ponte di relazioni tra la comunicazione paraverbale e verbale per poter dare un significato a tutto ciò.

di Igor Vitale

Corso Comunicazione Non Verbale

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