Come parlare in pubblico

Parlare in pubblico è sicuramente più difficile che parlare a una singola persona. Quando parliamo ad una singola persona, possiamo infatti concentrare la nostra attenzione sull’interlocutore  e calibrare parole e linguaggio del corpo in base alle sue risposte. Quando siamo invece di fronte a un pubblico la situazione si complica perché abbiamo un numero maggiore di interlocutori, con motivazioni, credenze, atteggiamenti ed obiettivi diversi, non sempre sovrapponibili.
Come abbiamo detto innanzitutto la nostra capacità di catturare l’attenzione è limitata. Come abbiamo visto in “Come farsi ascoltare” quando abbiamo un solo interlocutore possiamo catturare l’attenzione utilizzando discretamente il contatto visivo, ma quando abbiamo più interlocutori dovremo necessariamente frammentare la nostra capacità di mantenere un contatto visivo con tutti gli interlocutori. Una tecnica utile è lo scannering, tecnica che consiste nell’alternare, con un ritmo di 1-2 secondi, il contatto visivo con tutti gli interlocutori. Attenzione a calibrare bene i tempi, se alterniamo il contatto visivo con una velocità superiore potremmo comunicare ansia e ciò sarebbe controproducente, in quanto tendiamo generalmente a contagiare gli altri con le nostre emozioni. Se invece utilizziamo tempi di contatto visivo molto maggiori potremmo apparire intrusivi  e anche questo sarebbe controproducente per due motivi, l’intrusione nei confronti della persona osservata ma anche la diminuzione dei ritmi con cui si attira l’attenzione con il contatto visivo.
Il secondo punto riguarda la nostra incapacità a non comunicare. Qualunque comportamento è comunicazione (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1967), e per questo motivo non possiamo decidere di non comunicare, l’unica scelta che possiamo compiere riguarda il modo in cui scegliamo di comunicare.
Terzo punto. Comunicare continuamente, significa avere uno scambio continuo e bidirezionale con gli interlocutore, ovvero avere un influenzamento tra speaker e aula. Nelle situazioni di gruppo si tende al  contagio emotivo  se lo speaker prova ansia tenderà a far provare ansia al pubblico, che, almeno inconsapevolmente tenderà ad allontanarsi dalle argomentazioni dello speaker, se lo speaker è triste e stanco, tenderà a comunicare questo al pubblico, con effetti controproducenti. Aspetto fondamentale è quindi relativo all’uso delle emozioni positive, felicità e rilassamento. La felicità può essere stimolata sicuramente utilizzando lo humour, ridere infatti non è solo un’attività ricreativa ma fa anche bene fisicamente, migliorando la respirazione e stimolando la produzione di endorfine. Il rilassamento viene comunicato in base al grado di rilassamento dello speaker, rilassamento che può essere facilitato da alcune tecniche: le tecniche di rilassamento, il training autogeno, la meditazione , l’autoipnosi .

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