Il disturbo ossessivo compulsivo e il disgusto verso la contaminazione

L’emozione del disgusto nel disturbo ossessivo compulsivo

Il ruolo del disgusto di contaminazione nel disturbo ossessivo compulsivo

 Stefania Porcu

L’ossessivo-compulsivo avverte un’eccessiva paura della contaminazione ed ha un’esagerata percezione del pericolo della trasmissione e della gravità delle conseguenze della contaminazione stessa, sia su di sé che sulle persone che gli stanno vicino tipo parenti e amici.

La paura della contaminazione è considerata dall’ossessivo compulsivo un terrore irrazionale che si placa solo per qualche momento, quando è distratto da altre cose; raramente consigli e suggerimenti risultano utili per placare tali paure.

Per scacciare la paura della contaminazione, attua strategie di evitamento, ossia tende a mettere in atto tutta una serie di rituali che, specialmente nella paura della contaminazione fisica, portano a continue e profonde azioni di pulizia tali da danneggiare inesorabilmente la pelle. Secondo un articolo del “The New York Times”,  Risen, (2006) attraverso degli studi, conferma che nell’ossessivo compulsivo c’è un diretto legame tra la pulizia fisica, dovuta alla contaminazione di germi, e la pulizia morale dovuta ad una sensazione interna di sporco definito “L’Effetto Lady Macbeth”; viene chiamato così in riferimento alla famosa tragedia di Shakespeare, in cui Lady Macbeth è complice dell’omicidio di Re Ducan di Scozia  in cui cerca disperatamente di lavare la macchia di sangue immaginaria che rappresenta i suoi sensi di colpa.

Lo stesso atteggiamento viene messo in pratica dall’ossessivo compulsivo che si sfrega e lava ripetutamente e freneticamente le mani per espiare il suo senso di colpa; la pulizia fisica e morale suscitano dunque una necessità impellente di lavarsi che ottiene sollievo soltanto nel primo caso seppur il soddisfacimento risulta essere a breve termine.

L’ossessivo-compulsivo che si sente sporco ha un’emozione di disgusto ed esprime una grande frustrazione, nonostante gli innumerevoli lavaggi, questo senso di sporcizia non è solo esteriore, ma principalmente interiore.

Per definire questo senso di sporcizia interiore, Rachman (2004) ha introdotto il concetto di “contaminazione mentale”. Il soggetto non se ne rende conto e manifesta il suo disagio interiore attraverso ossessioni e compulsioni. L’ossessione consiste in un sintomo psichico caratterizzato da immagini, pensieri, paure o impulsi che sono intrusivi, persistenti, ricorrenti e riconosciuti dal paziente come prodotto della propria mente; l’ossessione è manifestata attraverso la paura della contaminazione e dello sporco, con il dubbio di non avere svolto delle attività quotidiane e con fantasie sessuali devianti.

L’individuo afflitto da ossessioni cerca di ignorarle o neutralizzarle con altri pensieri o azioni, le compulsioni. Ad esempio, un individuo afflitto dal dubbio di non avere chiuso porte e finestre, prima di uscire di casa, controlla ripetutamente per assicurarsi di averlo fatto (Rasmussen & Eisen, 1992).

Le compulsioni altro non sono che la risposta all’ansia generata dall’ossessione, (Rasmussen & Eisen, 1992) atti ripetuti continuamente per alleviare il disagio mentale e lo stress da cui l’ossessivo-compulsivo è travagliato.

Secondo il DSM-IV TR (2000) e compulsioni più frequenti sono quelle di:

  • lavaggio (washing, in risposta alla paura di contaminazione);
  • controllo (checking, in risposta al dubbio, per esempio, di aver lasciato acceso il gas);
  • lentezza;
  • ordine (in risposta all’idea di simmetria);
  • conteggio (prevalentemente mentale);
  • accumulo.

Le ansie da contaminazione sono il tema più comune delle ossessioni nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo, gli individui con ansia di contaminazione tendono ad evitare situazioni e stimoli largamente percepiti come possibili portatori di malattia e infezione (Rachman, 2004). Diversi studi hanno dimostrato che il 50% dei pazienti ossessivo-compulsivi sono soggetti a pensieri intrusivi di contaminazione che portano ad eccessive misure di disinfezione e di pulizia di sé e dell’ambiente circostante (Hajcak,  Huppert & Foa, 2006).

Alcuni studi hanno fornito dati che indicano una compromissione nel riconoscimento di espressioni facciali di disgusto, infatti, utilizzando la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), Shapira et al. (2003) indagarono le risposte emodinamiche cerebrali durante la visione di immagini di disgusto, di minaccia e neutre, in pazienti DOC con prevalenti ossessioni e compulsioni di contaminazione. I risultati mostrarono che durante l’induzione di disgusto si determinava una maggiore attivazione dell’insula, dell’ippocampo e dei siti frontali inferiori. I dati empirici a sostegno di una relazione tra disgusto e sintomi ossessivo-compulsivi sono numerosi e giungono da diversi livelli di indagine: soggettivo, comportamentale, clinico e neurofunzionale.

Rasmussen e Eisen (1992), hanno osservato che la relazione tra l’emozione di disgusto non svolge soltanto un ruolo nei DOC in cui sono prevalenti le ossessioni di contaminazione e le compulsioni di pulizia, ma è presente anche quando intervengono ossessioni e compulsioni di controllo; essi hanno inoltre suggerito che la relazione tra disgusto e sintomatologia ansiosa sia mediata da altri fattori, quali la paura o l’affettività negativa in generale. Quando stimoli normalmente associati al disgusto divengono il focus di un disturbo ossessivo-compulsivo, la risposta di disgusto aumenta, ma come un epifenomeno, potenziata dalla paura di contaminazione o da una generalizzata affettività negativa che spesso accompagnano l’esposizione agli stimoli ansiogeni. Un paziente DOC sarebbe più disgustato da stimoli che richiamano lo sporco in conseguenza del proprio disturbo d’ansia e dell’elevata paura di contaminazione che l’accompagna.

Per dimostrare che i soggetti affetti da disturbo ossessivo compulsivo presentano un’alterazione nel riconoscimento dell’espressione facciale di disgusto, Sprengelmeyer et al. (1997), hanno somministrato due test a quattro gruppi diversi suddivisi in pazienti con DOC e pazienti con sindrome di Tourette (con e senza comportamento ossessivo compulsivo, pazienti con disturbo di panico, pazienti con ansia generalizzata).

La somministrazione dei due test consisteva nel riconoscere le sei emozioni base presentate in ordine casuale in cui il soggetto doveva riconoscere l’emozione stimolo presentata, come nella figura sottostante.

Il risultato del test mostra come l’ossessivo compulsivo presenti un deficit nel riconoscimento dell’espressione facciale del disgusto non solo nel riconoscere gli altri attraverso le immagini ma anche se stesso.

Mancini e Gragnani (2003) sostengono che gli ossessivi compulsivi sperimentano il disgusto più frequentemente delle altre persone e sono particolarmente sensibili a questa emozione perché sono in genere portati alla diffidenza e al disprezzo. Ciò deriva dalle forti e spesso ingiustificate aspettative che essi hanno nei confronti degli altri, i quali generano degli atteggiamenti ipercritici che provocano allontanamento sociale e disprezzo.

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