Come riconoscere un (vero) psicopatico

Articolo di Federica Aloia

Fin dall’inizio la psicologia si è interrogata sulle radici e sulle espressioni condivise e uniche nel modo di presentarsi, sentire e agire dei vari individui.

Il disturbo psicopatico di personalità sembra suscitare particolare interesse sia per quanto riguarda la sua comprensione teorica, sia per le conseguenze che esso può avere sulla società in generale.

Il concetto di psicopatia, assieme a tutti gli sviluppi successivi rappresenta il tentativo della nosografia psichiatrica di attribuire a una categoria diagnostica specifica alcuni gruppi di soggetti che ignorano le regole sociali e violano sistematicamente i diritti degli altri, mostrando comportamenti impulsivi con una tendenza più o meno esplicita all’aggressività e alla violenza.

All’interno di questa nozione sono inclusi importanti aspetti psichiatrici, psicologici e giuridici con notevoli risvolti sociali, morali ed etici.

La psicopatia è un disturbo di personalità definito da una costellazione di caratteristiche interpersonali, affettive e comportamentali che includono manipolazione e inganno, grandiosità, superficialità emotiva, mancanza di empatia e rimorso, uno stile di vita impulsivo e irresponsabile e la violazione persistente di norme e aspettative sociali ( Cleckley, 1976; Hare, 2003).

Esso è ,dunque, delineato da una serie specifica di comportamenti e relativi tratti di personalità che vengono valutati come negativi e dannosi da un punto di vista sociale. Si tratta di un disturbo deviante dello sviluppo che conduce alla perdita definitiva del sentimento umano e di tutto ciò che ruota attorno al concetto di umanità. Come ogni disturbo psichiatrico la diagnosi si fonda su una serie di sintomi che l’individuo presenta.

Scrivi a Igor Vitale

    Tags: