Il modello SFERA di Giuseppe Vercelli

Articolo di Francesco Clemente

Una volta chiariti i presupposti della visione costruttivista che è alla base del modello S.F.E.R.A è doveroso spiegarne le singole componenti, alla base dello stesso acronimo che lo identifica. Riprendendo un concetto che in passato è stato utilizzato da Schilder e da Kretschmer, Giuseppe Vercelli identifica nella “sfera” una simbolizzazione della condizione mentale della massima prestazione, poiché essa rappresenta la perfezione.[1]Pertanto, essa coincide con la consapevolezza del ruolo svolto dalla costruzione del mondo da parte della mente, sulla base di una “percezione immaginativa” che consente atleta di elaborare tutto ciò che sfugge alla normale attività percettiva:

“Entrare nella SFERA significa, inoltre, compiere un rituale di attivazione che agisce in due direzioni: la prima è la costruzione di una metafora funzionale alla situazione, la seconda è l’attenzione sistematica a uno o più fattori della SFERA   che diventano punti attrattori(termine con il quale d’ora in avanti denoteremo i cinque fattori) attorno ai quali si costruisce la massima prestazione. Il punto attrattore è paragonabile alla prima nota   di una scala musicale e da questo si parte per definire le relazioni con le note che seguiranno.”[2]

Il modello   S.F.E.R.A. si compone di 5 attrattori ovvero: sincronia, forza, energia, ritmo, attivazione. A loro volta, questi cinque fattori che poi alloro volta si scompongono, ognuno di loro, in due poli attrattori interni. Il primo di questi attrattori è la SINCRONIA,[3] nella quale mente e corpo   funzionano all’unisono, poiché non esistono tempi diversi ma una coincidenza di eventi nella massima della consapevolezza personale:

“L’atleta moderno rischia, sempre più frequentemente, di perdere la sincronia con l’evento sportivo. Egli è troppo   vulnerabile perché le aspettative, basate su una dimensione  temporale passata o futura, lo proiettano mentalmente in tempi e luoghi diversi  e lontano  da quello veramente necessario, ovvero la linea di partenza.”[4]

Il secondo degli attrattori del modello sfera è la FORZA,[5] intesa come la potenza di cui dispone l’organismo umano e animale nell’effettuazione dei loro atti e dei loro movimenti, coincidendo così con la robustezza, ma anche con l’autoefficacia:

“L’attenzione ai punti di forza è direttamente collegata al concetto di autoefficacia che deriva dagli studi di Albert Bandura. Per definizione esso corrisponde alla convinzione   che l’individuo ha di essere capace di dominare specifiche attività. Le convinzioni di autoefficacia regolano la motivazione, modellano le aspirazioni   e i risultati previsti per i propri sforzi. Con questo concetto, Bandura   impose una nuova concezione della mente come apparato capace di autoregolarsi  e di generare nuove capacità attraverso la capitalizzazione delle esperienze vissute.”[6]

Lo sviluppo della FORZA passa attraverso la consapevolezza e la valutazione relativa al raggiungimento del risultato. Il terzo attrattore del modello è poi l’ENERGIA[7], che è legata alla secondo attrattore, poiché consiste nell’uso attivo della forza, un momento accrescitivo dell’azione individuale:

“Le persone che hanno un’elevata energia tendono a descriversi molto dinamiche, attive, energetiche, dominati, loquaci. Al contrario, le persone con bassa energia   tendono a descriversi come poco dinamiche, poco energetiche, sottomesse e taciturne. L’energia è composta da sottofattori   quali il dinamismo e la dominanza. Il primo tende   a identificare comportamenti   come la facilità di parola e l’entusiasmo. Il secondo è caratterizzato da aspetti connessi alla capacità di imporsi, di primeggiare, di far valere la propria influenza sugli altri.”[8]

Il quarto attrattore della S.F.E.R.A. è il RITMO,[9]  la capacità di ordinare in modo sequenziale il movimento di una determinata azione. Anche il RITMO rivela una relazione con l’ENERGIA, con cui tuttavia non coincide:

“Qual è la differenza tra energia e ritmo? L’energia è La dimensione della quantità, il ritmo è la dimensione   della qualità. Immagina, ad esempio, di dover piantare un chiodo al muro avendo a disposizione il miglior martello e il migliore chiodo possibile. Se hai poca energia non riesci a piantarlo, se ne hai troppa rischi di spaccare il chiodo nel muro. Il ritmo è ciò che genera il flusso giusto nella sequenza dei movimenti, la giusta alternanza tra il tenere e il chiodo e il battere col martello.”[10]

L’ultimo attrattore del modello S.F.E.R.A è l’ATTIVAZIONE[11] che è legata al ritmo e che chiude il appunto la “sfera”. Si tratta del mettere in azione, dell’attivare, del rendere operativo un’azione, di una forza interiore che alimenta le aspirazioni dell’atleta, in direzione di un’efficacia:

“L’attivazione ha   a che fare con la passione che guida le attività che si svolgono; è il motore motivazionale, è la massima espressione   della passione che permette all’atleta di superare i limiti, di allenarsi duramente, di proseguire anche nella sofferenza e di ricominciare dopo un’  infortunio.”[12]

 

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[1] Cfr. VERCELLI G., Vincere con la mente, cit., p.50.

[2]VERCELLI G., Vincere con la mente, cit. ,p.52.

[3]A sua volta la SINCRONIA si articola in due poli interni-attrattori che sono IMMAGINARE (rappresentare nella mente, attraverso un processo ideativo e immaginativo) e FARE (eseguire, produrre, effettuare un’azione) Cfr. Dispense di Psicologia dello Sport a cura del Prof. Giuseppe Vercelli parte 5.

[4] Giuseppe Vercelli, Vincere con la mente, cit. ,p.64

[5]A sua volta la FORZA si articola in due poli attrattori interni-attrattori che sono FARE (l’operare concreto, l’applicazione di una competenza in rapporto al risultato che si vuole ottenere, creando, realizzando) e PERCEPIRE(ovvero riconoscere e vivere le sensazioni fisiche ed emotive che derivano dall’applicazione efficace di tecniche finalizzate al raggiungimento di un obiettivo). Cfr. Dispense di Psicologia dello Sport a cura del Prof. Giuseppe Vercelli parte 5.

[6] VERCELLI G., Vincere con la mente, cit. ,p.72

[7]A sua volta l’ENERGIA si articola in due poli attrattori-interni che sono il PERCEPIRE (l’avvertire, il rilevare) e il LASCIARE(il liberare, il rilassare, il permettere, il decomprimere). Cfr. Dispense di Psicologia dello Sport a cura del Prof. Giuseppe Vercelli parte 5.

[8] VERCELLI G., , Vincere con la mente, cit. ,p.80

[9]A sua volta il RITMO si articola in due poli attrattori-interni che solo il LASCIARE (rilassare, decontrarre, mollare, allenare) e il TENERE( contrarre, trattenere, inspirare, detenere). Cfr. Dispense di Psicologia dello Sport a cura del Prof. Giuseppe Vercelli parte 5.

[10] VERCELLI G., Vincere con la mente, cit.  ,p.87.

[11]A sua volta l’ATTIVAZIONE si articola in due poli interni-attrattori che sono il TENERE (l’impegno a promuovere costantemente azioni in linea con gli obiettivi prefissati) e l’IMMAGINARE(il visualizzare, il prefigurare, il proiettare ,il simulare) .

[12]VERCELLI G., Vincere con la mente, cit.,p.97.

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